domenica, marzo 21, 2010

Da "La Padania" di Sabato 03 Gennaio 2004: UN VIDEO INCASTRA DUE CARABINIERI : RUBAVANO IN UN DISTRIBUTORE DI BENZINA

Da "La Padania" di Sabato 03 Gennaio 2004:

UN VIDEO INCASTRA DUE CARABINIERI: RUBAVANO IN UN DISTRIBUTORE DI BENZINA


Cairo (Sv): rei confessi, sono accusati di almeno cinque furti CAIRO MONTENOTTE (Savona) - Hanno commesso almeno cinque furti. Rei confessi due carabinieri di Cairo Montenotte sono finiti sotto inchiesta e rischiano di essere congedati. Ad accusarli c'e' anche un video. Tutto e' nato il 17 Dicembre, da una serie di furti in un distributore di carburante alla periferia di Cairo, che serve solitamente i carabinieri. Il gestore, per scoprire i responsabili, ha sistemato una telecamera, che ha registrato uno dei due carabinieri mentre sottraeva un pacchetto di caramelle e un profumo. Sono scattate le indagini, nonostante lo stesso gestore tendesse a minimizzare l'episodio, e si e' accertato che i due militari potrebbero essere coinvolti in altri quattro furti a Cairo Montenotte, tra cui quello all'Artigo, dove il bottino fu di 1.400 euro in contanti. Spesso venivano trafugati oggetti di scarso valore, come una lattina di olio per auto, quasi per un atteggiamento maniacale, anche se i due militari avrebbero sottratto anche una videocamera, stampanti e un computer. Resta da accertare se i due carabinieri intervenivano poi in occasione di denunce di furto per cercare di nascondere le prove. Le indagini si sono subito estese anche agli altri furti commessi da circa un anno in tutta la Val Bormida, ma un'eventuale responsabilita' dei due carabinieri sarebbe limitata a cinque episodi avvenuti a Cairo Montenotte. In altri casi, infatti, non erano neppure in servizio. I militari sono gia' stati interrogati e si sono messi a disposizione dell'autorita' giudiziaria. G. D.

giovedì, marzo 18, 2010

MINORI IN PERICOLO NEL SAVONESE










Mentre si consuma il triste e squallido, rito di decine di candidati alle regionali che fanno di tutto, proprio di tutto, per agguantare un voto in più degli altri, i giovani, senza alcuna difesa, subiscono una volta di più le violenze degli adulti.Da settimane affiorano notizie che danno indicazioni inquietanti per le sorti dei minori, in provincia di Savona: arresti di sacerdoti, denuncie ed indagini sempre su un prete , che avrebbe commesso violenze su minori a lui affidati e ancora oggi , una notizia terribile, che riguarda una bimba di soli dodici anni che sarebbe stata abusata ripetutamente da un adulto , suo parente acquisito.Purtroppo a parte chi commette questi odiosi ed infami reati, esiste anche una piaga molto peggiore, quella dell’indifferenza, quella del voltarsi dall’altra parte per non vedere, oppure quella di chi copre o insabbia questi fatti, allontanando dalla scena del crimine personaggi che dovrebbero pagare per i loro misfatti e che invece vengono , praticamente, messi in un angolo, in piena libertà di agire e di reiterare i loro reati orrendi contro i minori.Qualche anno fa, per conclamata situazione di pericolo venne chiusa d’urgenza una comunità di giovanissimi migranti, le indagini appurarono che all’interno di essa, avvenivano fatti che ben poco avevano a che vedere con l’educazione cristiana e pertanto il responsabile, inquisito, fu fatto allontanare a gran velocità, venne anche processato e condannato. A tutt’oggi non ha pagato per le sue colpe, non si sa dove si trovi, forse in qualche comodo sito, lontano dalle manette, dove magari continua i suoi scellerati comportamenti sui minori. Anche in questo caso, chi doveva, non agì oppure se agì lo fece tardivamente e di fronte a danni enormi subiti dai minori che dovevano invece essere tutelati.Le ultime notizie di cronaca, le ultime inchieste portate avanti da coraggiosi magistrati, ci fanno ben sperare che nessuno voglia insabbiare nulla. Oggi , è la festa patronale della città di Savona, ci sarà la processione, l’esposizione del Santissimo e le principali autorità ecclesiastiche e civili sfileranno in processione, chissà se in questi momenti di effimera apparenza e di passerella, tutte queste persone importanti ed autorevoli terranno a mente quelle severe parole, pronunciate dal Nazareno secoli fa ma attualissime : Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare.E soprattutto, chissà se smetteranno di chiudere gli occhi e di fare finta di non vedere.




Roberto Nicolick

mercoledì, marzo 17, 2010

Il sacerdote accusato:

Il cronista del Secolo XIX lo raggiunge a casa.

Il fratello: storie vecchie
Savona. La sua voce è stata registrata, a sua insaputa, dal suo trentottenne accusatore, che, a distanza di vent’anni, lo accusa di presunti abusi sessuali subiti da piccolo. In campeggio, nella struttura parrocchiale in un piccolo centro fuori provincia, e anche nella sua casa di famiglia. Chi lo accusa gli ha parlato cercando di ottenere una confessione, pilotando la discussione su quei temi scabrosi. La pedofilia. A margine di una cena con altri sacerdoti in una società di mutuo soccorso sulle alture di Savona. Il prete accusato viene descritto come un orco con l’ombra della pedofilia già diventato un vestito su misura per le sue spalle. Nelle registrazioni si sente la sua voce, il timbro è riconosciuto da amici ed ex compagni di classe che hanno avuto occasione di ascoltarle. Sono nastri consegnati agli inquirenti che conducono le indagini sui presunti abusi segnalati.


«Lo so, lo so, mi rendo conto, prego per voi, prego per voi quattro». È una delle frasi che gli vengono attribuite. Ce ne sono altre che potrebbero avere moltissimi significati. Parole, interpretabili, di conforto, rivolte a chi si sfoga con lui e gli parla degli abusi subiti. Parziali ammissioni secondo chi lo ha denunciato. Tutte da verificare per chi conduce l’inchiesta alla squadra mobile della Questura.
Ieri mattina poco dopo le 13.30 il prete indagato apre la porta di casa gentile come viene descritto da tutti coloro che lo conoscono. Abita su un bricco, una casetta in pietra, muretti a secco e olivi. Pochissimi vicini, tra cui alcuni stranieri. Una vista sul mar Ligure mozzafiato. Tutt’intorno pace e presunta serenità. Il prete abita in un gruppo di case, racchiuse in una borgata isolata in un piccolo comune dell’entroterra savonese. Dove tutti sanno chi è. Conoscono il suo passato di prete, e quello attuale, di normale lavoratore in un’attività che si occupa di ristorazione nel vicino comune a quello in cui abita. Nonostante come sacerdote si sia tolto l’abito da pochi mesi per chiedere e ottenere dalla diocesi una pausa di riflessione, da tutti viene considerato ancora come un prete.


Poche domande e tutti sanno indicare dove lavora e dove abita. Tra qualche perplessità. «Se lavori nella stessa zona in cui sei stato parroco, è ovvio continuare a essere considerato tale. E quindi la gente continua a venire da te».
Apre la porta di casa al cronista sorridente e pacioso. Viso tondo, pochi capelli, non molto alto di statura. Conferma di essere il sacerdote conosciutissimo non soltanto nei paesini dove ha esercitato l’attività di assistente spirituale, ma anche in altri centri della riviera e nel capoluogo.
Sulla porta alcune piccole insegne in legno. Sopra incise parole di fede, ispirate dalla fede religiosa. Una breve scalinata e all’interno spicca il pavimento e il tavolo in legno. Il computer è aperto. Il sole rischiara la stanza. È solo. Appena gli si dice che il suo ospite è un cronista de Il Secolo XIX impallidisce e non dice più una parola. Lo sguardo si perde nel vuoto. È una questione di secondi. Capisce che la visita è dovuta all’inchiesta che incombe su di lui. Si riprende e indica l’uscita: «Non ho letto il giornale. Non voglio dire nulla. Non rilascio dichiarazioni. Vi accompagno alla porta». E poi immediatamente si chiude dentro. Un doppio giro di chiave. Un gesto che viene notato dalla vicina tedesca che raccoglie la legna. Si stupisce. Perché in quella borgata porte e finestre sono sempre, e tutte, aperte. Ci si preoccupa. Viene chiamato il fratello: «Ho provato a chiamarlo, ma ha il telefonino spento» spiega il fratello a chi gli chiede conto del familiare-sacerdote, che poi in serata riesce a contattare. «Aveva letto il giornale subito, di mattina presto, in cui si era riconosciuto nonostante l’assenza di dettagli sull’identità dei protagonisti. Sono storie vecchie, che risalgono a tantissimi anni fa», spiega il fratello che minimizza. A chi gli sta vicino in queste ore non nasconde il suo stupore. Il sacerdote sa chi è che lo accusa, la cui attendibilità ritiene sia «tutta da verificare, magari ci sono vecchi attriti, problemi di denaro, possibili vendette o ricatti», spiega con i suoi familiari.
Solo quando i magistrati avranno finito di ascoltare tutti i testimoni o le potenziali vittime delle violenze che, al momento, secondo le indicazioni fornite dallo stesso accusatore sarebbero complessivamente cinque, si potrà avere un quadro più chiaro della delicata vicenda. Per il momento, resta soltanto la versione di un trentottenne e il silenzio di chi è finito nel mirino delle sue accuse.

martedì, marzo 16, 2010

ERANO 25 ANNI CHE QUESTO PERSONAGGIO IMPERVERSAVA


Un altro caso di pedofilia sta scuotendo gli ambienti ecclesiastici. Dopo la vicenda del prete alassino Luciano Massaferro, la Procura di Savona torna a indagare su un’altra storia di abusi commessi da un sacerdote. L’uomo, secondo quanto trapelato, sarebbe accusato di violenze sessuali, descritte come veri e propri «stupri», che risalirebbero a circa vent’anni fa, su minorenni (all’epoca). Le vittime, che hanno trovato il coraggio di raccontare quello che avrebbero subito solo nei mesi scorsi, all’epoca dei fatti erano minorenni. Adesso hanno tra i 30 e i 40 anni. Destinatario delle accuse un prete della diocesi di Savona, cinquantenne, di recente messo a riposo su sua richiesta. Ufficialmente per una pausa spirituale a fronte di una vocazione che si sarebbe incrinata nel tempo. Su di lui la Procura della Repubblica ha aperto nei mesi scorsi un’inchiesta affidata agli uomini della squadra mobile della Questura che hanno già raccolto la testimonianza di un gruppo di ragazzi che sarebbero stati molestati. Minorenni che erano abituati a frequentare le sue case. Il racconto dei molestati, a cui è stato chiesto il massimo riserbo su quanto messo a verbale come «persone informate sui fatti», è ora al vaglio della Procura che si sta impegnando nel verificare quanto riferito. Perchè i presunti episodi di violenza sarebbero stati riferiti a così tanto tempo di distanza? È l’interrogativo su cui si stanno muovendo gli inquirenti che non escludono ulteriori episodi, abusi continuati nel tempo. Al centro dell’inchiesta anche l’attendibilità di alcuni dei presunti testimoni dell’epoca, ora adulti in alcuni casi al centro delle cronache locali per svariati motivi. Alcuni di loro avrebbero anche registrato conversazioni con lo stesso prete in cui vengono citati gli abusi. Confidenze raccolte di recente da parte di chi è rimasto in contatto con lui. Nella serata di ieri il vescovo della diocesi di Savona-Noli, monsignor Vittorio Lupi, in merito all’inchiesta ha chiarito come «il prete in questione che conosco, su sua richiesta si sia preso un anno sabbatico, di pausa. Adesso non esercita le sue funzioni religiose». Sulle indagini la curia, per il momento, non ha espresso alcun commento.

martedì, marzo 09, 2010

STIPENDI DEI CONSIGLIERI REGIONALI

Un Consigliere Regionale prende 800 Euro l’ora



Poco piu’ di un idraulico, pensera’ qualcuno Scherzo.
Quanto guadagnano i Consiglieri regionali italiani?13 000 Euro al mese. Se lo sono aumentati da poco, lo stipendio, circa tredicimila Euro al mese.Per legge deve essere l’81% dello stipendio di quello dei parlamentari.Sono state cambiate leggi anti mafia, anti riciclaggio, anti corruzione, peculato e truffa, ma questa no. Questa legge e’ ancora li’.Di media, ripeto media, le ore di consiglio regionale ammontano a 160 l’anno. in circa 30/35 sedute.Cioe’ a dire un consigliere regionale e’ pagato Euro 800 l’ora. Me ne ricordero’ quando mio figlio mi chiedera’ consigli su cosa fare da grande.Io guadagnerei se fossi in Italia, Euro 1328 al mese. Saro’ ancora in tempo per cambiare carriera?Passaimo agli stipendi degli Assessori:Campania (notoriamente una delle regioni punte di diamante per quanto concerne l’amministrazione pubblica) Euro 11 200Calabria 9 500 Euro al mese altra regione che spicca per l’alta qualita’ manageriale dei rappresentanti della cosa pubblicaVal d’Aosta Euro 8600Piemonte 7 700Umbria 3500Lombardia 9000Friuli Venezia Giulia 10 700 EuroVeneto 7600Liguria 6500

Mentre un consigliere in Liguria almeno 11 000 euro.

Tutte le cifre qui sopra non includono i vari indennizzi, rimborsi ecc.

QUANTO GUADAGNA UN CONSIGLIERE REGIONALE ?


giovedì, marzo 04, 2010

LA NORMALE TRANQUILLITA' DEL MALE

LA TRANQUILLA NORMALITA' DEL MALE
La “tranquilla” normalità del male Qualcuno ha permesso ad un pedofilo seriale, in provincia di Savona, di molestare e stuprare decine forse centinaia di ragazzini per circa 25 anni, senza che nessuno lo fermasse o credesse minimamente alle accuse sue vittime; Qualcuno ha permesso che questo orrendo personaggio, inserito in una organismo gerarchico consolidato, gestisse addirittura gruppi di ragazzini, per poterne abusare meglio ; Qualcuno ha lasciato che questo individuo, al mare e ai monti, con le buone e con le cattive trascinasse le sue prede lontano dal gruppo degli altri ragazzi, per abusarne con calma e comodità senza pericolosi testimoni; Qualcuno ha permesso a questo malvagio personaggio, di rovinare la vita a decine di giovani, impedendogli di avere un futuro normale e pieno di speranza come poteva e doveva essere. Qualcuno ha fatto finta di nulla e si è voltato dall’altra parte, per non vedere mentre era suo dovere vigilare che i giovani a lui affidati non subissero alcun male fisico o morale; Qualcuno ha permesso che il Cristo venisse crocifisso ancora, ogni volta di più, che uno di questi ragazzini veniva violentato; Qualcuno non ha osservato e riflettuto su questo passo del Vangelo di Matteo : Chi invece scandalizza anche uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Qualcuno dovrà pagare per tutte le sofferenze, per tutte le lacerazioni che questi giovani , ora uomini fragili e sbalestrati, hanno dovuto subire per due principali motivi : una perversa pulsione distruttiva di un pedofilo seriale e l’omessa sorveglianza di chi doveva vigilare.