Italia – Germania
Ieri notte poco dopo le 22,30 ho
voluto andare in centro a Savona, in Piazza Mameli, proprio di fronte al
monumento con la campana, a fare quattro passi e soprattutto a vedere i
festeggiamenti dei “tifosi” per la recente vittoria calcistica sulla , scarsamente
simpatica, squadra Tedesca.
Premetto che non seguo
assolutamente il Calcio e non ho mai visto alcuna partita, neppure quelle i cui
gioca la nazionale di questo paese, quindi sono ignorante di tattiche, di
squadre e di calciatori, tuttavia conosco molto bene tutto quel mondo marcio e
sotterraneo che ruota da anni attorno al football : corruzione, partite
aggiustate, stipendi elevatissimi, grosse auto, veline, scommesse milionarie e
quant’altro.
Leggendo i quotidiani si vede lo
spazio che occupano diverse notizie : grande rilevanza al calciatore milionario
che va in discoteca con una velina strasexy e minimo interesse ad un operaio,
malpagato, che lascia moglie figli a seguito di una caduta dai ponteggi, ma
purtroppo così va il mondo.
Comunque, per un interesse
puramente sociale, mi trovo in questa grande piazza savonese con la mia fedele
videocamera. Dopo pochi minuti, prima dell’inizio della “fiesta”, giungono
alcune auto di Polizia di Stato e munipale , carabinieri e un’auto senza
contrassegni della Digos con i lampeggianti blu accesi, in tutto uno sparuto
gruppo di una quindicina di agenti, ovviamente una presenza simbolica a fronte
della grande folla che giunge dopo.
Il primo gruppo che arriva
lanciando fischi, trombette e una
bandiera italiana, molto esibita, è composto da una trentina di giovani di
colore, evidentemente hanno un grande sentimento nazionalistico, corrono a
torso nudo per la piazza, urlando di gioia quasi come se anche loro inassassero
i premi partita dei nostri calciatori, alzano le bracci al cielo, cantano,
sorridono hanno al collo sciarpe tricolori, sicuramente hanno bevuto molto e si
vede.
Il secondo gruppo è di balcanici, più misurati e compassati dei
primi, indossano le magliette azzurr con i numeri sulla schiena, quelle sintetiche,
che in genere puzzano terribilmente associate al sudore. Questi due gruppi non
si mescolano fra di loro e arrivano dalla nota piazza del Popolo dove hanno
seguito la partita in due locali.
Gli agenti si stringono attorno
al monumento ai caduti, sembra forte apache assediato dai pelerossa, mi fanno
tenerezza. Poi inizia la bagarre vera e propria: decine e decine di mezzi di
ogni tipo, arrivano e iniziano a girare per questo snodo centrale, auto, moto,
scooter, furgoncini con persone che si protendono pericolosamente fuori dai
finestrini, in mezzo a bandiere sventolare in faccia ai pedoni che corrono
disordinatamente ovunque, noto un piccolo fuoristrada scoperto con a bordo
dieci ragazzi, dicasi dieci, le sospensioni sono compresse pericolosamente,
cinque, dicasi cinque ragazzini senza casco viaggiano a sandwich su uno
scooter, ma d’altra parte sono in molti a guidare le moto senza il casco
stasera sembra di essere in India, mancano solo le mucche sacre e i tuk tuk.
Arriva una supermoto dal prezzo super, che per meglio emergere nel chiasso
assordante smanetta producendo un frastuono assordante, che fa tremare le
arterie e sbavare i presenti ammirati di tanta intelligente esibizione, il
pilota con la ragazza dietro è molto fiero di ciò che sta facendo e la
ragazzina scosciata gode del rumore e forse solo per quello, alcuni
intelligentoni, muniti di bandiera, tentano la scalata del monumento ai caduti
ma vengono stoppati dagli agenti. Arriva un’auto che ha sul tetto tre ragazzi,
la superficie si sflette deformandosi per il peso e si bomba al di sotto, i tre
giovani accennano un passo di danza in modo molto precario.
Qualche scienziato accende dei fumogeni verdi
e rossi, incrementando con nuvole irrespirabili di fumo l’atmosfera della
piazza già ricca di monossido di carbonio. Un suv arriva esibendo sul tetto una
luce lampaggiante arancione, ragazzi e ragazzine saltano ritmicamente gridando
le solite frasi di prassi :” chi non salta”….e quello che segue.
Beh ho visto abastanza e decido di
allontanarmi dal caos, nel silezio, relativo delle vie traverse, penso agli
ospedali, ai malati distesi nei letti e nell’afa estiva, ai vecchi pensionati
che vivono la solitudine in case di cui devono pagare l’IMU, ai tossici alla
prenne ricerca dei soldi per pagarsi il buco quotidiano, ai ragazzi quelli
normali, che passano la notte nelle pubbliche assistenze, ai volontari della
protezione civile che domani andranno nel bosco a lottare contro gli incendi
boschivi e poi penso al fenomeno del calcio giocato e soprattutto non giocato,
al famodo panem et circences, dove gli imperatori, con il metodo buono in tutti i paesi del mondo,
narcotizzavano le masse per meglio mettergli le mani in tasca e farli marciare
a ranghi compatti.
Roberto Nicolick