Convegno
sul rapimento della Famiglia Biamonti e della loro collaboratrice domestica
Elena Nervo e presentazione del libro dossier.
Presso la sala
congressi dell’Hotel San Marco , in Via Leoncavallo 32 r, a Savona, sotto
l’egida della associazione Custodes Terrae, Roberto Nicolick parlerà del suo
libro dossier “ CAMPO A, FOSSA 14/12”, presenterà la serata Simona Saccone
Tinelli Presidentessa della Onlus Custodes Terrae. Il libro di Roberto Nicolick
prende in esame un tragico fatto accaduto a maggio del 1945 : una intera
famiglia sparisce nel cuore della notte,i Biamonti, un nucleo benestante abitante in una
villetta situata in Via Natarella nel quartiere di Legino. Spariscono come per
magia, Domingo Biamonti, ufficiale
della Croce Rossa Militare, sua moglie Nenna Naselli Feo, nobildonna Savonese,
entrambi ultracinquantenni, la figlia Angiola Maria, 23 anni, studentessa e la
domestica Elena Nervo trentenne. Tutti svaniscono misteriosamente da un campo
di prigionia, a Segno nell’entroterra di Vado Ligure, struttura gestita dalla
polizia ausiliaria partigiana, qui , essi erano temporaneamente trattenuti da
qualche giorno, nulla emerge a loro carico su una presunta collaborazione con i
Nazifascisti quindi viene emesso nei loro confronti un ordine di rilascio. Ma
prima che possano ritornare in libertà, qualcuno li preleva nottetempo, da quell’istante,
nessuno li vedrà più, tranne i loro assassini. Attorno a questa scomparsa si
snoda un intrigo di odio, di intolleranza, di ruberie e di despistaggi. Solo
dopo tre anni di ricerche e di indagini , il caso verrà risolto: i corpi dei Biamonti, su cui verranno riscontrate
ferite da arma da fuoco, verranno
ritrovati in una fossa , numero 12, della fila 14 , nel Campo A nel cimitero di
Savona. Qualcuno, con l’autorità di poterlo fare, dopo aver prelevato la povera
famiglia al campo di di Segno, li ha uccisi, portati al cimitero e con il
favore del buio della notte, occultati in una fossa profonda. Per depistare le
ricerche , sulla fossa verrà posta una lapide intestata ad un nome a caso.
Poteva essere un delitto perfetto ma la ostinazione del fidanzato della figlia,
non avesse smosso le acque e convinto la Magistratura a indagare, e altri testimoni
a parlare. Gli anni dal 1945 al 1950 erano molto rischiosi, non ci voleva molto ad essere minacciati
e poi liquidati. Alla fine le indagini
dei Carabinieri arrivarono ad un risultato tangibile, esplose il caso con tutte
le sue implicazioni, i responsabili arrestati e rinviati a giudizio. Fu
accertata una strage compiuta in nome di
bassi istinti e in base ad una distorta visione della vita che contribuii a
creare a Savona un clima di odio ideologico. Tutti i protagonisti di questa
storia sanguinaria non sono più in vita, Gli assassini si portarono nella tomba
i propri segreti, nessuno fra di loro manifestò pentimento, in mezzo a questa
vicenda, giganteggia una figura, quella di Luigi Rolandi, il fidanzato di
Angiola Maria, che spinto da un amore fortissimo, lottò contro tutti e tutto,
esponendosi in prima persona riuscendo a sgretolare l’omertà eletta a sistema,
in una città che doveva essere liberata, ma che in realtà libera non era
affatto.
Roberto Nicolick
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