La strage di Andorno di
Tollegno
Valle del Cervo
Biella
22 marzo 1944
Questa zona del Biellese
era all'epoca dei fatti provincia di Vercelli, ora non non più,
dipende da Biella, sede già allora di industrie tessili di grande
importanza e dal 43, era una zona dove operavano alcune formazioni
partigiane comuniste, molto ligie ed ortodosse al dogma, non era un
caso che proprio a Tollegno lavorasse come operaio tessile Francesco
Moranino, detto “Gemisto” futuro “onorevole”, termine poco
appropriato nel suo caso, del PCI e al centro di numerose inchieste
su atrocità compiute su civili e militari della RSI. Moranino
dovette pure fuggire oltre cortina a Praga, dove si prodigò con
grande entusiasmo, attraverso Radio Praga a diffondere propaganda
anti Italiana
In zona, non 'cera solo
Moranino ma anche un certo Moscatelli, entrambi comunisti duri e
puri, talmente duri da non tollerare la presenza di altre formazioni
partigiane legate alla Monarchia infatti appena seppero che ad Oropa
si era formato un distaccamento di resistenti non comunisti,
piombarono in zona e li costrinsero alla fuga. Ma questa è un'altra
storia.
Caterina Tiboldo, 48 anni
operaia e le sue graziose figlie, Angiolina, 20, Mariuccia , 18
anch'esse operaie e Carmen 16 , che faceva la sartina , ricevettero
la notte del 22 marzo 1944, nel casale isolato alla periferia di
Andorno, dove abitavano, la visita sgraditissima di un gruppo di
partigiani armati, guidati da tale Isidoro Zanchi, “Gaio” , di
soprannome ma non di fatto.
Zanchi affermò di aver
fatto irruzione nel casale alla ricerca di un gruppo di militari
della RSI ma trovò solo quattro donne indifese , appunto Caterina,
Angioina, Mariuccia e Carmen e due bimbi, Italo di 4 anni e Mirella
di 3, i due uomini di casa in quella circostanza erano assenti per
lavoro, dopo aver sfondato la porta non trovarono armi o armati, e
le povere donne non erano Fasciste, ma evidentemente questo eroe di
sta cippa, non volle sciupare la nottata.
Quello che accade nel
casale non si sa con precisione, ma è immaginabile, i partigiani
rossi erano usi a stuprare in branco, le femmine, vecchie e meglio se
giovani e giovanissime.
Gli abitanti del luogo
udirono urla e invocazioni di aiuto per diverse ore della notte e
dopo tutto ciò, raffiche di mitra provenire dal cimitero e poi il
silenzio, Ovviamente non osarono mettere il becco fuori da casa,
erano noto che la peggior feccia facesse parte di questi gruppi
armati che giravano con il foulard e la stella rossi cucita sulla
giacca.
All'alba del giorno dopo,
i Carabinieri recatisi alla casa dei Tiboldo la trovarono con la
porta sfondata, l'interno era devastato e saccheggiato, dopo aver
attraversato il ponte che passa sul torrente Cervo i militi
raggiunsero il cimitero di Tollegno e trovarono accanto al muro di
cinta quattro corpi di donne crivellati di colpi e abbracciati a loro
due bimbi che piangevano disperati, Italo e Mirella.
La ferocia di questo
eccidio compiuto di fronte a due bimbi che rimasero segnati per tutta
ala vita colpì tutta la popolazione del Biellese che intervenne in
massa alle esequie delle povere vittime, poi si seppe che la causa
scatenante era il fatto che la povera Carmen facendo la sarta, aveva
tra i suoi clienti alcuni militi repubblichini.
Grazie a questa indegna
azione, due giorni dopo , cinque partigiani prigionieri della Guardia
Nazionale Repubblicana furono passati per le armi nello stesso luogo
dove era avvenuto la strage delle quattro donne.
In quel sito c'è una
lapide che ricorda giustamente i cinque prigionieri fucilati, ma
nulla di nulla che ricordi che in quel luogo quattro donne dopo
inumane sofferenze furono assassinate da criminali feroci e
politicizzati.
Roberto Nicolick
( manovalanza della libertà
)
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