Ingegner Michele Soliveri
5 maggio 1945
Crescenzago
L'ingegner Michele
Soliveri, era un dirigente della Magneti Mrelli di Sesto San
Giovanni, di anni 54, sposato con due figli, era un valente tecnico e
una persona per bene, l'azienda per cui egli lavorava era stata prima
commissariata dai Tedeschi e dopo la liberazione dal CNL, in
particolare all'interno dell'azienda vi era un nutrito gruppo di
partigiani che chiedevano continuamente somme di denaro
all'ingegnere, affermando di essere autorizzati a farlo a nome e per
conto del CLN della Fabbrica.
In realtà queste somme
di denaro prendevano altre vie che nulla avevano a che fare con la
resistenza. L'ingegnere Soliveri forse si accorse di questo fatto e
iniziò a fermare le elargizioni, da quel momento iniziò nei suoi
confronti una vera e propria persecuzione, fu accusato di aver
fornito ai Nazisti gli elenchi degli scioperanti delle agitazioni del
1944, di aver chiamato all'interno della fabbrica i fascisti della
Legione Muti allo scopo di mantenere l'ordine fra le maestranze,
ovviamente erano tutte accuse false e strumentali.
Nonostante tanto odio
indotto nei suoi confronti l'ingegnere che era una persona sincera e
specchiata dopo due “processi del popolo” a cui fu sottoposto,
venne prosciolto da ogni accusa . Per precauzione la direzione della
Magneti Marelli lo obbligò ad occupare uno studio blindato
all'interno dell'azienda.
Ma i suoi persecutori non
mollavano e la sera del 5 maggio 1945, fu prelevato presso la sua
abitazione di Crescenzago, portato nei pressi del cimitero dello
stesso paese e assassinato a raffiche di mitra, il suo corpo trafitto
da diversi colpi d'arma da fuoco fu trovato in un piccolo rio che
costeggiava il muro perimetrale del camposanto, privo del portafogli
e dell'orologio.
Le indagini degli
inquirenti non partirono subito per le evidenti difficoltà che il
contesto storico, politico e sociale presentavano, ma i suoi
assassini, che erano usi frequentare osterie e scolare bottiglie di
vino in gran quantità, forse sotto l'effetto dell'alcol o preda di
un delirio di onnipotenza , si vantarono pubblicamente in uno di
questi locali di aver ucciso l'ingegnere Soliveri.
Queste vanterie giunsero
sino alla Questura di Milano che nel gennaio del 1953, procedette
all'arresto di cinque persone accusate dell'omicidio dell'ingegnere,
Emilio Dagari di anni 39 anni, già commissario politico dello
stabilimento, l'impiegato Cesare Minussi di anni 44, il meccanico
Luigi Beretta di anni 46, l'aggiustatore Aldo Pastrello e l'impiegato
Nicola Vaglia di anni 19 tutti abitanti a Sesto San Giovanni.
I motivi che avevano
indotto i cinque a sbarazzarsi di lui sembra debbano ricercarsi nel
fatto che la vittima era venuta a conoscenza che le somme da egli
versate in favore della lotta clandestina, non erano mai state
consegnate al CLN .
I disonesti temendo una
sua rivelazione decidevano di ucciderlo approfittando del periodo
insurrezionale e del momento critico. Nel novembre del 1953, i cinque
imputati vennero rinviati a giudizio presso la corte di assise di
Milano e lì giudicati, dopo una settimana di udienze, la corte
condannò Luigi Berretta, Aldo Pastrello e Nicola Vaglia a 14 anni di
detenzione ciascuno di cui 9 condonati e mandò assolti per non
aver commesso il fatto, Emilio Dagaro e Cesare Minussi.
A dieci anni della sua
infame uccisione, l'azienda per cui egli lavorò decise di dedicargli
un busto ed una targa nell'atrio principale della fabbrica ,
ricordando i trentacinque anni della sua vita che l'ingegnere donò
alla Magneti Marelli, “la Magneti Marelli ricorda il suo prezioso
collaboratore e addita a tutti la sua vita come esempio di fedeltà,
rettitudine e dedizione al lavoro “
Roberto Nicolick
Umile manovale della
Libertà
Negli anni 30 andava a caccia con mio padre a ricengo poi lo porto a lavorare alla magneti marelli di Crescenzago.
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