Ettore Gazza
settembre 1946
Località Torchiano,
comune di Montechiarugolo ( Parma)
Sul tramonto in località
Torchiano, Ettore Gazza , un tranquillo signore di sessantasei anni,
stava tornando a casa pregustando l'aria settembrina del Parmense,
non si accorse della presenza di un uomo acquattato dietro ad un
cespuglio che appena il viandante si avvicinò, si alza puntando il
suo mitra e lo uccide senza pietà.
Gazza verrà cercato dai
suoi famigliari che non lo vedono tornare e lo trovano in un lago di
sangue oramai morto sul sentiero che lo avrebbe portato a casa.
Ettore Gazza , non era un fascista, non aveva quindi nostalgia del
ventennio, era una persona tranquilla, serena, che amava dialogare
con la gente e bere un buon bicchiere di vino in compagnia in qualche
osteria, mai una lite, mai un battibecco.
Era tornato di recente
dall'America e aveva un solo programma, godersi con i suoi , nella
terra natale la piccola fortuna che si era costruito, con il suo
lavoro negli Stati Uniti.
Una aspirazione umana,
onesta e legittima ma che ai partigiani comunisti doveva apparire
come una cosa volgarmente borghese da reprimere prima a parole e poi
nei fatti.
E per questo il vecchio e
tranquillo emigrato tornato in patria, per concludere in armonia la
sua vita è stato ferocemente assassinato e mai si saprà chi è
stato il responsabile.
Le indagini arrivano
tutte alle stesse conclusioni sul motivazioni del nuovo omicidio,
nessun movente di natura politica legata ad una presunta adesione
alla RSI, nessuna motivazione personale atta a far configurare
l'ipotesi di una vendetta. Tutte le morti verificatesi a catena nelle
provincie di Reggio e di Modena toccavano dei possidenti, dei
benestanti, dei borghesi, che vivevano in modo agiato.
Era la futura società
che ai partigiani comunisti non andava bene e che doveva essere
cambiata non con la dialettica ma con il mitra.
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