domenica, giugno 29, 2025
Antonietta Signorile 16 anni Lorenzo Bianchi 26 anni Regione Lionetta (Albenga) 1 giugno 1976 Lorenzo e Antonietta erano una coppia di fidanzatini residenti lui ad Alassio e lei ad Albenga, molto diversi tra loro, lei giovanissima sedicenne ,senza esperienze di vita, bravissima ragazza , appartenente ad una numerosa famiglia, con cinque fratelli, e lui, Lorenzo già con precedenti penali per furti, rapine, prostituzione. La ragazza lavorava in una pensione ad Alassio come cameriera e proprio di fronte alla struttura alberghiera, abitava Lorenzo. I due ragazzi, dopo essersi conosciuti, avevano iniziato a frequentarsi, si amavano e forse lei progettava con il suo amore di riportare Lorenzo sulla retta via,dopo che era stato liberato di recente dal carcere, ma non è andata così purtroppo. I ragazzi quella sera, come al solito, si vedevano e sarebbero usciti assieme incontrandosi alle 22 sotto la casa di lei, lui era venuto a prenderla su un’auto , una Fiat 124 di colore verde, che gli era stata prestata da una commerciante di Albega, Jole C. .I loro cadaveri verranno ritrovati in quella stradina su quell’auto, alle 6 del mattino successivo, morti, devastati da alcuni colpi di doppietta, lei reclinata sul corpo di lui. Il bersaglio era sicuramente Lorenzo, Antonietta si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato e ha perso la vita per questo. Esiste anche una misteriosa figura di un giovane, dal marcato accento napoletano, che pare fosse con Lorenzo quando questi venne a prendere in auto Antonietta e che ricomparve, da solo, verso le 2 del mattino senza la coppia. Di questo ragazzo nessuno sa dire il nome. La madre della ragazza nota l’auto con la coppia e con i due passeggeri seduti dietro, transitare sotto casa, in seguito li riconoscerà anche in sede di giudizio. Dai rilievi successivi si accerta che gli assassini erano due, saliti entrambi sull’auto e sedutisi sui sedili posteriori da dove hanno iniziato l’azione, inoltre al Bianchi è stato sparato inizialmente un colpo con una cal. 7,65 da dietro, la pallottola ha perforato il cranio e ha raggiunto la base dello sterzo. Il bossolo è stato trovato dietro, sotto i sedili. Evidentemente i due killer da dietro, hanno iniziato a discutere con il Bianchi, poi hanno deciso di sparargli un colpo di pistola alla testa, la ragazza si è intromessa e ha ricevuto un colpo di lupara alla mano e al braccio, quindi i due sono scesi e hanno sparato alla coppia dai finestrini finendoli. Fu una spietata esecuzione portata a termine con una ferocia incredibile, due ragazzi così giovani non dovevano morire in quel modo. Le indagini portano subito al mondo scuro che Lorenzo frequentava e in particolar modo ad una rapina avvenuta poco tempo prima, compiuta alla filiale bancaria dell’Ospedale Santa Corona, Lorenzo conosceva molti particolari connessi a questa rapina e avrebbe chiesto un prezzo troppo elevato per il suo silenzio, a persone che non potevano accettare ultimatum da un ragazzo, in quanto loro si consideravano capi malavitosi di alto rango, quindi molto probabilmente qualcuno molto in alto nell’organigramma della malavita organizzata diede l’indicazione di liquidarlo. La povera Antonietta che non c’entrava nulla con quel mondo perse la vita forse perché aveva visto i killer in faccia. Forse Lorenzo si era portato dietro la sua fidanzatina perché riteneva che la sua presenza lo avrebbe garantito da eventuali aggressioni ma si sbagliava. L’incontro tra la coppia e i due killer avvenne in un locale notturno, Il castello a Pietra Ligure, dopo qualche ora i quattro sulla stessa auto si spostavano in direzione di Albenga, in località Lionetta dove la discussione prese una brutta piega esi concluse con il duplice omicidio. Nei giorni successivi vengono fermati dai Carabinieri del Capitano Riccio due personaggi , Luigi D.R. e Fedele L.R., indagati e rinviati a giudizio. Il Procuratore della Repubblica definirà queste due persone nella sua arringa, come “ due boss che impongono la legge spietata del racket”. In primo grado D.R., di Afragola, verrà condannato all’ergastolo e l’altro imputato, L. R. assolto per insufficienza di prove, in Corte d’assise a Genova, Anche in Cassazione la sentenza verrà confermata, nonostante l’imputato continui a proclamare la sua innocenza. Sconterà la su pena presso il Carcere di Procida. Dopo sette anni di pena, chiese un colloquio con un magistrato in cui confessò il duplice omicidio dei due giovani e fece una chiamata di correità nei confronti dell’altro imputato prosciolto. Tuttavia questa sua dichiarazione non ebbe nessun effetto pratico visto che la sentenza era già passata in Cassazione. Secondo le sue dichiarazioni Lorenzo avrebbe voluto una tangente sui guadagni da prostituzione nella zona e questo avrebbe causato la sua condanna a morte che avrebbe coinvolto la sua giovane fidanzata.
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