sabato, febbraio 25, 2017

Ferroni Emilio ex sergente della San Marco

Il 25 di giugno 1945, intorno alle 23, a Carcare, Savona, all'interno del cimitero cittadino, viene trovato un cadavere, di un uomo di 33 anni, ucciso a colpi di arma da fuoco alla testa. L'uomo che poi verrà identificato per l'ex sergente della San Marco Ferrono Emilio, classe 1912, nativo di Marciano di Romagna, è stato assassinato a guerra abbondantemente finita in un angolo nascosto del cimitero , proprio perchè nessuno potesse vedere l'esecuzione.
Emilio Ferroni era stato preso dai partigiani a Milano, dove da smobilitato si era recato presso la sua famiglia che abitava in Via Giorgio Washington 49 a MIlano, e poi trasportato a Carcare, preso in custodia da una formazione partigiana locale.
Secondo il rapporto dei Carabinieri della Stazione Territoriale di Cairo, i partigiani che lo avevano in custodia avevano dato assicurazioni sulla sua incolumità.
Assicurazioni assolutamente prive di alcun fondamento, visto che poi il prigioniero è stato travato morto. Inoltre non pendeva su di lui alcun procedimento penale e nessuna sentenza era stata emessa contro di lui.

Quindi di omicidio si tratta senza alcun dubbio. Il pretore di Cairo Montenotte dopo aver visionato il cadavere, dava indicazione ai Carabinieri di effettuare indagini relative alla sua morte che ovviamente non approdavano a nulla , data l'omertà per il terrore di ritorsioni che i partigiani comunisti ancora esercitavano sul Savonese e il Giudice Istruttore presso Palazzo di Giustizia di Milano, De Ciccio, cercava i suoi parenti residenti a Milano per indagare sulla morte dell'ex sergente. In effetti venivano rintracciati la moglie, Elvira Benevenuto, la figlioletta Gabriella di anni 6 e i suoi genitori, Enrico Ferroni e Maria Brocchi. La famiglia della vittima affermava che Emilio era stato prelevato dai partigiani Milanesi con la solita scusa di essere interrogato e poi il nulla. Solo in seguito essi apprendevano che il loro congiunto era stato portato in Liguria. E poi più nulla.





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