Il 25 di giugno 1945, intorno alle 23,
a Carcare, Savona, all'interno del cimitero cittadino, viene trovato
un cadavere, di un uomo di 33 anni, ucciso a colpi di arma da fuoco
alla testa. L'uomo che poi verrà identificato per l'ex sergente
della San Marco Ferrono Emilio, classe 1912, nativo di Marciano di
Romagna, è stato assassinato a guerra abbondantemente finita in un
angolo nascosto del cimitero , proprio perchè nessuno potesse vedere
l'esecuzione.
Emilio Ferroni era stato preso dai
partigiani a Milano, dove da smobilitato si era recato presso la sua
famiglia che abitava in Via Giorgio Washington 49 a MIlano, e poi
trasportato a Carcare, preso in custodia da una formazione partigiana
locale.
Secondo il rapporto dei Carabinieri
della Stazione Territoriale di Cairo, i partigiani che lo avevano in
custodia avevano dato assicurazioni sulla sua incolumità.
Assicurazioni assolutamente prive di
alcun fondamento, visto che poi il prigioniero è stato travato
morto. Inoltre non pendeva su di lui alcun procedimento penale e
nessuna sentenza era stata emessa contro di lui.
Quindi di omicidio si tratta senza
alcun dubbio. Il pretore di Cairo Montenotte dopo aver visionato il
cadavere, dava indicazione ai Carabinieri di effettuare indagini
relative alla sua morte che ovviamente non approdavano a nulla , data
l'omertà per il terrore di ritorsioni che i partigiani comunisti
ancora esercitavano sul Savonese e il Giudice Istruttore presso
Palazzo di Giustizia di Milano, De Ciccio, cercava i suoi parenti
residenti a Milano per indagare sulla morte dell'ex sergente. In
effetti venivano rintracciati la moglie, Elvira Benevenuto, la
figlioletta Gabriella di anni 6 e i suoi genitori, Enrico Ferroni e
Maria Brocchi. La famiglia della vittima affermava che Emilio era
stato prelevato dai partigiani Milanesi con la solita scusa di essere
interrogato e poi il nulla. Solo in seguito essi apprendevano che il
loro congiunto era stato portato in Liguria. E poi più nulla.
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