Brunilde Tanzi
17 gennaio 1947
Milano
Brunilde Tanzi , classe
1912, sorella del giornalista Gastone, era una ausiliaria
repubblichina, anzi di più, senza nulla togliere alle sue colleghe
del SAF, una Ausiliaria della leggendaria Decima Mas, aveva aderito
al reparto di Borghese, pur sapendo che la situazione era molto
difficile, ma Brunilde oltre ad essere una gran bella ragazza, alta e
mora con due occhi scuri e profondi, era anche molto coraggiosa con
degli ideali in cui credeva fermamente. Molto probabilmente aveva
anche partecipato ad azioni di controbanda di contrasto alle brigate
partigiane.
Dopo il 25 aprile 1945 i
partigiani la presero prigioniera e la sottoposero alla rasatura
pubblica dei capelli, il solito rito maschilista che voleva essere
uno sfregio alla femminilità delle donne fasciste, ma questo non
fermò Brunilde la quale non disdegnava di sfidare le squadre dei
partigiani comunisti con senso dell'umorismo e con una ironia che
aveva il potere di coprire di ridicolo questi personaggi.
Celebre fu la sua azione
ironica e non violenta, con cui nel 1946, ridicolizzò la polizia
ausiliaria partigiana , riuscendo a sostituire un disco in vinile,
con dei contenuti pubblicitari, che doveva essere divulgato
attraverso dei megafoni in centro a Milano, con uno su cui era
inciso il famoso brano fascista “Giovinezza”. Grande fu la
sorpresa della gente, quando proprio quella canzone aleggiò su
Piazza Duomo.
Anche per questo motivo,
gli assassini della Volante Rossa di Milano, i boia comunisti,
decisero di ucciderla e così avvenne, in centro a Milano, intorno
alle 22, in Via San Protaso, la Tanzi fu affrontata da alcuni killer
che la colpirono spietatamente con un colpo di pistola automatica in
pieno petto, quasi come un plotone di esecuzione.
Morì a 35 anni,
riuscendo solo a pronunciare il suo nome, forse ridendo dei suoi
assassini che dovettero essere in tre per ammazzare una donna sola.
Lo stesso giorno, una sua amica , anch'essa ex appartenente alla SAF,
Eva Maciachini, fu uccisa con il solito colpo di pistola, venne
abbandonata nuda e semi carbonizzata per renderla irriconoscibile
su un terrapieno della ferrovia a Lambrate a poca distanza dalla sede
della Volante Rossa, in Via Conte Rosso.
Per giorni questo corpo
non ebbe un nome, poi qualcuno la identificò.
I responsabili di questi
due omicidi non vennero mai identificati e nei processi successivi a
carico della Volante Rossa , nessuno degli imputati alla sbarra,
ammise mai la propria colpevolezza in questi due vili omicidi.
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