La maestra Teodora Cosmin,
detta Dora
Come è noto la povera
maestra Cosmin, di 46 anni, fu rapita a luglio 1945, da partigiani
comunisti, al suo arrivo presso la stazione ferroviaria di Savona
Letimbro, portata in località Purada sulle alture tra Vado Ligure e
Segno, qui fu seviziata e assassinata e non venne mai ritrovata.
La sua colpa era quella
di essere sorella di un gerarca della RSI, Piero, morto tuttavia di
malattia nel maggio del 1945, quindi quello della Dora fu un
assassinio sadico ed inutilmente malvagio.
Non tutti sanno e si
evidenzia da alcuni documenti che pubblico di seguito, che i compagni
di Quiliano l'avevano già messa nel mirino da tempo, infatti fu
oggetto di un primo tentativo di sequestro , finito male, per
l'intervento di alcuni militari della S.Marco.
Il fatto accadde il 7
gennaio del 1945, la maestra era sfollata da Alassio a Quiliano
presso la famiglia Toso, era sera quando fu aggredita da un uomo che
tentò di tacitarla con una sciarpa che le strinse sulla bocca, a
seguito della sua disperata resistenza, intervenne un altro rapitore
travisato con una maschera sul viso, la povera maestra continuò a
reagire e in quel momento da paura, furono attratti dal trambusto
alcuni militari della San Marco che ingaggiarono con questi una
sparatoria.
La Dora alla fuga dei
suoi rapitori, salì in casa e dopo aver accese le luci si affacciò
alla finestra da dove vide che i San Marco avevano preso di due
rapitori che comunque erano difesi a spada tratta da due donne, la
madre e la sorella.
Una volta in ,salvo fu
convocata in caserma per il riconoscimento dei due soggetti e grande
fu la sua sorpresa nel riconoscere in uno dei due personaggi un
giovane da lei beneficiato in diverse occasioni e che purtroppo
invece di dimostrare gratitudine la voleva rapire e farle fare una
brutta fine.
Interrogato in proposito
il giovane confermò, che essi avevano avuto ordine di rapirla e che
nel gruppo c'era un terzo uomo riuscito ad eclissarsi dopo aver
abbandonato una pistola automatica che in effetti venne rinvenuta a
terra ancora calda per gli spari che aveva esploso contro la
pattuglia di S. Marco.
I tre rapitori erano di
base in un accampamento partigiano chge era situato sul Monte
Baraccone davanti a Quiliano e era figlio di un certo Carlito,
soprannominato U Foa,
La maestra rimase
sconvolta di questo fatto, ringraziò i militari che l'avevano
salvata , il Tenente Ulrico Guerrieri di Borgo a Buggiano ( Pistoia )
e i due marò, Giacomo Giancarlini e Giovanni Esposito tutti del
presidio di Quiliano, poi decise per quella notte di dormire in
Caserma e chiese di poter vaere una pistola per poter difendere al
sua persona.
Purtroppo i partigiani
comunisti non mollarono e pochi mesi dopo quella notte la rapirono
quando meno lei se l'aspettava e fecero quello che fecero.
Ancora oggi la Dora
Cosmin ha come tomba un bosco, un prato o una forra sulle alture del
quilianese e nessuno può andare a pregare o a deporre un fiore su
una sepoltura Cristiana , cosa che i suoi assassini le negarono.
R.N.
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