domenica, giugno 29, 2025

Carlotta Michetti 16 febbraio 1923 Gli squartatori di Bormida Carlotta Michetti era una solida donna di campagna, abitava a Bormida, ben voluta da tutta la popolazione di Bormida, aveva 63 anni, da tempo la donna che viveva sola, in una umile casa colonica era costantemente in lite, per motivi di proprietà e di confini, con una famiglia vicina, i Zunino. Come accade in questi casi, i litigi erano continuativi e avevano portato la Carlotta addirittura a essere aggredita dalla famiglia dei vicini, Bernardo Zunino di 47 anni e Maria Teresa Giribone di 44 anni. A seguito di questa zuffa, Carlotta aveva sporto querela, poi ritirata a seguito di pagamento dei danni da parte dei Zunino. Il 16 febbraio del 1923, la donna scomparve, tutte le ricerche furono vane, era come volatilizzata. I suoi vicini affermarono che era partita per la riviera dove aveva dei parenti e che prima di partire aveva venduto loro una capra e un certo quantitativo di castagne. L’atteggiamento degli Zunino era molto sospetto visto che spesso cambiavano la versione sulla sparizione della vicina. Improvvisamente Bernardo si allontanava e raggiungeva la Francia come per sfuggire a qualcosa. Nel corso di una perquisizione nella abitazione dei Zunino, si rinvennero degli effetti personali della Michetti , lenzuola e stoviglie, all’interno della casa dei Zunino. Particolare inquietante nella stalla della Michetti, fra il letame furono trovati uno scialle e un grembiule della scomparsa, macchiati di sangue oltre ad una calza della Carlotta sotterrata a poca distanza dalla abitazione dei Zunino. Inoltre un fratello di Bernardo, Basilio, fu notato una sera, nei pressi della casa della scomparsa, con un baule sulle spalle di cui affermò in seguito di ignorare il contenuto. In casa sua, i Carabinieri trovarono delle lenzuola a cui erano state strappate le iniziali identificative e soprattutto dei titoli per un valore di 8000 lire, non di proprietà dei Zunino. La moglie di Bernardo fu messa sotto pressione e confessò che il marito aveva ucciso la vecchia, inoltre ammise di aver dovuto lavare gli abiti del coniuge , lordi di sangue. La moglie e il fratello del latitante furono posti sotto arresto mentre le ricerche proseguivano. La confessione della Giribone è semplice e terribile allo stesso tempo: il marito uccide Carlotta, con una roncola, la smembra, si fa aiutare da lei e dal fratello per occultare il tronco con la testa a Tecchio Vecchio e gli arti a Ranco di Maglia, sotterrandoli. Inizialmente il corpo fu sepolto a poca distanza da casa, sotto un melo, poi fu dissepolto e dopo essere stato smembrato sparso nel raggio di un chilometro quadrato, nella notte del 1 maggio 1923. Fu un lavoro lungo e macabro. Bernardo Zunino fu arrestato in Francia e estradato in Italia, confessò di essersi incontrato nella casa della donna per offrirsi di acquistare la casa ma lei rifiutò, nacque una discussione che presto degenerò e l’uomo la aggredì e la colpì furiosamente con una accetta o una roncola, lei si difese strenuamente, infatti gli avambracci del cadavere apparivano segnati da profonde ferite da difesa, l’assassino dovette faticare non poco per finire la donna, cosa che fece con sette fendenti. Le urla della vittima avevano richiamato la moglie dell’assalitore che giunta sul luogo dell’aggressione aveva constatato l’accaduto. Tutti i Zunino in stato di arresto saranno rinviati a giudizio presso la Corte di Assise di Savona per omicidio volontario e furto. Il processo sarà seguitissimo da centinaia di persone che affolleranno l’aula della corte di Assise di Savona. Alla fine del dibattimento, Bernardo Zunino, riconosciuto colpevole, verrà condannato a 30 anni di detenzione più 10 anni di vigilanza speciale oltre alla interdizione perpetua dai pubblici uffici, la moglie verrà condannata ad un anno peraltro già scontato in carcerazione preventiva e anche il fratello di Bernardo, Basilio sarà assolto.

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