domenica, giugno 29, 2025
Calogero Messina detto Lillo Borghetto Santo Spirito 24 maggio 1983 19 anni Calogero era un giovane artigiano di Borghetto, figlio di un commerciante di frutta e verdura, come molti altri proveniva dal sul dell’Italia, bravo ragazzo e gran lavoratore, atletico e prestante, piaceva molto alle donne della zona. Fu trovato nel maggio del 1983, alle 1,30 del mattino del 24 maggio 1983, agonizzate in un lago di sangue con vaste ferite al torace da arma da taglio, in una traversa privata che va in direzione di Toirano. Era stato accoltellato senza pietà con diversi fendenti. Trasportato dall’ambulanza a santa Corona vi spirò nonostante tutti i tentativi di salvarlo. La dinamica fu ricostruita nel corso del processo , secondo il P.M. il ragazzo si vedeva con alcune donne che esercitavano il mestiere più antico del mondo sulla Strada Statale n. 1, le donne erano sensibili al suo fascino, ma queste avevano , una in particolare, un protettore. Secondo la tesi dell’accusa durante il processo, la donna che si era incontrata con Calogero, disse al suo protettore di essere stata rapinata dell’incasso della notte e indicò come responsabile del furto proprio il giovane artigiano. Il magnaccia lo accoltellò a sangue, lasciandolo rantolante nel vicolo e , pare, impedendo ai presenti di soccorrerlo. Ovviamente il ragazzo venne attirato in una zona buia con uno stratagemma e colpito con un fendente al cuore che non gli lasciò scampo. Esperto di arti marziali e molto forte fisicamente aggredito da più persone si difese strenuamente ma probabilmente venne trattenuto alle spalle mentre il suo assassino lo colpiva al cuore con un coltello. Resosi conto di avere una fortissima emorragia al torace, il giovane carpentiere si toglieva la camicia e con essa tentava di bloccare la perdita di sangue senza tuttavia riuscirci. L’ambiente notturno che il giovane frequentava si è chiuso a riccio ed è permeato da una omertà molto profonda che non permette di arrivare ad ottenere confidenze. Tuttavia a marzo dell’84, viene rinviato a giudizio Antonio Di Caprio, pare che il movente fosse il fascino che Calogero, bello e affascinante, avesse sulle donne della scuderia del di Caprio che assieme ad altri gestiva in zona. A indirizzare gli inquirenti verso il Di Caprio fu una segnalazione anonima, in effetti egli aveva gli abiti sporchi di sangue e il giorno successivi alla morte del ragazzo si era trasferito a Genova dove fu fermato dalla polizia. In seguito nel corso di un processo, l’imputato fu prosciolto e ancora oggi non si sa chi abbia ucciso a coltellate il povero Calogero.
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