Pierina Gallo
Febbraio 1979
La panettiera di
Cairo Montenotte
Pierina Gallo è una donna di 57
anni, notissima sia a livello commerciale e prima ancora come persona, molto
stimata a Cairo Montenotte, dove in quegli anni, tutti si conoscevano e
intrattenevano rapporti cordiali.
Nativa di Cortemilia, Pierina
proveniva da una famiglia di commercianti, e proprio a Cortemilia aveva ancora
casa, una piccola villetta sulla strada che porta a Serole, da adolescente
aveva frequentato l’avviamento professionale mostrando ottime caratteristiche
intellettive. Il padre con la moglie aveva una negozio di commestibili a Borgo
San Pantaleo. La famiglia Gallo decide di trasferirsi a Cairo dove apre un
forno con vendita di pane in Piazza Stallani, acquista anche un appartamento a breve
distanza dal negozio. Dopo la morte dei genitori Pierina è coinvolta
completamente nella attività commerciale, è sempre dietro il banco e il
commercio le rende molto, la domenica, quando abbassa la serranda e va a fare
una pausa, l’unica, nella sua casa natia di Cortemilia dove aveva le radici e i
parenti.
Viene trovata cadavere in casa
sua, in piazza Stallani 8/1, nel febbraio del 1979, da un vicino di casa che aveva una macelleria
nella stessa zona, a pochi metri dal
negozio, sgozzata con 21 coltellate di cui quelle mortali inferte alla gola, con brutale violenza. La
porta non era forzata e all’interno dell’appartamento non c’erano segni di
colluttazione, solo cassetti e armadi aperti come se l’assassino avesse cercato
qualcosa.
Come al solito nessuno ha visto o
udito nulla di rilevante per le indagini. Qualcuno ricorda solo che poco prima
dell’omicidio, un giovanotto biondo, tarchiato e con i baffi, entrò in negozio ad effettuare un acquisto e
si scambiò uno sguardo di intesa con la signora che era dietro al banco. Tra le
dita della vittima fu trovata una ciocca di capelli biondi, all’epoca, siamo
nel 1979, non esistevano le indagini scientifiche dei R.I.S. e quindi la ciocca repertata sulla scena del
crimine non venne mai analizzata per estrarne il DNA. Pare anche che la
commerciante avesse in quel giorno un appuntamento con un rappresentante,
circostanza che però non fu mai confermata.
L’unico risultato concreto delle
indagini fu la denuncia ed il rinvio a giudizio per favoreggiamento, di una
parente della Tina Gallo, per l’esattezza sua cognata, che negò sempre la
presenza nel negozio di questo giovane biondo. In seguito sarà assolta con formula
piena. Rimane ancora oggi l’interrogativo su chi e perché ha ucciso Tina Gallo
con questa ferocia. Correva voce che la panettiera particolarmente benestante,
prestasse denaro e che qualcuno che non essendo in grado di restituire la somma l’avesse aggredita
dopo una discussione, ma su questa ipotesi non ci furono mai riscontri
oggettivi.
La Gallo lasciò una notevole
eredità consistente in immobili e diversi libretti al portatore, tutta questa
fortuna andò alla nipote a cui lei era particolarmente affezionata, infatti la
nipote da piccola accompagnava sempre la zia nei ritorni domenicali a
Cortemilia.
A distanza di 11 anni dal delitto
accade un fatto rilevante che avrebbe potuto aprire nuovi orizzonti sul caso,
la ciocca di capelli biondi che erano stati trovata nella mano della vittima e repertata
come prova è sparita dal Tribunale,
forse nel corso del trasloco da Palazzo Santa Chiara, la vecchia sede, alla
nuova sede in Via 4 Novembre, su questa distrazione non si riuscì mai a fare
luce ma pare che in quegli anni non fosse la prima volta che queste sparizioni
accadessero. In questo caso se in uno almeno dei capelli fosse presente il
bulbo pilifero si sarebbe riusciti a risalire al DNA del proprietario e magari
anche alla mano omicida che stroncò la vita di Pierina Gallo. A tutt’oggi
questo è un omicidio insoluto
Roberto Nicolick
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina