lunedì, febbraio 27, 2012
domenica, febbraio 19, 2012
giovedì, febbraio 09, 2012
la sparizione di Luciano Ugusto Murri
La scomparsa di
Luciano Murri, giornalista
Augusto Luciano Murri, nato a
Loano classe 1920, era uno studente universitario e svolgeva anche l’attività
di giornalista, per l’esattezza ricoprì l’incarico di corrispondente di guerra dalla
Germania , all’epoca dei fatti, parliamo del 1945, aveva venticinque anni e
tutta una vita davanti piena di progetti. Giovane brillante di bell’aspetto,
viaggiava molto da Loano, per poter svolgere la sua attività giornalistica. Luciano
non era un militare e neppure era armato, era solo un giornalista.
Il giovane apparteneva ad una
famiglia benestante di Loano, i suoi genitori erano Vittorio Murri e Maddalena
Stefania Isnardi la quale vantava come padre un garibaldino. Il Murri infervorato
ed appassionato, come tutti i giovani, aveva un orientamento politico ed una
militanza molto precisa, infatti fu uno dei fondatori del Partito Fascista
Repubblicano presso la sua città: Loano.
Questa sua scelta politica, lo
portò ad essere inserito immediatamente nelle liste di proscrizione dei
cosiddetti “collaborazionisti”, stilate dai commissari politici comunisti che
dirigevano le brigate partigiane nel ponente del Savonese. A causa della sua
scelta politica, il giovane Murri sarà processato dalla Corte Di Assise
Speciale e condannato ad una pena molto mite che comunque non dovrà neppure
scontare : sei mesi. Ma i partigiani comunisti non si dichiarano soddisfatti e si
interessò a Luciano la G.A .P.
( Gruppo di Azione patriottica ) di Vado Ligure , Compagnia Corradini, che
iniziò a ricercarlo nella solita crudele
ottica della liquidazione di tutti coloro che in qualche maniera,
fossero stati coinvolti con il Regime repubblicano e Luciano Murri , per sua
disgrazia, era ai loro occhi compromesso e quindi da eliminare.
Nel maggio del 1945, in pieno periodo
post insurrezionale, i suoi genitori vengono arbitrariamente fermati dai
partigiani e trasferiti a Savona, presso Palazzo Santa Chiara in Questura, sede
della famigerata Polizia Ausiliaria Partigiana, dopo alcuni accertamenti per
loro fortuna finiti bene, la coppia viene rilasciata perché nulla emerge a loro
carico.
Il Luciano Murri, saputo del
fermo dei genitori si mette in apprensione e ovviamente, da subito, corre a
Savona , chiede notizie del padre e della madre senza esito e riparte per
tornare, probabilmente, a Loano. Su quel tratto di strada che collega Savona
con Loano , al ragazzo accade qualcosa.
Da quel momento, e siamo al 12
maggio 1945, si perdono le tracce del giovane giornalista, come se fosse finito
in un buco nero.
Il tormento della famiglia Murri
non finisce con la sparizione del figlio: il 20 maggio dello stesso anno, un
gruppo di partigiani della medesima brigata partigiana, posizionata a Vado
Ligure, si reca con un camion a Loano presso la casa dei Murri, al momento
assenti e la svuota completamente, poi raggiunge una abitazione signorile sulle
colline di Loano, villa Von Mutach, dove la famiglia aveva accantonato tutti i
propri beni di valore per salvarli dalla
guerra , ceramiche, porcellane, biancheria, argenteria e libri antichi ( tutto
cifrato ). Gli oggetti sono “sequestrati” dai partigiani che rilasciano una
ricevuta al custode della villa che assiste impotente alla razzia e che in
seguito non avrà alcuna memoria dell’identità dei razziatori.
I genitori di Luciano, nel
frattempo rilasciati dalla Questura di Savona, dopo qualche giorno dalla
sparizione del figlio, fanno delle ricerche. Apprendono che è sparito sulla
tratta ferroviaria Savona – Loano, accertano da alcune indiscrezioni che
Luciano era stato “prelevato” da elementi partigiani della Compagnia Corradini,
gli stessi della “requisizione”, per trasferirlo in altro luogo, forse Segno,
dove sorgeva un Gulag gestito dalla polizia ausiliaria partigiana.
Elementi della stessa banda si sono recano armati, a Savona in una casa di
Via Guidobono, da una signora che aveva affittato una camera ammobiliata al
ragazzo e consegnano all’affittuaria un biglietto manoscritto firmato da
Luciano, in cui egli avvisa la signora di essere in custodia presso la loro
brigata. Inoltre sempre gli stessi, impongono alla donna di consegnare loro gli
effetti personali del prigioniero.
La povera donna, preoccupata,
chiede cosa ne faranno del Murri e quelli gli rispondono con il solito esemplare cinismo “ per il momento corregge le
rime delle loro canzoni, e poi lo avrebbero ucciso”.
La ricerca degli sventurati
genitori prosegue angosciosamente e senza sosta sino al 1949, con tutti i mezzi
possibili : ricerche private, denunce alla Questura di Savona e alla Magistratura, inserzioni
sui giornali, il tutto senza raggiungere alcun risultato degno di nota , il povero
Luciano sembra sparito nel nulla. Commovente è la parte finale di un loro
esposto alla Magistratura : ”se la loro creatura fu soppressa in quei giorni di
indiscriminata follia omicida, sia
concessa , almeno, la possibilità di ricuperare le povere ossa per comporle in
Cristiana sepoltura”. Dopo tante ricerche i due poveri genitori, stanchi ed
addolorati, lasciano la
Liguria , e si trasferiscono a Porto Civitanova nelle Marche.
Ci sono da segnalare alcuni fatti
: il custode della villa Von Mutach, riconobbe i partigiani che effettuarono la
razzia, perché questi soggetti fecero alcuni sopraluoghi nella villa prima di
depredarla, ma minacciato, si rifiutò di comunicare i nomi ai Murri, i quali
denunciarono il furto ad opera di ignoti, furto che tuttavia fu archiviato su richiesta del P.M. perché rubricato come
normale azione di guerra, la beffa dopo il danno.
Per quanto riguarda la fine del
povero Luciano Murri, un rapporto della Tenenza dei Carabinieri di Savona dice
testualmente :”le informazioni attinte per sapere quale fine abbia fatto, o per
rintracciare il suo cadavere hanno dato esito negativo”, “risulta che sulle
alture di Savona e Vado ligure, vennero fucilate numerose persone per motivi di
carattere politico e consta che finora poche salme sono state rintracciate,
ricerche e indagini che si ripetono da anni, ma i pochi casi positivi sono stai
quelli in cui coloro stessi che procedettero alle fucilazioni e conseguente
sepoltura, hanno fornito prudentemente e senza farsi conoscere, precise
indicazioni anche sul posto, atte alla identificazioni delle tombe, senza
questo procedimento è pressoché inutile insistere nelle ricerche” .
Dopo anni di ricerche , nel 1958,
Vittorio Murri, il padre , decide di fare istanza di morte presunta di Luciano,
e in base a questa richiesta, il Tribunale di Savona, formalizza la morte
presunta del ragazzo e la pone alle ore
24 del 31 luglio 1945, decreta inoltre la pubblicazione della sentenza di morte
sulla Gazzetta Ufficiale.
Nessuno di quelli che
parteciparono al sequestro ed all’omicidio di Luciano Murri, fecero mai
pervenire alla famiglia ,neppure per via anonima, notizie sul luogo dove giace il suo corpo. Molto probabilmente
i suoi resti, come quelli di tanti altri sono stati nascosti in qualche fossa
sulle alture di Vado Ligure, alle Tagliate, luogo preferenziale dove avvenivano
le esecuzioni sommarie degli squadroni rossi della morte.
Luciano, in tutti questi anni,
non ha mai avuto una mano che posasse un fiore sulla sua tomba, non ha mai
avuto una persona che si fermasse a piangere e a pregare su di lui, per la
crudeltà e l’odio che taluni uomini riescono ad esprimere molto bene. Forse il
bosco, molto più pietoso dei suoi assassini ha permesso che qualche fiore
sbocciasse sulla terra che lo ricopre , come un muto omaggio ad un ragazzo
assassinato solo perché aveva una idea diversa dai suoi spietati boia.
Un omicidio di un giovane e la
sparizione del corpo, una serie di furti, impuniti come al solito: la triste e
tragica normalità a quei tempi
Roberto Nicolick
martedì, febbraio 07, 2012
Iscriviti a:
Post (Atom)
-
Anna Maria Araldo 25 aprile 1945 Un altro caso Giuseppina Ghersi in Valbormida Un martirio accuratamente nascosto e dimenticato ...
-
Da Prometeo, il sito per eccellenza anti - pedofilia LA STORIA DI SILVESTRO. Silvestro ha 9 anni, lo sguardo furbetto e il nome simpatico, ...
-
Nel mezzo di multisale cinematografiche, Megapalestre, centri commerciali e ristoranti ecco un classico esempio di degrado e di abbandono, s...