martedì, settembre 28, 2021

Piero Coggiola caduto nella guerra contro il terrorismo rosso

 

Piero Coggiola

civile caduto nella guerra contro il terrorismo rosso

Torino

28 settembre 1978

Piero Coggiola, 46 anni, responsabile della verniciatura alla Lancia di Chivasso, abitava in una delle palazzine del Villaggio delle Rose in Via Servais a Torino, come ogni mattina usciva di casa e percorreva circa duecento metri per prendere il pulmino della Lancia che l'avrebbe condotto al lavoro. Due brigatisti rossi, lo aspettavano a breve distanza, armati di una Beretta 7,65, Coggiola non ha avuto nessuna possibilità di fuggire, ben 13 colpi lo hanno falciato. Colpito il dirigente Lancia i due criminali si davano alla fuga su una 124 Fiat verde , mezzo già usato in precedenza per l'attentato aad un altro funzionario Fiat , Sergio Palmieri.

Coggiola ha subito danni alla arteria femorale e alla safena con una emorragia inarrestabile. Portato in urgenza al Maria Vittoria moriva dopo circa mezzora , nonostante gli sforzi dei sanitari. Un'ora dopo una voce maschile telefonava alla Stampa Sera e rivendicava l'aggressione : qui brigate rosse , abbiamo azzoppato noi Coggiola della Lancia. Forse l'intento era quello di “gambizzarlo” ma tredici pallottole sono un carico bestiale per chiunque. E l'effetto della raffica fu mortale. Coggiola era un funzionario molto efficiente, capace e competente con i suoi metodi aveva apportato notevoli migliorie al reparto verniciatura della Lancia. Non era inviso alle maestranze , di carattere riservato era da cinque anni alla Lancia di Chivasso .Lascia due figlie di cui una disabile, a suo nome fu intitolata dal comune di Chivasso una area a verde pubblico.



mercoledì, settembre 15, 2021

l'omicidio di Isabella Nunez

 

Isabella Nunez

Una splendida ragazza Argentina

Settembre 1981

Isabella era una splendida ragazza Argentina dai capelli rossi, alta e affascinante, faceva la ballerina, era arrivata come tante in Italia alla ricerca di fortuna, voleva sfondare nel mondo dello spettacolo ma purtroppo non fu così. La ragazza particolarmente avvenente, iniziò a lavorare come intrattenitrice nei locali notturni di Torino e Milano e poi finì costretta a battere i marciapiedi della provincia di Alessandria.Il suo corpo fu trovato nei pressi del cimitero di Spotorno , ad un mese circa dalla morte in avanzato stato di decomposizione, quasi decapitata, infatti il suo assassino aveva colpito ripetutamente e con grande ferocia il cranio della ragazza, uno degli arti inferiori era stato staccato e portato ad una distanza di una dozzina di metri, forse da un animale, l’arma poteva essere una mazza di grosse dimensioni oppure una grossa chiave inglese.

La sua borsetta era stata svuotata dei documenti e forse di quello che l’assassino riteneva dovesse prendere, poi aveva l’aveva gettato a pochi metri di distanza. La ragazza occupava con una sua amica un piccolo appartamento ad Albisola Superiore, lei era stata l’ultima a vederla viva, si era allontanata su auto di grossa cilindrata, di colore bianca in compagnia di due uomini, uno dei quali era un suo ex. La ragazza aveva tentato in passato di cambiare identità, comprando un passaporto falso e di allontanarsi dal sordido mondo che frequentava ma evidentemente non le riuscì.

sabato, settembre 04, 2021

Antonio Niedda Appuntato della Polizia Stradale caduto nella Guerra contro il terrorismo

 Antonio Niedda

Agente di Polizia
4 settembre 1975 Padova
Guerra al terrorismo
Antonio Niedda era un operatore della Polizia Stradale in forza presso la sezione di Padova, quella mattina era in servizio antirapina con un suo collega, a Ponte di Brenta, Padova, vede una Fiat 128 con due soggetti sospetti a bordo, al controllo documenti Niedda nota che le patenti sono falsificate, mentre si avvicina al mezzo per approfondire i controllo, uno dei due tale Carlo Picchiura scende e spara repentinamente contro l'agente con una Beretta 7,65, raggiunto in parti vitali da ben cinque colpi muore, il suo collega, il Brigadiere Armando Della Pozza, si ripara dietro il mezzo di servizio mentre l'arma dell'assassino si inceppa , quindi insegue i fuggitivi e procede all'arresto del terrorista che dopo aver abbandonato l'auto cerca di allontanarsi su di una bicicletta.
Picchiura di anni 25 studente di filosofia, ex P.O. ,confluisce nelle BR, è molto attivo nella galassia della eversione rossa e brigatista, forse capo ed organizzatore della colonna veneta delle BR, al centro di indagini relative al duplice omicidio di due Missini avvenuto durante una irruzione nella sede provinciale dell'MSI, sarà rinviato a giudizio per l'omicidio dell'agente Niedda e condannato a ventisei anni di detenzione.
All'operatore ella Polizia Stradale verrà concessa la Medagli d'Oro al Valor Civile con la seguente motivazione .«Componente di una pattuglia di pronto intervento e vigilanza stradale, mentre effettuava un'operazione di controllo nei confronti di due individui sospetti, veniva mortalmente raggiunto da colpi d'arma da fuoco proditoriamente esplosigli contro dai malviventi, successivamente identificati come terroristi. Mirabile esempio di elette virtù civiche ed attaccamento al dovere”. Il suo assassino muore nel 2013.

In memoria ed in onore del Generale di divisione dell'Arma dei CC Carlo Alberto Dalla Chiesa

 Carlo Alberto Dalla Chiesa

Generale dell'Arma dei Carabinieri
Nacque a Saluzzo, il 27 settembre del 1920, figlio e fratello di Ufficiali dell'Arma, Piemontese quindi e figlio d'arte con nel DNA l'Arma dei Carabinieri. La Sua carriera è intensa e colma di soddisfazioni , guerra del Montenegro, comanda una tenenza a San Benedetto del Tronto, dopo l'otto settembre del 43 partecipa alla resistenza , viene minacciato da un partigiano comunista che lo ritiene responsabile del blocco degli aviolanci Alleati alle brigate partigiane comuniste.
A guerra finita dirige le forze repressione banditismo, è con le squadriglie dei baschi neri dei carabinieri nelle zone più impestate dalla mafia in Sicilia, nel 77 è alla testa della Brigata CC di Torino, quindi va a coordinare il servizio di sicurezza degli Istituti di prevenzione e pena, crea le supercarceri da cui è difficile evadere.
Nel 78 assume il coordinamento delle forze di polizia nella lotta al terrorismo. Attua la contro guerriglia urbana per stroncare le BR, ha idee innovative e concrete, agisce fuori dagli schemi e arresta i capi storici delle BR, ecco quello che dice "I nostri reparti dovevano vivere la stessa vita clandestina delle Brigate Rosse. Nessun uomo fece mai capo alle caserme: vennero affittati in modo poco ortodosso gli appartamenti di cui avevamo bisogno, usammo auto con targhe false, telefoni intestati a utenti fantasma, settori logistici ed operativi distanti tra loro. I nostri successi costarono allo Stato meno di 10 milioni al mese".
Poi viene mandato in Sicilia, Prefetto di Palermo, solo e senza mezzi con un biglietto di sola andata, in territorio nemico, Dallas come veniva affettuosamente chiamato dai suoi uomini, si rende conto della situazione ma non deflette, capisce che la mafia ha paura di lui e quindi lo vuole eliminare, cosa che puntualmente accadrà alle ore 21:15 del 3 settembre 1982, ad appena 61 anni, la A112 sulla quale viaggiava, guidata dalla moglie Emanuela Setti Carraro, viene affiancata in via Isidoro Carini a Palermo da una BMW, dalla quale partirono alcune raffiche di Kalashnikov AK-47, che uccidono sia Carlo Alberto Dalla Chiesa che la moglie. l'auto con a bordo l'autista e agente di scorta, , che seguiva la vettura del Generale, veniva affiancata a sua volta da una motocicletta, dalla quale partì un'altra raffica, che ferì gravemente l'agente della Polizia di Stato Domenico Russo, il quale morì dopo 12 giorni di agonia all'ospedale di Palermo.
Dalla Chiesa cade ma diventa un eroe e a differenza della oscura manovalanza assassina e dei mandanti politici che nascono , vivono e muoiono nella melma dei bordelli della vita .

giovedì, settembre 02, 2021

Francesco Cusano, Vice Questore aggiunto della Questura di Biella

 

Francesco Cusano

Vicequestore della Questura di Biella

1 settembre 1976


Era un controllo documenti come tanti quello che la pattuglia della Polizia stava effettuando a Biella, nei pressi dei giardini pubblici Zumaglini, in pieno centro urbano, erano le 19,45 del primo settembre 1976, la pattuglia era composta da due operatori in borghese su auto senza contrassegni, il vice questore Francesco Cusano di 51 anni e l'appuntato Primo Anceschi, i due si avvicinavano a una Fiat 131 coloro oro, con a bordo due persone a cui venivano chiesti i documenti, ad un primo esame la patente di uno dei due era falsicata e come da prassi il Vice questore chiedeva ai due di seguirlo in Questura, a quel punto il guidatore estraeva una pistola e sparava in rapida successione tre colpi contro Cusano che centrato cadeva a terra, quindi altri colpi erano esplosi contro l'appuntato che al riparo di un'auto rispondeva al fuoco. Fatto ciò l'auto dei terroristi con una rapida retromarcia si allontanava. Una ambulanza portava il ferito all'ospedale di Biella ma per lui non c'era più nulla da fare. Per questo omicidio nel 1981 fu processato il brigatista rosso Azzolini , la vedova di Cusano e il figlio si costituirono parte civile e il terrorista fu condannato a trent'anni di carcere. Azzolini era lo stesso che nel 77 gambizzò Indro Montanelli. Negli anni successivi si dissociò dalla lotta armata e scelse


di fare volontariato nella compagnia delle opere. Al Vice Questore Francesco Cusano fu concessa la Medaglia d'oro al Valor Civile.