lunedì, aprile 19, 2021

Francesco Di Cataldo

 

Francesco Di Cataldo

Maresciallo degli Agenti di Custodia

Milano 20 aprile 1978


Come tutte le mattine il Maresciallo Maggiore degli agenti di Custodia Francesco De Cataldo, di 52 anni nativo di Barletta, intorno alle 7,15 varcava il portone di casa in Via Ponte Nuovo numero 48 a Crescxenzago per percorrere a piedi un centinaio di metri e salire sui mezzi pubblici che lo avrebbero portato al Carcere di San Vittore, dove era vice comandante degli agenti di custodia e responsabile del centro clinico del carcere.

Quella mattina aveva salutato la moglie Maria Violante , i due figli Alberto di 19 anni e Paola di 16 erano già usciti per raggiungere i rispettivi Istituti scolastici . Percorsi pochi metri in strada davanti al sottufficiale si paravano improvvisamente due giovani a volto scoperto, appena scesi da una 128 Fiat di colore blu, ferma a breve distanza con le portiere spalancate e a motore acceso, al cui volante c'era secondo alcune testimonianze una donna.

Un negoziante che stava uscendo dal suo esercizio ha udito una serie di detonazioni e immediatamente ha visto il Maresciallo cadere a terra, è subito corso verso di lui e ha intravisto i due assalitori salire di corsa sulla vettura. La vittima era a terra con le braccia spalancate e il soprabito aperto, ha tentato di sollevare il capo di Di Cataldo che in quell'istante decedeva. Sull'asfalto sette bossoli di pistola calibro 32. Due colpi lo hanno raggiunto alla testa e gli altri al torace.

Dopo pochi minuti una telefonata giungeva all'ANSA , una voce trafelata senza inflessioni dialettali, diceva “ siamo le BR, abbiamo giustiziato il maresciallo Francesco De Cataldo, in forza al carcere di San Vittore, come torturatore di detenuti “.

In realtà la vittima era una persona buona e di indiscusse qualità morali, molto amato dai colleghi e dagli stessi detenuti, i suoi assassini hanno voluto colpire quello che egli rappresentava , lo stato e soprattutto il sistema carcerario che lo stesso De Cataldo interpretava in modo umano e teso al recupero del detenuto, andava quindi colpito ed eliminato in una ottica delirante e criminale..

Negli anni successivi lo Stato con grande fermezza ed efficienza finalmente, arrestò quasi tutti i componenti del gruppo delle BR che operava nel Milanese, la cosiddetta colonna Walter Alasia, si trattò di 112 soggetti che rinviati a giudizio furono processati nel 1984 e totalizzarono ben 19 ergastoli e 840 anni di carcere. Al Maresciallo di Cataldo fu conferita la Medaglia D'oro al merito civile e il carcere di San Vittore è intitolata a suo nome. Nel 2010 il Comune di Milano gli assegnò L'Ambrogino D'oro con la seguente motivazione , MILANESE D’ADOZIONE, EROICO SERVITORE DELLO STATO, FRANCESCO DI CATALDO HA ONORATO PER 28 ANNI IL CORPO DEGLI AGENTI DI CUSTODIA DI SAN VITTORE, FINO A DIVENTARNE VICE COMANDANTE. RESPONSABILE DELL’INFERMERIA INTERNA, RISOLSE CON IL DIALOGO E LA Mediazione NUMEROSE RIVOLTE CARCERARIE, GUARDANDO SEMPRE CON UMANITÀ AI DETENUTI E AI LORO DIRITTI. FU UCCISO DALLE BR IL 20 APRILE DEL 1978, DURANTE I TRAGICI GIORNI DEL SEQUESTRO MORO. La sua memoria è imperitura quella dei suoi assassini sono inutile e vuota viltà.