giovedì, agosto 31, 2006

VIA GNOCCHI VIANI















LEGA NORD LIGURIA
Per l’Indipendenza della Padania
Il Capogruppo Consiliare Lega Nord in Provincia di Savona
Via xx settembre 4/1 17100 SAVONA
Fax 019 8313202 Cell. 339 7111701
E Mail robertonicolick50@alice.it
www.gruppoconsiliareleganordsavona.blogspot.com

Savona, zona Via Gnocchi Viani, Via Chiappino, piazzale Moroni, una zona densamente abitata, affrontando una salita ai piedi di un palazzone ricco di abitatazioni, mi trovo davanti ad una serie di seminterrati, da film metropolitano, atmosfera horror, una cancellata delimita la zona, ma dall’esterno si vede con chiarezza che i vecchi garage sono stati malfrequentati per lungo tempo.







SPETTACOLI DI DEGRADO E SPORCIZIA


ECCO COSA SI PRESENTA AGLI OCCHI DEI VIAGGIATORI CHE SCENDONO DAI TRENI ALLA STAZIONE FS DI SAVONA :

OCCHIO AL MARCIAPIEDE


LEGA NORD LIGURIA
Il capogruppo consiliare Roberto Nicolick
VIA Sormano 12--- 17100 SAVONA TEL. FAX 019 8313202 339 7111701
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Marciapiede di Via Nizza

Alcuni residenti in Via Nizza, Savona, mi hanno fatto notare un marciapiede, che decorre tra il Comando dei Vigili del Fuoco e Villa Zanelli, lungo circa 200 metri, che e’ pericoloso per i pedoni. Infatti la dimensione in larghezza e’ talmente esigua che, chi cammina su questa “passatoia” e’ esposto al traffico che transita sulla strada, basta mettere un piede in fallo per essere stravolti dai veicoli che sfrecciano in direzione del centro di Savona. Anche una carrozzina riesce a passare con grandi difficolta’ e se due persone si incrociano, il pedone che gentilmente cede il passo e scende dal marciapiede, e’ esposto all’investimento. Questo marciapiede e’ usato da molti cittadini che si recano nelle spiagge libere delle fornaci. Suggerisco di allargarlo di una ventina di centimetri , senza pregiudicare la circolazione, e di installare una ringhiera di protezione, il tutto a scopo preventivo e per rendere piu’ agevole e meno rischioso il passaggio dei pedoni.


Roberto NICOLICK


CAMBIAMENTI DI NOME


CAMBIANO NOME, PCI, PDS, DS MA LA SOSTANZA E' SEMPRE LA STESSA.....

martedì, agosto 29, 2006

LA PISCINA SCOPERTA DI CORSO COLOMBO



















LEGA NORD LIGURIA
Il capogruppo consiliare Roberto Nicolick
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PISCINA SCOPERTA DI SAVONA
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Dopo mesi di inerzia, dopo diversi anni e quasi due mandati amministrativi pieni di bugie e promesse non onorate, ecco la triste e brutta verita’: la piscina scoperta e’ diventata un altro scempio, uno dei tanti monumenti al degrado, all’inerzia, alla voglia di tirare a campare, nulla si fa e nulla si migliora, tranne le megaopere che odorano di mega speculazioni. Uno dei migliori impianti sportivi della regione, anche carico di gloria e significato sportivo, giace tra erbacce, macerie,un’enorme voragine e colmo tristemente e malinconicamente di acqua limacciosa e verdastra.
Se dovessimo misurare l’efficienza di una amministrazione, forse dovremmo tirare un velo pietoso su questo impianto di cui hanno fatto scempio.

Roberto NICOLICK
Consigliere Provinciale

lunedì, agosto 28, 2006

PUBBLICA PETIZIONE



















PUBBLICA PETIZIONE
CON RACCOLTA FIRME






PREMESSO

Che da luglio 2006, sino a pochi giorni fa, decine di animali ( anatre, gabbiani, cormorani, piccioni ed altri ) facenti parte della fauna della foce del torrente Letimbro, sono morti tra atroci sofferenze.

VISTA
La completa indifferenza ed assenza delle Istituzioni ( ufficio ambiente del comune di Savona ), che ha sicuramente contribuito a sottovalutare la portata del problema senza interventi risolutivi.

SENTITE
Le ultime e recenti dichiarazioni del vice sindaco del Comune di Savona, Paolo Caviglia, che oltre a sottovalutare la grave portata della moria di animali, ha compiuto gesti amministrativi che non hanno bloccato la moria, anzi hanno reso ancora piu’ difficile l’opera di soccorso dei volontari che erano in zona per tentare di arginare l’ecatombe di animali.

PER QUESTI MOTIVI

I firmatari di questa pubblica e libera petizione

CHIEDONO
Le dimissioni del Vice Sindaco del Comune di Savona per non aver adeguatamente fatto il proprio dovere di diligente amministratore ;

Le dimissioni dell’assessore responsabile alla tutela dell’ambiente per gli stessi motivi ;

La rimozione o il trasferimento ad altro settore, dei funzionari che hanno permesso questa strage di animali senza muovere un dito.

I PROMOTORI :
Flavio FIUMARA residente in Localita’ Negreppie 17 Carcare, Commerciante
Eleonora POLLERO residente in Localita’ Negreppie 17 Carcare, Commerciante
Roberto NICOLICK residente in via xx Settembre 27 Savona, Consigliere Provinciale Lega Nord
Giuseppe SICORELLO residente in Via Turati 1D/2 Savona; Dipendente




Seguono firme dei cittadini

ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA

Savona 21 agosto 2006.







Alla Procura della Repubblica di Savona

E pc

Al Sindaco di Savona

Ai mezzi stampa;





Oggetto : esposto alla Procura della Repubblica;

I sottoscritti Flavio FIUMARA residente in Localita’ Negreppie 17 Carcare, Eleonora POLLERO residente in Localita’ Negreppie 17 Carcare, Roberto NICOLICK residente in via xx Settembre 27 Savona, Giuseppe SICORELLO residente in Via Turati 1D/2 Savona;

ESPONGONO QUANTO SEGUE

Per settimane presso la foce del torrente Letimbro , di Savona, si sono susseguiti numerosi decessi di anatre,germani, giovani gabbiani reali, gabbianelle e piccioni.

Dopo aver inutilmente atteso gli esiti, tuttora ignoti, degli esami autoptici effettuati su animali morti ed agonizzanti ,e a suo tempo consegnati , da parte dell’ASL 2 del Savonese, gli scriventi hanno portato di loro iniziativa altri corpi in vita e non, al Dottor Fabrizio PARETO di Alberga, specialista in patologie aviarie. Il quale ha diagnosticato : Corizza contagiosa, la cui causa e’ un bacterio , haemofilus influenzale, in concreto un banale raffreddore pericoloso e mortale per i pennuti raggruppati in comunita’ numerose. Questa affezione curabile e guaribile con comuni antibiotici NON E’ PERICOLOSA PER L’UOMO.
Questo bacterio ha colonizzato il bacino delle acque ferme della foce e ha attaccato la fauna avicola presente decimandola, si sono contati circa 100 esemplari morti.
L’ufficio Ambiente del Comune di Savona , informato dall’ASL 2 della situazione, non ha tenuto conto delle comunicazioni ricevute e neppure della diagnosi del Dott. Pareto che consigliavano di svuotare urgentemente il bacino per fermare la propagazione del bacterio e ha soltanto recintato la foce con un divieto di balneazione nel torrente. Agli effetti della salvaguardia della fauna e’ un gesto ininfluente e inutile.
L’atto dovuto per la salvaguardia della fauna e dell’ambiente e cioe’ lo svuotamento del bacino del torrente e’ stato omesso.
L’omissione dell’Ufficio Ambiente o dell’amministrazione comunale di Savona, ci fa riflettere molto, e in base a queste riflessione chiediamo da parte di codesta Procura delle risposte a questi quesiti:

La foce del torrente Letimbro e’ in regola con le norme antinquinamento ?

Le analisi ARPAL dell’ultimo decennio , sempre sulle acque della foce del torrente Letimbro, che esiti hanno avuto ??

Se le analisi compiute dall’ARPAL hanno riscontrato sostanze inquinanti e dannose per l’uomo, perche’ l’Ufficio Ambiente non ha ricercato ed eliminato gli eventuali scarichi abusivi che immettono liquidi pericolosi nel torrente ?

Perche’ l’Ufficio Ambiente o l’amministrazione comunale di Savona non ha provveduto urgentemente alla apertura della foce del torrente Le timbro, facendo continuare direttamente ed indirettamente la moria degli animali che vivevano nell’ambiente?
In base a questo atteggiamento, si puo’ ravvisare, da parte di questa Procura, nel comportamento dell’ente in oggetto, una omissione di atti d’ufficio, non solo rivolta verso gli animali presenti alla foce ma volta alla diffusione del contagio verso altre aree faunistiche e soprattutto verso allevamenti avicoli da reddito, presenti nella provincia?

Inoltre: l’ATA , incaricata dal Comune di Savona, alla derattizzazione del territorio, quanto veleno rilascia nei tombini della citta’ ? Puo’ essere vero che la pioggia diffonda questo ratticida nel torrente ? Questo modo di lavorare e’ compatibile con la legge anti inquinamento e quanto puo’ risultare pericoloso per la fauna della foce ?

Gli scriventi si sono adoperati in modo volontario e disinteressato, senza ricevere aiuti dalle istituzioni, latitanti, per la raccolta e la cura degli animali malati e morti, e confidano, giustamente, nell’intervento della Procura della Repubblica, affinche’ fatti di questo genere non accadano piu’ e gli enti preposti alla salvaguardia dell’ambiente e degli animali , si adoperino nel modo prescritto dalla Legge nella effettuazione dei loro doveri istituzionali.

Nel frattempo si comunica a codesta Procura che la moria degli animali prosegue con terribile regolarita’.

Certi di un sollecito intervento da parte di questa Procura in cui riponiamo molte legittime aspettative, porgiamo cordiali saluti.

I firmatari:


Flavio FIUMARA



Eleonora POLLERO


Roberto NICOLICK


Giuseppe SICORELLO

sabato, agosto 26, 2006

giovedì, agosto 24, 2006

ORA LE COOP FANNO I SOLDI ANCHE CON GLI IMMIGRATI CLANDESTINI

Un anno dopo lo scandalo dei «furbetti», le cooperative tornano a lavorare con tutti: banche, multinazionali e Telecom Italia.E sono pronte a lanciarsi su un nuovo fronte: i centri di accoglienza È passato solo un anno. E sono bastati solo 90 giorni. Nell'estate del 2005 la Lega delle cooperative di Bologna era per tutti un mondo da guardare con sospetto e, se possibile, dal quale stare lontano. Le Coop (11,5 miliardi di euro il fatturato 2005) erano collegate agli affari di Gianpiero Fiorani, impegnate (via Unipol) a scalare la Bnl, e i suoi vertici erano contestati da una base che aveva sempre garantito un sostegno granitico.Oggi, dopo solo 90 giorni di governo Prodi, le Coop, forti di una fiscalità vantaggiosa che non sarà intaccata dalla prossima Finanziaria e di un costo del lavoro più basso dei concorrenti, sono rinate a nuovo business e sono tornate a essere uno dei centri del potere economico in Italia.Per esempio, con la Telecom Italia hanno firmato un accordo che permetterà di vendere minuti di traffico telefonico mobile attraverso tessere prepagate marchiate Coop. Un accordo di questo tipo era possibile firmarlo già da un paio d'anni ma, ironia del business, solo adesso l'azienda telefonica si è decisa, preferendo le Coop alle tante società telefoniche che avevano provato a stringere un accordo simile.Poi ci sono le multinazionali farmaceutiche. Il giorno dopo l'approvazione del decreto Bersani sulla liberalizzazione nella distribuzione dei farmaci che non richiedono ricetta, l'organizzazione ha presentato il piano per espandersi nel settore. Prevede anche la vendita di aspirine e prodotti da banco con il marchio della catena di distribuzione. Secondo Aldo Soldi, presidente delle coop di consumo, a settembre potrebbero essere aperti i primi punti vendita, mentre in Lombardia c'è la Pharmacoop che distribuisce farmaci e gestisce decine di farmacie concentrate in Emilia-Romagna.Poi c'è la finanza, un settore dal quale ci si attendono grandi soddisfazioni. In borsa sono già presenti due aziende che fanno riferimento al mondo cooperativo, la Unipol e la Igd, e a fine anno arriverà la terza: la Servizi Italia di Parma che fattura 126 milioni di euro lavando e stirando e noleggiando biancheria agli ospedali. Quanto potrà incassare l'azienda dal collocamento non si sa, certo è che ad accompagnarla a Piazza Affari è un big del credito nazionale: la Ubm del gruppo Unicredito, banca governata dal banchiere più prodiano che ci sia, Alessandro Profumo.Chi sono i clienti più importanti della Igd? Le asl di Toscana, Liguria ed Emilia-Romagna. E sarà un caso che si tratti di tre regioni a guida centrosinistra. In Lombardia, poi, sempre nel mondo della finanza, è stato avviato un esperimento che farà strada: la distribuzione di prodotti finanziari (mutui, prestiti) nei punti vendita.Infine ci sono le attività più «sociali» ma non per questo meno remunerative. Per esempio la formazione per gli ex detenuti che hanno beneficiato dell'indulto (450 euro al mese per sei mesi) e, soprattutto, la gestione dei centri di permanenza temporanea (Cpt) per gli immigrati. Un primo test è stato avviato a Gorizia, dove la cooperativa Minerva, aderente alla centrale cooperativa Agc, collegata alla Lega (dalla quale la Minerva ha intenzione di uscire), ha preso in gestione il Cpt di Gradisca ottenendo un compenso di 75,12 euro per immigrato al giorno, pari a circa 1,4 milioni di euro l'anno.Non male come business, tanto che alla gara per il Cpt di Gradisca ha partecipato anche il Consorzio nazionale dei servizi, un gigante economico, diretta emanazione della Lega. La gara l'ha persa, ma forse si trattava di una prova generale per i prossimi appalti. L'unico problema è che una parte consistente della coalizione di governo di centrosinistra vorrebbe chiudere i Cpt. Davvero priveranno le cooperative di un così ricco business?

mercoledì, agosto 16, 2006

le foto di genova



















Questo e' il degrado di cui ho parlato nel precedente post: la costruzione bianca con le colonnine e' nientemeno che la casa con il vecchio imbarcadero del grande ammiraglio ANDREA DORIA !
ECCO COME E? RIDOTTA LA ZONA.
Roberto NICOLICK
Consigliere Provinciale LN

SAVONA FA SCHIFO MA ANCHE GENOVA......

LEGA NORD LIGURIA
Il capogruppo consiliare Roberto Nicolick
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Degrado a Genova
Passando in treno da Savona a Genova piazza Principe, ho gettato lo sguardo su una via che non conoscevo, di Genova, proprio sotto la strada di collegamento tra il ponente e vicino alla sopraelevata. Mi ha incuriosito molto, cio’ che ho intravisto e ho deciso, una volta sceso dal regionale a Piazza Principe di fare a piedi il percorso a ritroso sino a questo posto: Via Mura degli Zingari, una strada in discesa che si addentra proprio sotto le principali arterie della grande Genova. Cio’ che ho visto mi ha sconvolto: ovunque degrado della specie piu’ infima, sporcizia, topi di grosse dimensioni, rifiuti di ogni tipo, dal materiale edile di risulta sino a bidoni semi aperti con sostanze tossiche che invadono la sede stradale, auto semidistrutte prive di ruote, con i parabrezza rotti , vandalizzate, un grosso furgone carbonizzato, ciclomotori fatti a pezzi, frigoriferi di grandi dimensioni guarniscono la strada con il liquido di raffreddamento che si sparge ovunque. In mezzo a tutto questo, si erge un bel porticato, tipo chiostro, di pietra o marmo bianco, antico, quasi estraneo a questo mare di rifiuti. Mi sono avvicinato, dopo essermi issato a forza di braccia, ho dato un occhio al piano coperto dal patio: il peggio del peggio si e’ presentato alla mia vista, materassi marci e luridi, cocci di bottiglie, stracci lerci, relitti di mobili, sedie rotte, carta, un bailamme incomprensibile e contorto di rumenta vecchia, puzzolente, fradicia, marcia. Tutto a cento metri dalla stazione marittima, fra ponte dei mille e ponte Andrea Doria dove attraccano e salpano le navi dalle crociere prestigiose e milionarie.…..ho scattato una ventina di foto per testimoniare questa orrenda situazione. Ho girato mezzo mondo, l’asia, il Libano, tutta l’Europa, ma nei miei viaggi, mai e poi mai ho visto uno sfacelo di queste immani e degradanti dimensioni e livello. Cosa fa l’amministrazione comunale di Genova ? Perche’ non interviene ? E’ possibile che nessun Cantune’ sia mai passato da questo strada, facilmente percorribile ? Nessuno vuole tutelare l’immagine di una citta’ come Genova ? Non si vergognano i genovesi di avere nella loro citta’ una schifezza simile ? Genova la Superba: questo era un tempo la denominazione della piu’ grande metropoli della Liguria, ora fa solo tanto orrore.
Spero che queste mie parole queste mie foto smuovano le acque….
Roberto NICOLICK

venerdì, agosto 11, 2006

lettera aperta al sindaco di savona



















Stamane, una lunga palizzata con rete arancione , si e’ materializzata come un muro di vecchia memoria, tra la spiaggetta libera e la foce del torrente Letimbro. Due fogli (sic) appiccicati con delle graffette, intimavano su Tuo ordine , Sindaco di Savona, il divieto di balneazione nello stagno formatosi alla foce e frequentato dalla infelice fauna del Letimbro. I risultati dell’ordinanza saranno questi: i volontari dovranno aggirare faticosamente la lunga palizzata per soccorrere gli animali in difficolta’, la rete arancione coprira’ pudicamente l’agonia dei pennuti ,per non disturbare i bagnanti ,mentre gli animaletti continueranno a morire tra grandi sofferenze, lo stagno fetido che dovrebbe essere il bagno di coltura di pericolosi bacteri, continua a permanere e le mie speranze di un suo svuotamento si affievoliscono. L’ordinanza sindacale che proibisce la balneazione nello stagno fetido e’ inutile , caro Federico, sono arcisicuro che non esista un bagnante cosi’ stupido da immergersi in uno stagno pieno di schifezze e dall’odore e dal colore nauseanti. Eventualmente, dovevi far prosciugare lo stagno e immettervi acqua dal mare attraverso un canale fatto aprire dalla ruspa, invece non hai dato questo ordine. Praticamente, qualcuno, caro Sindaco, ha scopato e raccolto lo sporco e lo ha nascosto sotto il tappeto del salotto. La gente, che arriva alla spiaggia libera per usufruire del mare e del sole a gratis come suo legittimo diritto, inoltre, si e’ anche trovata l’arenile ridotto in dimensioni da un muro di legno e plastica, spero che tu non voglia seguire l’esempio di un Tuo collega del ricco e grasso ponente, vero?? Mi deluderesti moltissimo. Questa palizzata e’ il monumento al non vedere le tragedie, a negarle nel loro essere e divenire, e’ un monumento fallace alla non azione ( chi non fa non sbaglia). Spero caro Federico, che Tu faccia svuotare lo stagno, sostituisca l’acqua lurida e forse venefica con acqua pulita, di mare. Altrimenti mi auguro che il mare, nella sua grande saggezza attraverso una delle sue rabbiose ma giuste mareggiate, nel tempo molto vicine, faccia a pezzi questa artificiale barriera inutile e dannosa liberando le povere bestiole e permettendo a chi vuole aiutarle di intervenire.

Roberto NICOLICK
Consigliere Provinciale Lega Nord

sabato, agosto 05, 2006

STRAGE CONTINUA


















Il capogruppo consiliare Roberto Nicolick
VIA Sormano 12--- 17100 SAVONA TEL. FAX 019 8313202 339 7111701
E-Mail roberto
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STRAGE CONTINUA
Stamattina, ore 7 circa, in giro per le rive del Letimbro, assieme a Flavio il gestore del bar della spiaggetta libera e con una presenza ufficiale: un veterinario dell’ASL. Il triste frutto della ricerca tra cespugli, laghetti di acqua fetida, lingue di sabbia, detriti e sotto i ponti adiacenti alla foce: 12 volatili morti ed uno in agonia, di cui 8 anatre e 5 gabbiani. E’ uno spettacolo che stringe il cuore vedere questi corpi , bagnati, con le zampette rattrappite, gli occhi sbarrati, il corpo contorto, le ali dispiegate come in un estremo tentativo di volare via da questo lembo di terra avvelenato.
Ritengo che il fatto nel suo incipit, sia stato sottovalutato da molti, ora non e’ piu’ possibile voltarsi dall’altra parte e fare finta di niente. Le Istituzioni devono fare la loro parte. Bisogna capire velocemente che cosa sta decimando questi animali. Per quanto mi riguarda , in veste Istituzionale e sul campo sto facendo di tutto e di piu’, ma occorre che le istituzioni prendano parte attiva alla vicenda: il comune di Savona, lo sportello per i diritti degli animali, la polizia municipale, i media. Tutti devono fare la loro parte prima che le foci dei fiumi e dei torrenti diventino un posto privo di fauna e regno del liquame e chissa’ cos’altro. Il menefreghismo piu’ o meno

Cesare B Cairo Montenotte 13 agosto 1987 Questo omicidio non ebbe risonanza mediatica solo nella provincia di Savona ma anche a livello nazionale e non solo. Con questo delitto dai risvolti intricati, il piccolo centro della Valle Bormida assurse alla ribalta delle cronache nazionali. Fu una vicenda contorta e ingarbugliata, con chiari e scuri, con frequenti colpi di scena, dove tutto quello che sembrava come tale , in realtà non era come appariva, era come un teatrino in cui entravano ed uscivano attori sempre diversi con ruoli criptici. Una storia di sangue, di soldi e ovviamente di sesso, che coinvolse l’opinione pubblica con tutti i suoi numerosi protagonisti, offrendo all’occhio impietoso della gente una immagine, purtroppo veritiera, della piccola provincia, delle ipocrisie che nascono tuttora all’ombra dei campanili, delle storie extraconiugali che venivano nascoste ma che prosperavano e che si protraevano nel tempo spesso con un doloroso epilogo. Da questa vicenda si fece pure un film noir con Monica Guerritore come protagonista. Per una dei protagonisti della vicenda, forse la principale, si coniò un soprannome: la mantide di Cairo Montenotte, facendo riferimento all’abitudine dell’omonimo insetto femmina che uccide il partner maschio dopo il rapporto sessuale. Le vite di molte persone, coinvolte a vario titolo nelle indagini, furono rivoltate come calzini, molti particolari, soprattutto, intimi vennero messi in piazza e non solo nelle aule di tribunali. Ancora oggi, nonostante la conclusione giudiziaria con una colpevole condannata in via definitiva, molti dubbi sussistono , soprattutto nella gente del posto che conosceva benissimo i protagonisti della vicenda. La storia ebbe inizio con una improvvisa scomparsa di un uomo, Cesare B, classe 1931, noto personaggio e notabile della Valle Bormida, consigliere comunale di Cairo Montenotte, facoltoso farmacista, con la passione prima per l’equitazione e poi per il calcio. Egli è il patron della squadra calcistica locale, la Cairese, che segue con grande passione e che sponsorizza a livello economico dando la possibilità alla squadra di effettuare trasferte e di avere giocatori di spicco. Come tutti gli uomini , Cesare B, nonostante fosse sposato e quindi tenesse famiglia, amava frequentare le donne, quelle belle. Egli conosce e inizia a frequentare una donna , Gigliola G, molto graziosa , di corporatura minuta, con una caschetto di capelli biondo, grazie al suo fascino magnetico, lei sapeva affascinare e sedurre gli uomini nella loro fantasia. Di professione fa la gallerista, esponeva e vendeva quadri, nel centro di Cairo. Tuttavia la donna era nata professionalmente come infermiera, aveva anche svolto la professione sanitaria in un orfanotrofio e quindi in una fabbrica a sempre Savona , la Magrini, in quel contesto lavorativo si era sposata con un metronotte da cui ha 2 figli. In seguito contrarrà altri due matrimoni, avrà un’altra figlia, e avvierà altre relazioni . Fra l’altro la donna in prima istanza si chiamava Anna Maria, mutato successivamente nell’attuale Gigliola. Fra Cesare e Gigliola, nasce una relazione amorosa che si protrae, Cesare provvede a tutte le necessità economiche della donna, paga senza fare domande per tutto quello che gli viene chiesto. I pettegolezzi su questa relazione si sprecano considerando anche il fatto che cesare è un uomo molto conosciuto e stimato e che entrambi vivono in un paese dove la gente "mormora". Dunque il 12 agosto del 1987 , il farmacista scompare senza lasciare traccia. Da qui si sviluppa una storia complicatissima, il suo corpo in parte carbonizzato viene trovato sul monte Ciuto, una altura nelle adiacenze di Savona. Effettuato il riconoscimento grazie ad un portachiavi metallico che riporta il simbolo dell'ordine dei farmacisti, alle protesi dentali e alle lenti degli occhiali. Brin era di corporatura massiccia, per ucciderlo, trasportarlo sino a quel sito ci sono volute sicuramente più di una persona. La prima indiziata è la sua amica, Gigliola G, la quale sostiene che responsabili dell’omicidio e poi dell’occultamento furono due personaggi provenienti da Torino con cui l’uomo aveva delle pendenze economiche in corso. Secondo la sua versione nacque una colluttazione tra i due e il farmacista ne uscì pesto e sanguinante, quindi i due aggressori trascinarono via l’uomo. La donna non portò elementi oggettivi a sostegno della sua tesi e quindi venne arrestata e rinviata a giudizio. Un minuscolo frammento di teca cranica venne trovato sulle scale della casa della gallerista e alcune macchie di sangue erano sui muri della camera da letto della casa della Gigliola, dove in effetti viveva di fatto anche il Brin. Secondo gli inquirenti la responsabile principale dell’omicidio fu proprio lei che in concorso con il suo convivente, Ettore G, uccise con un corpo contundente sul capo, un martello o un altro soprammobile, l’uomo nella notte fra il 12 e il 13 di agosto dell’87 mentre egli era disteso inerme nel letto, infatti i fendenti sono chiaramente dall’alto verso il basso, il delitto è avvenuto d’impeto come risultato di tutta una serie di contrasti anche su questioni a carattere economico, che sarebbero alla lunga sfociati in una separazione, forse l’uomo aveva in progetto di tornare dalla propria famiglia e in questo caso veniva a mancare per la gallerista una fonte di reddito. Pare anche che il farmacista avesse rifiutato un prestito di un centinaio di milioni alla donna, richiesti da lei con insistenza. Inoltre sempre secondo le indagini c’era un gruppetto di quattro persone che aiutarono concretamente la coppia a trasportare e occultare il cadavere sino al monte Ciuto, cosa che la donna da sola non poteva oggettivamente fare, il quartetto era formato da un funzionario di polizia in pensione, un politico locale, un artigiano e un collaboratore della vittima, tutti questi verranno riconosciuti colpevoli e condannati a pene minori. Vi furono tre gradi di giudizio e nell’ultimo, presso la suprema corte di Cassazione, venne confermata la condanna a 26 anni per la donna a suo marito 15 anni, mentre agli imputati minori , quattro uomini, vennero date pene minori.