venerdì, luglio 28, 2017

Enzo Bettiza



Oggi a 90 anni è morto Enzo Bettiza, un grande giornalista che con Indro Montanelli fondò IL GIORNALE NUOVO nel 1974. Avevo 24 anni e la mattina quando mi svegliavo correvo in edicola a comprare la mia copia de IL GIORNALE, fresco di stampa, era un vero piacere ed un arricchimento leggerlo ma comprarlo lo era anche perchè contribuivo ad una delle poche voci libere in Italia che si definiva "fuori dal coro". Bettiza , era un uomo di grande cultura, vivace, che non annoiava mai nei suoi editoriali, convinto anticomunista ha contribuito alla mia formazione culturale e di uomo libero. Il piacere più sottile era quello di acquistare IL GIORNALE di fronte agli acquirenti dell'UNITA' o di altri fogli di sinistra, che mi guardavano con odio, quello era proprio un piacere che mi allietava il cuore e a cui non sapevo rinunciare. Un grazie di cuore a Enzo Bettiza per tutto quello che mi ha dato, un bene inestimabile.

giovedì, luglio 27, 2017

L'acqua un bene prezioso davvero per tutti ???



Questa fontanella è da anni nell'area verde pubblica di Via Colobo a Savona, da molti giorni esiste questa dispersione di acqua, un bene prezioso. Nonostante le notizie che preannunciano un razionamento dell'oro blu, nessuno viene a compiere una ispezione e soprattutto ad effettuare una pur minima riparazione. Perchè ????

La morte di Stalin


Il 5 marzo del 1953 in una dacia a circa 15 minuti di auto da Mosca, dopo aver assunto quantità industriali di vodka e dopo una vita da tabagista, si spegneva Stalin, uno dei dittatori più sanguinari che la storia ricordi, colpevole di milioni di internamenti nei gulag e di innumerevoli soppressioni di persone innocenti, e con l'innegabile merito di aver salvato la grande Russia dall'invasione delle potenze dell'asse. Avendo solo 3 anni in quella data non ho potuto vivere il momento storico, ma qualcuno recentemente mi raccontò un fatto curioso che avvenne a Vado Ligure, un tempo roccaforte del PCI, alcuni operai comunisti, colpiti dolorosamente dalla dipartita del loro dittatore prediletto, imbastirono un piccolo altarino in prossimità del centro di Vado, con foto del morto incorniciato da bandierine rosse con falce e martello, e in quel posto iniziarono una veglia, ovviamente non di preghiera, digiunando per alcuni giorni. Dopo un po' le mogli convinsero i compagni a tornare con i piedi per terra alla realtà quotidiana, almeno il bel gesto era stato fatto e poteva andare bene così. Il manifesto è abbastanza sintomatico.

domenica, luglio 02, 2017

jolanda Dobrilla



Jolanda Dobrilla
Una ragazza Istriana
Aprile 1944

Non tutti gli Istriani vennero massacrati nelle foibe, Jolanda ne è un caso esemplare, infatti fu assassinata nel centro Italia.
Lei è una ragazzina Istriana, nata a Capodistria ( Pola ) il 30 agosto del 1926, figlia di Mario e di Ines Puglie, al momento dei fatti ha appena sedici anni, è decisamente molto bella, piena di voglia di vivere, si innamora di un militare del Regio Esercito Italiano e decide di seguirlo, lasciando la sua famiglia in Istria.
Con questo ragazzo in uniforme, dopo lo sbandamento dell'8 settembre 1943, raggiunge il centro Italia. Qui ad un posto di blocco Tedesco, il fidanzato viene arrestato dai Tedeschi e deportato mentre lei, grazie ai suoi studi e alla padronanza della lingua Tedesca, viene assunta come interprete presso il locale comando di Velletri.
Nel corso di un attacco aereo Alleato a questo comando , lei viene dispersa e dopo aver vagato sotto choc per la campagna , accolta come una figlia a Lugnola di Configli ( Rieti ) presso una famiglia della zona, i Papucci.
In quella zona dell'appennino Umbro Laziale, purtroppo imperversano delle bande partigiane Umbre.
Una sera due partigiani comunisti della banda Manni facente parte della Brigata Gramsci, tali Francesco Marasco e Luigi Menichelli, appartenenti ad un gruppo che si trovava sul monte Stroncone a Terni, arrivano al casolare dei Papucci e prelevano la sedicenne, affermando che sia una spia, in realtà è solo un pretesto. I Papucci tentarono in ogni modo di evitare il rapimento di Jolanda, ma dovettero cedere alla minaccia delle armi
La ragazza non era assolutamente una delatrice anzi era una pia ragazza, benvoluta da tutti, molto devota alla Madonna di Loreto che in quei giorni si festeggiava nel piccolo paese.
Era il 23 aprile del 1944, da allora non si seppe più nulla di Jolanda, era come sparita nel nulla e le indagini di un graduato della Guardia Nazionale Repubblicana Primo De Luca, servirono solo a identificare chi la prese ma non a sapere i particolari della sua fine o a localizzare i suoi resti, anzi quel militare repubblicano fu assassinato anch'esso per bloccare le indagini, un omicidio per insabbiarne un altro.
Solo nel 1947, un magistrato inquirente di Terni, interrogando alcuni partigiani venne a sapere il caso di una giovanissima Istriana che era stata presa e assassinata in modo crudele.
Il maresciallo dei Carabinieri Angelo Fregoli, prosegue le indagini ed apprende dai pastori della zona che effettivamente Jolanda Dobrilla, era stata “arrestata” da alcuni partigiani rossi con l'abusata accusa di spionaggio, portata a Cottanello, in un territorio isolato al confine tra la provincia di Rieti e quella di Velletri, qui, dopo aver subito sevizie, fu uccisa con una bomba a mano tipo Balilla, quindi data alle fiamme.
I resti carbonizzati della povera vittima furono lasciati all'aperto in una carbonaia e lasciati in pasto ai maiali, di lei ben poco si ritroverà.

I responsabili della morte di Jolanda e del graduato della GNR che indagava sulla sua morte, verranno indagati e giudicati ma nel 1950, prosciolti dalla Sezione Istruttoria della Corte di Appello di roma perchè il loro agire fu un legittimo atto di guerra.

sabato, luglio 01, 2017

Dora Ciok

Dora Ciok

Groppada è un piccolo comune di 500 abitanti, vicino a Trieste, alla sua periferia esiste ancora ora un bunker e una foiba che furono l'inizio e la fine di una giovane e bella ragazza Tiestina, Dora Ciok, di appena 20 anni, una splendida ragazza molto corteggiata, soprattutto da un caporione di una banda di partigiani Slavi, Danilo Perot, uno spietato miliziano comunista, giovanissimo, tenente dell'Esercito di liberazione Jugoslavo, dotato di un occhio vitreo fisso.
Egli era un suo lontano cugino e si era morbosamente invaghito di Dora che però lo rifiutava perchè nbe aveva paura. Perot dopo l'ennesimo rifiuto, a inizio maggio del 1945, la fa prelevare dai suoi sgherri, la portò in una fortificazione situata a Groppada e qui le usò violenza, poi la consegna ai suoi uomini che anch'essi ne abusarono per cinque lunghissimi giorni. La ragazza più morta che viva verrà trascinata sino alla foiba di Groppada e gettata nuda nell'orrido come si faceva in quei giorni con gli Italiani. La madre di Dora si reca inutilmente dal capo dei partigiani cercando sua figlie, inutilmente.
Alla fine alcuni giovani coraggiosi raggiungono la foiba e vi ci si calano, trovano una montagnola di cadaveri e riescono a riconoscere Dora da un sandalo, scattano delle foto che verranno mostrate al governatore militare della zona, Bowman il quale si convinse della gravità della cosa e permise solo allora il recupero della povera ragazza. I suoi stupratori e assassini, tutti partigiani Slavi e comunisti, verranno indagati, inquisiti e rinviati a giudizio ma prosciolti dalle amnistie di quel periodo.


Nell'immediato dopoguerra, lo stato Italiano, corrispose ai 32 mila infoibatori Slavi, così definiti dal governo yugoslavo, una pensione di 650 mila lire dell'epoca e la stessa cosa fece nei confronti dei direttori dei campi di sterminio in Slovenia dove si faceva la pulizia etica degli Italiani definiti Fascisti !