lunedì, marzo 07, 2016

L'odio oltre la morte

Giuseppe Goso e Lorenzo Ricci, ovvero l'odio oltre la morte
3 settembre 1944
Giustenice
Il geometra Giuseppe Goso, segretario comunale di Giustenice è il corrispondente de Il lavoro di Borgio Verezzi ha 34 anni una persona per bene come d'altronde lo è Lorenzo Ricci , detto Bartolomeo, messo comunale nella stessa amministrazione , di anni 60, entrambi con famiglia. Questi due funzionari comunali avevano l'incarico di censire il bestiame , bovini e ovini, presso il territorio del piccolo comune.
Non dobbiamo dimenticare che in quel periodo e in quella zona avvenivano spesso delle macellazioni illegali, e quelle carni venivano vendute al di fuori di Giustenice, si trattava di violazioni annonarie che comunque erano sanzionate severamente.
Comunque Goso e Ricci non erano elementi violenti del Partito Fascista Repubblicano, non portavano neppure un'arma. La loro morte è stata una delle tante, che avvenivano durante la guerra civile che tanto sangue innocente sparse nel nord Italia, da una parte e dall'altra. I due sventurati furono prelevati da un gruppo di partigiani e ammazzati o come si usava dire allora “giustiziati”, anche se la Giustizia con tutti questi omicidi c'entrava ben poco. Chi li uccise non ebbe alcuna punizione di natura penale, anche perchè non si seppe mai, ufficialmente il suo nome, che secondo alcune voci poteva essere Volpi o Volpe, anzi qualcuno disse che vennero assassinati per aver consegnato gli elenchi del bestiame all'esercito Tedesco sotto la minaccia di essere deportati se non avessero ottemperato all'ordine Germanico.
Passano gli anni e i loro parenti, pur con il dolore nel cuore per questa ingiustizia patita, tentano di darsi una ragione. Queste due povere anime, avrebbero potuto riposare in pace quando il caso e soprattutto la malvagità umana ripropose i loro nomi in una occasione, esattamente nel dicembre del 1976.
In quei giorni il comune di Giustenice toglie dalle pareti esterne del palazzo comunale due lapidi, su cui erano incisi i nomi dei caduti della prima e seconda guerra mondiale. I nomi erano illeggibili per la esposizione alle intemperie.
Nessuno, forse ne è a conoscenza, ma sulla lapide che commemora i caduti del secondo conflitto, vi sono anche i nomi dei due “giustiziati sommariamente” . Tutti questi nomi andavano i trasferiti su di un cippo, eretto in piazza, con i contributi del comune, della Provincia di Savona,di alcune banche e anche di una pubblica raccolta di cittadini. Il blocco di pietra con i nomi dei caduti, compresi Goso e Ricci, viene scoperto in una pubblica e solenne cerimonia, alla presenza delle autorità, ma qualcuno in un rigurgito di odio vecchio e stantio, affigge per il paese una serie di manifesti, vergati a mano, in cui un Comitato Permanente antifascista di Giustenice, Pietra Ligure Tovo San Giacomo con termini duri e autoritari stigmatizzano il fatto che sul blocco di pietra ci siano i nomi di due “fascisti” accanto a dei nomi di partigiani.
Con questi fogli manoscritti , pure con una prosa vecchia e obsoleta, alcuni vecchi arnesi vogliono ricreare un clima di odio che doveva essere oramai lontano.
Le famiglie delle due vittime ricadono in una atmosfera di intolleranza e discriminazione che ha poco di umano e di civile.
La pietà l'è morta e invece l'odio di marca stalinista no, anzi rivive con violenza. Pare che a stilare , con poco rispetto della sintassi, i fogli siano stati due o tre aderenti al P.C.I., nel 1976 si chiamava ancora così. Il gesto di accanimento fu comunque sostenuto dalla associazione che raggruppa i partigiani, avvallando una azione che allora come sempre, va contro la convivenza civile e la volontà di pacificazione.
La pianta dell'odio è sempre annaffiata e potata da chi ha interesse a spargere questi veleni. Comunque questi soggetti che tanto hanno ululato per un presunto scandalo, forse non hanno memoria storica di quello che nel 1943 - 1945 accadde ad Altare : un Generale della R.S.I. Amilcare Farina, quindi uno che era dall'altra parte, creò un cimitero militare dove trovarono posto , uno accanto all'altro, fascisti e partigiani.
Questo Ufficiale Repubblichino dimostrò molta più pietà umana di questi sedicenti combattenti della libertà che comunque al momento della esecuzione sommaria di Goso e Ricci non vollero neppure prendersi la responsabilità dell'uccisione, infatti a tutt'oggi i responsabili sarebbero degli sbandati senza nome, una versione molto comoda per chi ha realmente ammazzato Goso e Ricci.


Roberto Nicolick

sabato, marzo 05, 2016

Festa della donna 2016

8 marzo
Festa della donna
Questa storia è nota, in linea generale, ma meno nei particolari : Maria Teresa Goretti, era una bimba di 11 anni, morì nel 1902 a Nettuno, per mano di un suo vicino di 19 anni , Alessandro Serenelli, in seguito fu fatta Santa.
I particolari sono meno noti, ma avvicinano moltissimo il fatto di allora, alla realtà odierna dei femminicidi: Maria Goretti fu molestata sessualmente molte volte , incredibilmente sino dall'età di dieci anni, senza che nessuno prendesse delle misure nei confronti di questo delinquente.
Serenelli era timido ed introverso e pare anche impotente. Di fronte alle continue resistenze della adolescente, aveva reso pubblico molte volte le sue criminali intenzioni: al prossimo tentativo, se Maria non cede, la ammazzo.
Di fronte a questi orrendi propositi, nessuno prese provvedimenti per impedire quello che accadde in seguito.
Il 6 luglio 1902, nonostante le sue dichiarate volontà, Serenelli riuscì ad avvicinare la bimba sola in casa, con la scusa di farsi fare un rammendo, ancora una volta, l'ennesima, ci provò, lei resistette allo stupro e lui la colpì alcune volte con un punteruolo che aveva preparato per questo preciso scopo.
La piccola Maria morì in seguito per una setticemia. Vabbè che in seguito il criminale si fece una trentina di anni di galera e si pentì pure, che lei in seguito fu santificata , ma, quello che volevo dire , è questo : abbiamo tutti gli ingredienti di un femminicidio odierno, la vittima, giovane, sola e soprattutto indifesa, il maschio criminale che urla ai quattro venti i suoi progetti e infine la violenza omicida che si scatena con la solita e collaudata crudeltà.
L'8 marzo prossimo venturo, sarà la festa della donna o meglio delle donne. Moltissime donne, di ogni età, usciranno in quella sera, per festeggiare questa tradizione, illudendosi che almeno una volta all'anno, non subiranno violenze, stupri, molestie sessuali, mobbing, stalking e altri gesti criminali in cui gli uomini eccellono.
Gli uomini nel perseguire i loro sporchi scopi usano una vasta gamma di strumenti: coltelli, armi da fuoco, acido muriatico, benzina e alcol, bastoni, lacci da stringere al collo, mannaie e accette e quando non hanno nulla usano le nude mani.
Qualche giorno fa ho conosciuto sul treno, una ragazza straniera, gentile e intelligente, sorrideva spesso e notavo che era priva dei due incisivi superiori. Incuriosito le ho chiesto se li aveva persi in qualche incidente e la sua risposta mi ha raggelato: abitava in Kossovo in un paesino di montagna è stata rapita, come tante altre, al suo paese da una banda di spietati criminali per indurla a prostituirsi qui in Italia, ma lei non voleva e resisteva. Dopo pestaggi e sevizie quasi quotidiani è stata stuprata da una decina di questi bastardi, che hanno voluto lasciarle un segno distintivo che la qualifica presso di loro e in modo tribale , come una donna violentata, con una tenaglia da carpentiere le hanno strappato i due incisivi superiori. La ragazza ha aggiunto, quando tu vedi una donna giovane, Balcanica, priva dei due incisivi, capisci subito quello che ha subito dagli uomini, ovviamente da certi uomini che umani non sono ma solo ed unicamente disumani .
Auguri a tutte le donne, sperando che il cuore nero degli uomini sia meno cupo e malvagio di come lo è spessissimo.


Roberto Nicolick