mercoledì, novembre 28, 2018

Il lavoratore


Questo foglio de IL LAVORATORE , organo ufficiale del PCI a Trieste, nel dicembre del 1944, pubblica un articolo titolato “ AUSILIARIE” i toni sono da tardo medioevo, da maschilismo becero quando descrive le ausiliarie con la loro “attillata uniforme”, usa un razzismo regionale quando descrive le ausiliarie che parlano con “accento meridionale”, ritorna ad essere violentemente maschilista quando afferma che “insozzano le nostre strade”, “offendono la morale della nostra città”, e gioisce quando il “vero popolo Triestin quando le vede passare queste ausiliariele qualifica ad alta voce con un nome tutt'altro che onorifico per la morale femminile”.
Mentre l'estensore di questo articoletto della cippa, offende le ausiliarie, dimentica che nel 1943, quindi prima, i feroci partigiani slavi di Tito hanno infoibato allegramente migliaia di Italiani e dopo nel 1945, sempre gli stessi assassini Slavi in un luogo molto vicino a lui,  hanno continuato nella loro opera di pulizia etnica, solo che in più, hanno infoibato anche molti partigiani comunisti, unicamente perchè erano di nazionalità Italiana.

martedì, novembre 27, 2018

Brunilde Tanzi e Eva Maciachini



Brunilde Tanzi
17 gennaio 1947
Milano

Brunilde Tanzi , classe 1912, sorella del giornalista Gastone, era una ausiliaria repubblichina, anzi di più, senza nulla togliere alle sue colleghe del SAF, una Ausiliaria della leggendaria Decima Mas, aveva aderito al reparto di Borghese, pur sapendo che la situazione era molto difficile, ma Brunilde oltre ad essere una gran bella ragazza, alta e mora con due occhi scuri e profondi, era anche molto coraggiosa con degli ideali in cui credeva fermamente. Molto probabilmente aveva anche partecipato ad azioni di controbanda di contrasto alle brigate partigiane.
Dopo il 25 aprile 1945 i partigiani la presero prigioniera e la sottoposero alla rasatura pubblica dei capelli, il solito rito maschilista che voleva essere uno sfregio alla femminilità delle donne fasciste, ma questo non fermò Brunilde la quale non disdegnava di sfidare le squadre dei partigiani comunisti con senso dell'umorismo e con una ironia che aveva il potere di coprire di ridicolo questi personaggi.
Celebre fu la sua azione ironica e non violenta, con cui nel 1946, ridicolizzò la polizia ausiliaria partigiana , riuscendo a sostituire un disco in vinile, con dei contenuti pubblicitari, che doveva essere divulgato attraverso dei megafoni in centro a Milano, con uno su cui era inciso il famoso brano fascista “Giovinezza”. Grande fu la sorpresa della gente, quando proprio quella canzone aleggiò su Piazza Duomo.
Anche per questo motivo, gli assassini della Volante Rossa di Milano, i boia comunisti, decisero di ucciderla e così avvenne, in centro a Milano, intorno alle 22, in Via San Protaso, la Tanzi fu affrontata da alcuni killer che la colpirono spietatamente con un colpo di pistola automatica in pieno petto, quasi come un plotone di esecuzione.
Morì a 35 anni, riuscendo solo a pronunciare il suo nome, forse ridendo dei suoi assassini che dovettero essere in tre per ammazzare una donna sola. Lo stesso giorno, una sua amica , anch'essa ex appartenente alla SAF, Eva Maciachini, fu uccisa con il solito colpo di pistola, venne abbandonata nuda e semi carbonizzata per renderla irriconoscibile su un terrapieno della ferrovia a Lambrate a poca distanza dalla sede della Volante Rossa, in Via Conte Rosso.
Per giorni questo corpo non ebbe un nome, poi qualcuno la identificò.
I responsabili di questi due omicidi non vennero mai identificati e nei processi successivi a carico della Volante Rossa , nessuno degli imputati alla sbarra, ammise mai la propria colpevolezza in questi due vili omicidi.

sabato, novembre 24, 2018

L'omicidio di Giuseppe Fanti


Giuseppe Fanti abita a Ferrania, Cairo Montenotte, ha una trentina d'anni, ha scelto di stare con la repubblica Sociale Italiana, siamo nel marzo del 1945, una sera dopo aver festeggiato il compleanno del suo bimbo, esce per andare al lavoro, in strada lo aspettano nel buio della notte, armati per ucciderlo, ma non solo, dopo averlo assassinato lo spogliano dei vestiti e infieriscono sul suo cadavere, tanto Fanti non può più difendersi. Fatto l'agguato e ucciso l'oggetto del loro odio, scompaiono nella notte. Fanti era una brava persona, molto conosciuta in Val Bormida, gli verranno tributati solenni funerali alla presenza delle massime autorità e poi verrà tumulato nel cimitero delle Croci Bianche di Altare. Durante il funerale la anziana madre terrà un comportamento dignitoso in onore del figlio.



i rifugi anti aerei di Savona nella seconda guerra mondiale


In una apposita circolare nel 1943 si fa presente la possibilità di futuri raid aerei e navali sulla città di Savona da parte degli alleati, quindi si da indicazione di predisporre ricoveri non solo collettivi ma anche di fabbricato e famigliari da raggiungere con celerità. Di seguito pubblico un elenco di rifugi anti aerei posti in singoli fabbricati e una piantina di un rifugio in cemento armato.













giovedì, novembre 22, 2018

L'irruzione nella casa di Giovanni Barisone a Piana Crixia


L'irruzione nella casa di Giovanni Barisone
Piana Crixia
ore 21 , 28 marzo 1944
Giovanni Barisone vive a Piana Crixia, ha settantanni, siamo nell'aprile del 1944, ha avuto l'incarico dal comune di fare gli accertamenti della produzione agricola del suo territorio, in particolare della produzione di grano che poi in base alla normativa veniva destinato all'ammasso, ciè al conferimento obbligatorio o su base volontaria dei prodotti che poi saranno distribuiti sul mercato.
E' un compito il suo che potrebbe rivestire dei pericoli, infatti egli deve contribuire a fare rispettare una economia di guerra. La sera del 28 marzo 1944, intorno alle 21, un gruppo di partigiani armati si presentano a casa sua , tre entrano lasciando altri in strada a controllare che non arrivino dei repubblichini, lo costrinsero ad andare in cucina e gli chiesero se era al corrente che il comando partigiano aveva ordinato di non consegnare più il grano agli ammassi. Era una bella grana : i contadini erano tra l'incudine e il martello, c'erano delle leggi molto severe del governo della RSI che imponevano la consegna di tutto il grano ai rappresentanti del governo, e dall'altra parte c'erano i partigiani che erano contrari in quanto essi non potevano "requisirlo" alle cascine per poter sopravvivere durante l'inverno.
Giovanni Barisone era in chiara difficoltà, anziano, solo e praticamente sotto sequestro di tre uomini armati , intanto i tre partigiani iniziano a perquisire l'appartamento, rubando tutto quello che volevano : cibarie, e soprattutto gioielli e denaro, circa dodicimila lire, il tutto mentre il capo della banda teneva sotto minaccia della sua pistola il pover'uomo.
In quel momento rincasa la moglie di Barisone che era andata a fare visita ad una vicina inferma, la moglie Giuseppina Assandri nativa di Pareto di anni 48, viene sequestrata anch'essa dai tre uomini, Barisone approfitta della confusione per l'arrivo della moglie, fugge dalla casa e corre verso la Caserma dei carabinieri, mentre si allontana è fatto segno di diversi colpi di arma da fuoco che lo mancano, quasi per miracolo.
Arrivato alla caserma trafelato, avvisa i militari dell'accaduto, i carabinieri organizzano immediatamente una squadra armata e con Barisone raggiungono la casa. E' cosa di pochi minuti, ma quando entrano nell'appartamento trovano il corpo della povera moglie a terra senza vita. I criminali l'hanno assassinata con il classico colpo alla nuca.

venerdì, novembre 16, 2018

la strage di quiliano, cinque vittime dell'odio di classe


Questo documento manoscritto del Parroco di Quiliano racconta brevemente di una strage compiuta da partigiani comunisti nei confronti di cinque suoi parrocchiani, il fatto avvenne il primo maggio del 1945, riporto testualmente le parole del Parroco, < il primo maggio 1945, i partigiani comunisti, alle cinque del mattino, hanno condotto i cinque parrocchiani, di Quiliano, Dottor Innocenzo Rossi, Croci Constantino Luigi, Isetta Giovanni, Scarrone Gino, Fossini Vincenzo, al cimitero e li hanno uccisi con mtragliatrice, coll'accusa di essere fascisti, tutti e cinque erano brave persone, testimoni oculari nascosti dietro alle piante, hanno riferito, che il Dottor Rossi gridava che voleva il Parroco che volevano confessarsi , cosa che fu negata, e passando il ponte del fiume, detto dottore disse ai compagni, raccomandiamoci a Dio perchè dagli uommini più nulla possiamo ottenere>. Questa è la cronaca che il Parroco di Quiliano fece nel registro parrocchiale da cui è stata estrapolata.
Il Dottor Fiorenzo Rossi di anni 64, era nativo di Ellera, sposato con Rosa Garroni, era il medico della zona, intelligente colto e benestante , tre caratteristiche che lo rendevano particolarmente inviso i partigiani comunisti che infestavano la zona, Croce Costantino Luigi di anni 44, sposato con Anna Pellizzari, Isetta Giovanni di anni 57 era sposato con Albina Pastore, Scarrone Giovanni, detto Gino, di anni 40, nativo di Carcare, sposato con Paola Delfino, Fossini Vincenzo di anni 50, nativo di Quiliano, sposato con Anna Boero. Gli assassini conoscevano benissimo le loro vittime, sapevano che ammazzandoli li toglievano alla loro famiglia, in un crescendo di odio di classe e molto, troppo sub umano, vollero impedire loro di avere almeno le parole di conforto di un prete, in genere qualsiasi condannato a morte è accompagnato in questo durissimo passaggio da un sacerdote, ma la fretta di uccidere, l'odio che animava queste belve era fortissimo e travalicava qualsiasi semplice umanità o sentimento di pietà.
A Quiliano, tutti conoscevano tutti, gli assassini furono visti da tutti trascinare le loro vittime sino al cimitero, ma quello che accadde dal muro posteriore del perimetro nessuno lo sa, solo gli assassini lo sanno, il sentiero fu presidiato da alcuni uomini armati e nel paese al di là del torrente si sentì solo il tambureggiare sinistro della mitragliatrice. Solo dopo alcune ore ai parenti delle vittime fu permesso di recuperare i corpi.
Gli assassini dei cinque di Quiliano , sconosciuti alla legge degli uomini ma non a quella di Dio, continuarono la loro vita tranquilli e liberi, incontrando nelle vie del paese, nei negozi, i parenti delle persone a cui tolsero la vita, i loro figli e i loro nipoti frequentarono la stessa scuola dei figli e dei nipoti delle povere vittime come accde in un paese piccolo, addirittura ci fu un matrimonio tra una ragazza figlia di una vittima con un ragazzo figlio di un assassino, purtroppo sono cose che accadono in un paese piccolo, ma sono convinto che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli.
Ogni primo maggio, di ogni anno, i parenti delle vittime partecipano da una Messa di suffragio per i cinque innocenti a cui furono negati anche i conforti religiosi.

esplorazione del rifugio antiaereo a Savona video


giovedì, novembre 15, 2018

ricovero antiaereo a Savona

Un anziano signore abitante in collina a Savona, mi telefona e mi chiede di andare a dare una occhiata ad una struttura militare situata accanto a casa sua. Ci vado, passo attraverso ad alcuni palazzi signorili, attraerso un cortile e mi trovo improvvisamente di fronte un blocco di cemento grigio scuro con due ingressi laterali stretti e defilati, sbarrati da due cancelli arrugginiti, riconosco dubito una barriera paraschegge, attorno erbacce e putidume. Uno dei  cancelli non è chiuso, entro e sono immerso in una semioscurità, sui muri le classiche scritte nere su fondo bianco dei bunker antiaerei, con le istruzioni su come comportarsi, percorro un corridoio di una ventina di metri, poi un angolo retto con due ingressi laterali e quindi nel buio più assoluto per la totale assenza di finestre ovviamente, la grande sala ricovero , la percorro e conto 300 passi, alta una decina di metri con la volta a botte, larga una ventina di metri, ai lati i servizi igienici, divisi per sesso, e due salette attrezzate a cucinetta con lavandino e piano di lavoro. E' il classico ricovero antiaereo riservato alla popolazione civile durante la seconda guerra mondiale, quando Savona dovette subire numerose incursioni aeree di bombardieri alleati con centinaia di vittime innocenti. Percorro tutto il gigantesco salone, alla fine a sinistra un'altra sala con ingresso sempre ad angolo retto di una capienza minore ma sempre imponente. Mi illumino il cammino con una torcia molto potente perchè non vedo nulla, ma devo notare che non  rischio di ingambarmi in nessun oggetto a parte qualchesanitario distrutto dal tempo e l'unico suono che si sente sono i miei passi e un gocciolio di acqua frequente in quelle strutture sotterranee, perchè questo rifugio anti aereo è stato costruito con grande dispendio di cemento armato sotto una collina ed evidentemente serviva in quegli anni terribili, tutte le case attorno, quindi immagino dalle dimensioni che accogliesse centinaia di civili e vista la presenza di cucinette e servizi igienici la permanenza era prevista lunga. Uno dei servizi è stato usato da qualche senza tetto perchè trovo all'interno un materasso marcio, e delle bottiglie vuote, segno che in quel posto qualcuno ci ha dormito Al centro del soffitto a botte, un filo elettrico che ne percorre tutta la lunghezza con lampadine o quello che ne resta a intervalli regolari, all'ingresso una cassetta a muro dove probabilmente c'erano gli interruttori. L'ingresso non rivela le dimensioni di questo rifugio abilmente dissimulato , passo dalla oscurità più profonda alla luce del pomeriggio e ringrazio il signore che mi ha chiamato e che ha preferito non entrare, ha dei ricordi tristi , mi dice, di quei tempi.