mercoledì, luglio 14, 2021

Colonnello Antonio Varisco

 

Colonnello dell'Arma dei Carabinieri

Antonio Varisco

Roma, 13 luglio 1979


Il colonnello dei CC Antonio Varisco era un ufficiale superiore molto noto a Roma, nativo di Zara, aveva 52 anni, e svolgeva un ruolo importante di collegamento tra i comandi e i magistrati romani, come tutte le mattine, esce intorno alle 8,30, dalla sua abitazione di Via Del Babuino 79, nelle adiacenze di Piazza del Popolo, in pieno centro a Roma, prende un caffè nel bar di fronte e sale sulla sua BMW per raggiungere il luogo di lavoro.

Varisco non portava armi con sé e non aveva la scorta , l'auto come di consueto non si mette in moto subito, ma dopo diversi tentativi riesce a partire. La BMW di colore beige percorre il Lungotevere, ad un incrocio, una 128 bianca lo affianca sulla destra, mentre da una vettura analoga che segue vengono lanciati dei fumogeni.

Si tratta di una azione terroristica tesa a creare le condizioni per aggredire il colonnello e coprire l'attacco agli occhi di testimoni. Nella nuvola di fumo parte e si sviluppa l'attacco al colonnello.

L'arma usata per assassinare l'ufficiale potrebbe essere un fucile a canne mozze, oppure un fucile a pompa, già usata già dai terroristi per colpire agenti e carabinieri e di difficile identificazione. Diciotto pallettoni raggiungono Varisco in rapida successione : al torace, ad un braccio, alla nuca, e alla mascella, devastandogli il volto.

Il povero ufficiale muore sul colpo almeno gli viene risparmiata una dolorosa agonia.

Compiuto l'omicidio i terroristi fuggono, inseguiti da un testimone che in seguito dirà che il gruppo di assassini era composto da sette soggetti di cui una donna, dopo pochi chilometri abbandonano le due auto.

Una telefonata di rivendicazione della cosiddetta colonna romana delle BR viene fatta alla redazione de Il Messaggero, con le soliti stupidaggini deliranti e colme di odio di classe, con le ordinarie accuse complottiste allo stato imperialista delle multinazionali, dette e ridette negli anni di piombo in queste occasioni.

Negli anni 80 e 90 due brigatisti, Anonio Savasta e Rita Algranati, affermarono di aver partecipato all'omicidio mentre gli altri brigatisti sono a tutt'oggi sconosciuti. Con la solita lentezza lo stato concesse nel 1982 la Medaglia D'oro al Valor civile con la seguente motivazione :Comandante del Reparto Carabinieri Servizi Magistratura, assolveva i suoi particolari e delicati compiti con assoluta dedizione, responsabile impegno ed ammirevole tenacia, pur consapevole del gravissimo rischio personale per il riacutizzarsi della violenza eversiva contro l'intero ordine giudiziario. Fatto segno a numerosi colpi d'arma da fuoco in un vile e proditorio agguato tesogli da un gruppo di terroristi, sublimava col supremo sacrificio una vita spesa a difesa della collettività e delle istituzioni democratiche