martedì, maggio 07, 2019

Il terribile caso di Anna Maria Araldo


Anna Maria Araldo
25 aprile 1945
Un altro caso Giuseppina Ghersi in Valbormida
Un martirio accuratamente nascosto e dimenticato



Era il 30 aprile 1945, quel pomeriggio il cane da pastore Noli, un cane eccezionale per intelligenza e per fiuto, stava accompagnando la sua padroncina Dalmira al pascolo con le bestie, non era solo il suo compagno di giochi ma anche il suo fedele accompagnatore in ogni dove.
Si era in frazione Croce nei pressi di Stevagni a Castelnuovo di Ceva, quel giorno, il cane mentre transitava accanto a dei campi arati, iniziò a dare segni di inquietudine e ad abbaiare, poi dopo aver attratto l'attenzione della sua padroncina, la pastorella Dalmira , corse al centro del podere arato e iniziò a scavare freneticamente, Dalmira incuriosita lo seguì e dopo circa un minuto capì il motivo agitazione del cane: da sotto le zolle di terra rimosse dalle zampe del pastore emersero dei capelli neri, poi un capo e quindi un visetto cereo di una adolescente.
Superato il primo istante di paura, Dalmira corse alla frazione Stevagni a cercare aiuto, alcuni uomini avvisati dalla ragazzina, corsero sul posto e iniziarono a scavare prima con decisione e poi con delicatezza, poco per volta emerse dalla terra ,il corpo diafano di una ragazzina, all'apparenza di non più di tredici anni, gli occhi chiusi, con un foro di pallottola alla nuca, completamente nuda.
I contadini pietosamente avvolsero il piccolo corpo senza vita in un lenzuolo bianco e a braccia lo portarono alla frazione, con il cuore attanagliato dal dolore per una morte così assurda.
Fu composta nella piazzetta del paese e qui ricevette la benedizione dal parroco, poi arrivò la mamma a riprendersela, la povera madre non aveva più lacrime.
Chi era la piccola ritrovata nel podere ? Anna Maria Araldo era il suo nome, di appena tredici anni ne avrebbe compiuto 14 il mese successivo alla sua morte, la sua famiglia viveva di agricoltura e lei era l'ultima di cinque figli in una famiglia patriarcale, le cui radici erano a Saliceto.
Quindi la piccola Anna Maria viveva tranquillamente con i suoi famigliari a Stevagni in una casa colonica, viveva di giochi, di lavori domestici e di tutte quelle cose che fanno le adolescenti ma in quel periodo l'odio, la violenza dilagava in quelle terre, pochissimi giorni prima una banda di “patrioti” aveva fucilato sette persone di Castelnuovo di Ceva, con la solita accusa di essere fascisti, poi avevano depredato i cadaveri delle scarpe e dopo averle calzate erano andati a festeggiare. Sul cadavere della adolescente c'era evidenti segni di violenza sessuale, i suoi assassini prima di toglierle la vita l'avevano anche stuprata.
Secondo alcune testimonianze la piccola venne prelevata a casa usa sa tre partigiani, in seguito fu vista transitare per l'abitato di Castelnuovo di Ceva, assieme ad alcuni prigionieri repubblichini e Tedeschi la sera di mercoledì 25 aprile 1945, sotto scorta di un gruppo di partigiani armati, in quel frangente, due dei partigiani chiesero ad un contadino, tale Giavanni Battista Zunino, una pala e un piccone che , a loro dire sarebbero serviti per sistemare un sentiero che conduceva a Montezemolo, in realtà servirono per scavare una buca dove nascondere il cadavere della piccola Anna Maria , si trattava di una infamia già programmata come lo era sicuramente il suo stupro.
Un altro contadino di nome Placido, impensierito per la sorte bimba prigioniera e come assalito da un presentimento, chiese ai partigiani se per caso avevano intenzione di farle qualcosa di male , ma loro risposero di stare tranquillo che la stavano accompagnando a casa, in realtà avevano in mente altri gesti infami.
Fu un gesto turpe come tanti che avvennero in quel periodo a danno di giovanissimi e innocenti che non avevano alcuna colpa.
Uno dei responsabili della piccola Anna Maria Araldo, un partigiano di Roccavignale, ebbe in seguito una figlia, anche lei avrà compiuto 13 anni, ebbene come si sarà sentito a guardare la sua progenie e a pensare che lui ed altri come lui, avevano violentato e assassinato una bimba di quell'età ? Francamente non riesco ad immaginare il suo stato d'animo.
Questo gesto fu impresso assieme ad altri nella memoria dei ragazzini di quei tempi ora anziani che non riescono a scacciare l'orrore dalla mente per un delitto senza giustificazioni, compiuto da sedicenti patrioti che in realtà erano belve senza patria. Secondo alcuni la ragazzina per raccogliere qualcosa da mangiare serviva alla mensa del piccolo presidio repubblichino e per questo subì quello che subì secondo altri qualcuno le aveva messo gli occhi addosso e voleva approfittare di lei ma davanti al suo rifiuto ne decretò la morte dopo averla presa con la forza. Il corpicino della giovanissima martire, fu sepolto all'interno del cimitero di Castelnuovo sotto una croce senza nome per difenderla dall'odio che l'aveva uccisa e che avrebbe potuto perseguitarla anche da morta.

Pochi anni fa un gruppo di persone dall'animo gentile e mossi da Cristiana pietà, vollero ricordare questa piccola vittima delle barbarie, con una targa posta proprio sul sentiero che Anna Maria dovette percorrere con i suoi carnefici sino al martirio.
La targa oltre ad una foto della bimba, riporta le seguenti parole “ Araldo Anna Maria di anni 13 qui violentata ed uccisa dal branco il 25 aprile 1945” nulla di più ma è già abbastanza. Un artista ha voluto anche creare un video su questa cosa e qualcuno tutti gli anni , nella data della suo assassinio va a deporre silenziosamente dei fiori sulla targa a poca distanza da dove il branco fece quello che fece.

Roberto Nicolick





3 commenti:

  1. Onore e gloria a questa piccola martire .E' alla corte dell'Onnipotente
    Insieme ai santi e agli eroi.

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  2. E pensare che uno di questi lo fecero presidente della repubblica nel45 assassino di donne incinte e bambini......fascisti pericolosi..... Che gloria

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