lunedì, settembre 11, 2006

ANCORA SULL'11 SETTEMBRE

Gli obiettivi primari degli attacchi dell'11 settembre furono bersagli con alto valore simbolico, e - secondo le versioni ufficiali - non vennero usati mezzi militari convenzionali per portarli a termine, coinvolgendo il dirottamento di quattro aerei di linea. I 24.000 galloni (circa 91.000 litri) di carburante presenti nei serbatoi degli aerei, li avrebbero trasformati in missili incendiari. Due di questi furono fatti collidere contro le due Torri Gemelle del World Trade Center a New York, e il terzo sul Pentagono, la sede del Ministero della Difesa americano, ad Arlington (Virginia).
L'ultimo aereo è precipitato in un campo della Pennsylvania, presso la città di Shanksville. Si suppone, secondo le indagini ufficiali, che i dirottatori volessero farlo precipitare sul Campidoglio o sulla Casa bianca.
Le registrazioni della scatola nera confermano il tentativo di rivolta dei passeggeri. Sullo schianto sono state avanzate anche ipotesi diverse rispetto alla versione ufficiale. Una di queste ipotesi è che l'aereo possa essere stato abbattuto dai caccia dell'USAF.

The sphere, scultura recuperata dalle rovine del World Trade Center e riassemblata nel Battery Park di New York City
Oltre alla perdita di 2.986 vite umane, andarono distrutti o furono gravemente danneggiati diversi edifici, fra i quali le Torri Gemelle del World Trade Center che crollarono qualche tempo dopo agli impatti, coinvolgendo nella distruzione cinque edifici limitrofi e cinque stazioni della metropolitana. L'area, il cui sgombero completo ha richiesto un lunghissimo tempo, è stata ribattezzata Ground Zero.
I crolli degli edifici a New York hanno generato un'immensa nube di detriti contenenti centinaia di composti tossici che ha investito buona parte della punta Sud dell'isola di Manhattan, causando un grave inquinamento ambientale, i cui particolari sono stati resi noti al grande pubblico solo a distanza di circa quattro anni dall'evento. Fino a quel momento le agenzie governative USA avevano sottovalutato o nascosto il rischio ambientale, forse allo scopo di non causare ulteriore panico e di rendere più spediti i soccorsi, lo sgombero delle macerie, il ripristino delle normali attività della città così gravemente ferita.
Anche parte della facciata del Pentagono colpita fu danneggiata e crollò: la circostanza che la facciata colpita (situata al lato opposto di quella occupata dai più altri funzionari e ufficiali) fosse stata appena sottoposta a lavori di ristrutturazione - e che pertanto era ancora sottoutilizzata e semivuota - ridusse di parecchio il numero di vittime che l'impatto avrebbe potuto causare se avesse colpito una delle altre quattro facciate del grande edificio.

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