martedì, marzo 13, 2007

CUCCIOLI E CAMERE A GAS

IL CASO DELLA CAMERA A GAS PER CUCCIOLI TROVATA A SAVONA: I VOLONTARI PARLANO DI «CACCIA ALLE STREGHE» E DI «ACCUSE GRATUITE» «Quegli animali potevano essere salvati» Il magistrato replica alla tesi difensiva dell'Enpa di Savona Fabio Pozzo «Li uccidevamo per non farli soffrire inutilmente» è la difesa del presidente e dei quattro volontari dell'Enpa di Savona coinvolti nella vicenda della camera a gas con la quale venivano soppressi cuccioli di gatti e cani. «Meglio il gas, che l'inedia», è la sintesi del loro difensore. Il sostituto procuratore Alberto Landolfi, però, non è d'accordo con questa tesi difensiva. Il magistrato che ha chiesto il decreto penale di condanna per i cinque animalisti (le accuse: per tutti, maltrattamenti d'animali; per il presidente Giovanni Battista Buzzi), replica: «Non è vero che i cuccioli di gatti e di cani abbandonati sono destinati alla morte. Possono, invece, essere svezzati e quindi vivere, anche se ciò comporta un grande impegno di uomini, con turni notturni». Continua Landolfi: «Uccidere sistematicamente gli animali soltanto perchè è difficile seguirli è un atto illecito. E comunque solo un veterinario può assumere questa estrema decisione». Il magistrato chiama in causa Buzzi per esercizio abusivo della professione veterinaria. Il difensore di quest'ultimo, l'avvocato Luca Morelli, sostiene che la supervisione del veterinario - in caso di soppressione di animali - può non esserci in casi estremi, come quelli affrontati dall'Enpa (con la camera a gas). Ancora Landolfi: «Nessuno può sostituirsi al veterinario, nemmeno un medico cattedrattico, nemmeno in casi estremi, salvo nella circostanza di dover salvaguardare l'incolumità personale o di altre persone. Si tratta di principi di diritto elementari».

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