martedì, maggio 06, 2008

LISTE DI PROSCRIZIONE




LE LISTE DI PROSCRIZIONI COMPILATE DAI PARTIGIANI


Esistono, in discreta sommessa circolazione, dei documenti risalenti al 1945, dattiloscritti dalle formazioni partigiane comuniste, Brigate d’assalto Garibaldi, Brigata “ Baltera”che sono in concreto delle vere e proprie liste di proscrizione, queste liste erano state fatte dai vari commissari politici delle brigate.
C’erano i nominativi delle persona, la loro qualifica, cioe’ se erano spie, sospette spie, delatori fascisti, militi delle varie formazioni armate della R.S.I..
Un particolare che fa accapponare la pelle e’ la dicitura che appare in testa al documento..

“ …si rimette , ai comandi in indirizzo, elenco in ordine alfabetico di SPIE, FASCISTI REPUBBLICANI, COLLABORATORI dei NAZI-FASCISTI o COMUNQUE ELEMENTI SOSPETTI E DANNOSI al N/S MOVIMENTO…”

Non voglio riportare i nominativi delle persone in oggetto, molte delle quali furono “giustiziate” a seguito di questa lista di proscrizione, pero’ voglio riportare le note a lato, dei nomi, che sono un esempio di odio e rancore, qualunquistico e ottuso : per esempio…e in questa lista di futuri arrestati, torturati e fucilati, troviamo di tutto : adulti, ragazzi, ragazze di tredici anni, anziani, chiunque potesse essere anche lontanamente sospettato di collaborazionismo entrava di diritto nella TOP LIST…

figlio appartenente a squadra di azione Bir el Gobi.

Fasciste, propagandiste, sospette di spionaggio.

Spia, maggiore al servizio delle SS, gia’ comandante UPI, Imperia , probabilmente sara’ trasferito a Savona o Albenga, capelli grigi, altezza 1,70, tendenza all’obesita’, colorito roseo, espressione burbera, sguardo acuto, occhi scuri, viaggia con borsa di pelle, abitualmente porta un vestito grigio, pettinato con discriminatura a lato.

C’e’ del maniacale e dell’ossessivo nella compilazione di queste pagine terribili.

La lista prosegue :
di ben tre ragazze, rispettivamente di 22, 19 e 17 anni, il commissario politico scrive : bionda, castana e piccola, appartenenti alla Guardia Nazionale Repubblicana, spie, domiciliate in via Mazzini, Pietra Ligure, Di una, quella media, scrive : presta attualmente servizio nelle ausiliarie a Savona. Elemento pericoloso.

Un nome attrae la mia attenzione :
GHERSI Giuseppina, via Tallone 10/3 Savona, impiegata, coopera con i nazifascisti, marcia armata di rivoltella.
Questa ragazzina , tredicenne, verra’ rapita, stuprata e assassinata.
La mia triste e tremenda convinzione e’ che molitissimi dei nomi che scorro, si trovano ora su altrettante lapidi di cimitero, almeno quelli piu’ fortunati.


6 commenti:

  1. Gentile dottor Nicolick
    Credo che non ci sia errore peggiore che trattare un documento storico come se fosse una pagina di un quotidiano.
    Per lo studio della Storia, tanto complesso, è determinante saper contestualizzare ogni pezzo preso in esame.
    Una lista di proscrizione fa orrore, qualunque sia l'autore, ma non bisogna dimenticare dove, perchè, in quale contesto è stata fatta.
    Lo ha detto per primo il nostro Manzoni, l'ha ripreso Kafka e infine Primo Levi: chi perpetra violenza sul prossimo non è solo responsabile dell'atto violento, ma pure dell'abruttimento della vittima, fatta capace di commettere altre violenze.

    Se l'otto settembre 1943 dovessimo scegliere se andare in montagna con formazioni autonome, cattolici, GL... o con i soldati della RSI io saprei, oggi, cosa scegliere. E lei?
    Cordiali Saluti

    Giuseppe Nadelli

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  2. Caro Nardelli
    io non contestualizzo, le rispondo con una sola parola: PORZUS

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  3. Non è una risposta.
    Porzus è una delle tante tragedie.
    Non basta ammucchiare nomi di morti, bisogna cercare di capire i motivi, le vite, i singoli casi.

    Nessuno vuole rivalutare ad ogni costo i partigiani comunisti.

    Dico solo che è molto più difficile di come la fa sembrare.

    Buona giornata

    G. N.

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  4. Aggiungo anche che un blog dovrebbe essere un luogo di dialogo.
    Ognuno dice la sua.

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  5. Sicuramente io non posso neppure immaginare gli orrori di una guerra, una guerra vera che non si sente solo alla televisione ma che si vive giorno per giorno MA (eh si perchè c'è un bel MA bello grosso) questo non basta per sentirsi con la coscienza a posto quando si tortura e si uccidono bambini da qualsiasi parte ci si trovi, non basta per legittimare un "branco" senza regole e senza onore, perchè nel torturare ed ammazzare di botte non c'è nessun onore neppure se la vittima fosse davvero una spia consapevole di esserlo.
    Della politica non mi importa un tubo quindi non ne faccio assolutamente una questione "di parte", adesso leggo e commento questo fatto, tutto qui.
    Immagino che anche voi abbiate avuto figli e quindi provate ad immaginare una cosa del genere fatta ad un vostro figlio ancora bambino, sono una mamma e credo non ci sia altro da aggiungere.

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Oggi ho fatto un raid fotografico a Moncalieri, al suggestivo Castello della Rotta, che comunque non è un castello vero e proprio ma una Casaforte costruita in epoca medioevale per presidiare il ponte sul torrente Banna, importante a livello strategico. Il nome “Rotta” deriverebbe dalla disfatta subita da Tommaso di Savoia contro i francesi nel 1639.  Negli anni ’80 la casaforte è stata restaurata e riportata all’antico splendore e resa abitabile.  Nel tempo è stato proprietà di romani, longobardi e templari. Nel 1196 il castello fu donato dal Vescovo Arduino di Valperga ai Cavalieri di Malta e lo rimase per più di tre secoli. La presenza dei Cavalieri di Malta è comprovata da alcuni documenti storici oltre che da alcuni simboli, come ad esempio le croci patenti  sui pilastri all’entrata.   Nei secoli sono nate intorno a questa costruzione tante storie e leggende, la maggior parte legate a morti violente. Secondo alcuni sarebbe uno dei luoghi più infestati d’Italia, per chi ci crede ovviamente. Le leggende più note sono tre che riporto senza entrare nel merito : Il fantasma del cavaliere templare a cavallo La casaforte della Rotta è stato teatro molti scontri armati . Diversi cavalieri sono stati sepolti tra le sue mura, degli scavi hanno riportato alla luce dei resti. Tra questi scheletri è stato ritrovato quello di un cavaliere, sepolto insieme al suo cavallo, che portava una croce di ferro al collo, i cui resti sono stati datati tra il XV ed il XVI secolo. Il ritrovamento di questo scheletro impressionò molto gli abitanti della zona perché già molto tempo prima si raccontava del fantasma di un cavaliere a cavallo con una croce al collo che girava per il castello. Leggenda narra che in passato arrivò alla casaforte una giovane marchesa francese promessa in sposa al signorotto della Rotta. La giovane però era innamorata di un baldo cavaliere, bello e coraggioso. Il signorotto, una volta scoperta la storia tra i due buttò la povera ragazza dalla torre del castello. Il cavaliere, quando apprese la terribile notizia si votò a Dio e partì per la Terra Santa per combattere gli infedeli. Secondo alcuni il fantasma col cavallo che si aggira per le sale della tenuta sia proprio questo cavaliere che volle farsi seppellire in questo luogo accanto alla sua amata. La leggenda del frate della Rotta Una altra leggenda narra di un nobile, proprietario della Rotta, innamorato di un una bella nobildonna. Nel giorno della festa del fidanzamento della coppia, il palazzo fu attaccato dai saraceni che penetrati nelle mura inseguirono la giovane promessa sposa fino alla sommità della torre dalla quale la ragazza si buttò per non cadere nelle mani del nemico. Il signore del castello combatté valorosamente tutta la notte e riuscì ad allontanare i nemici, ma all’alba vide la sua amata distesa senza vita sul ponte levatoio. Per il dolore e la rabbia il nobile cavaliere decise di partire per la Terra Santa facendosi monaco guerriero templare e per vendicarsi di tutti gli infedeli responsabili della morte della sua promessa dicono che la sua spada ed egli stesso erano assetati di sangue saraceno. La leggenda del bambino e della nutrice nel palazzo vivesse un bambino molto dispettoso che era la croce della sua povera nutrice, costretta a rincorrerlo per tutto il maniero per evitare che si cacciasse nei guai. Un giorno la nutrice non riusciva a trovarlo e, arrivata nel cortile, esausta si fermò un momento per riprendere fiato. Ad un certo punto vedendo ricomparire dall’altra parte del cortile il bambino con un sorriso malizioso e di sfida, la nutrice si lasciò sfuggire un colorito rimprovero. All’improvviso però nel cortile arrivò una carrozza trainata da cavalli imbizzarriti che travolsero il povero bambino. La nutrice sconvolta, andò in cucina e si tolse la vita. Da allora, si dice che i fantasmi del bambino e della donna vaghino per le sale del castello, il primo alla ricerca della propria madre e la seconda in cerca del bimbo. Quest’ultima, oltre ai lamenti, lascerebbe dietro di sé un profumo di rose e gigli.