martedì, luglio 22, 2008

IMPRONTE DIGITALI AI BAMBINI ROM


A proposito dei rilievi dattiloscopici, vulgo impronte digitali, ai bimbi Rom

La proposta del Ministro Maroni di effettuare i rilievi dattiloscopici ai minori di etnia Rom ha destato un vastissimo ed inferocito vespaio di polemiche pretestuose e politiche, mi sento a tale proposito di spezzare una lancia in favore di Roberto Maroni .

Infatti i primi ad essere tutelati e garantiti dai rilievi di polizia, sarebbero proprio gli stessi bimbi Rom.

In molte zone balcaniche, Romania, Moldavia ed altre, la legge non vige in modo totale e continuativo, quindi puo’ accadere che avvengano delle transazioni molto particolari: un bimbo Rom puo’ essere venduto ad altri Rom oppure ad estranei in cambio di una piccola somma di denaro, 50 o 100 euro, oppure in cambio di un oggetto voluttuario, un telefono cellulare, un PC, una lavatrice o un frigorifero, tutti beni di consumo, anche di seconda mano, che necessitano ai componenti delle carovane Rom che vagano per l’Europa.
Invece pare che bimbi da scambiare o da cedere, i Rom ne abbiano in eccedenza.
Ai Rom non importa cosa succedera’ ai piccoli che vengono venduti in questo modo tanto spietato, importa solo di avere un corrispettivo in euro oppure in natura.
I poveri piccoli, quindi potrebbero essere comprati anche, nel peggiore dei casi, da un pedofilo, da un sadico, da un criminale psicotico. Nel migliore, si fa per dire, dei casi l’acquirente dei bimbi puo’ essere un altro Rom di un’altra carovana, quindi il destino dei bambini sarebbe : chiedere l’elemosina, rubare, prostituirsi e se non porta a casa una cifra viene picchiato dal nuovo padrone.
I bimbi , praticamente senza identita’, potrebbero essere venduti e rivenduti, da una carovana all’altra, diventando carne da vendere e comprare, punto e basta.
Con l’introduzione delle impronte digitali ai bimbi Rom, si potrebbe creare una anagrafe informatizzata, e porre un freno alla pratica dei Rom di vendere i bimbi loro e, come accade spesso, degli altri. Non sono nuovi i casi di tentato sequestro da parte di donne Rom, che in coppia aggrediscono donne sole italiane, e cercano di rubare il piccolo che queste donne, madri o nonne, in quel momento hanno con loro.
Quindi ben vengano le impronte digitali ai bimbi Rom, non con fini biecamente polizieschi ma per tutelare i minori Rom e italiani dallo schiavismo piu’ crudele che esista: quello verso i minori che non possono difendersi.

Roberto NICOLICK
Consigliere Provinciale Savona

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