sabato, settembre 13, 2008

PEDOFILIA, ORCHI, BASTARDI

“GIOCHI CHE AIUTANO A CRESCERE”.

Lo dice un pedofilo arrestato a Vicenza. Leggete qua:
«No, non li ho stuprati. Ho toccato uno dei due bambini, il più grande.
Avevo subito queste attenzioni anche io, quando avevo la sua età».
Un muratore di 51 anni, di origini campane ma da molti anni residente a Vicenza, è indagato dalla procura per violenza sessuale su due bambini di 6 e 7 anni. Sarebbero sue vittime i figli della sua ex compagna, con la quale, all’epoca dei fatti, risiedeva a Bassano. La polizia l’ha denunciato per una serie di episodi avvenuti a partire dal 2000 - e fino al 2003 - in abitazioni della famiglia fra Bassano, Recoaro e Piovene. L’indagine della squadra mobile della questura era scattata dopo la drammatica denuncia della mamma dei due bambini: erano stati loro a raccontarle, timorosi, di quanto accadeva quando lei non c’era, oppure quando lui faceva la doccia assieme a loro. La donna si era rivolta ai detective del commissario capo Michele Marchese, che avevano avviato i contatti con gli psicologi. I due bambini erano stati sentiti a lungo, e separatamente, e quanto emerso durante le audizioni protette avrebbe confermato la denuncia della madre, che ovviamente aveva subito troncato la relazione con il muratore, il quale era tornato subito a vivere a Vicenza. Secondo l’accusa, gli episodi di violenza e molestie sarebbero stati numerosi nel corso degli anni, passando prima per i toccamenti e infine per le penetrazioni di entrambi i maschietti. Un orrore, che l’orco avrebbe invece descritto come un gioco divertente ai due figliastri. Le violenze sarebbero avvenute più di frequente quando i bambini, a casa o in altri due appartamenti di cui il muratore aveva disponibilità, erano affidati a lui e quando la mamma non era presente in casa.
La procura ha deciso di sentire il campano (cui era stato imposto il divieto di dimora dal tribunale bassanese subito dopo la denuncia, per tenerlo lontano dai bambini).
Il muratore avrebbe ammesso solo qualcuno degli episodi, e solo con uno dei bambini. Nessuno stupro, solo molestie. «Era un gioco per aiutarlo a crescere e per insegnargli a conoscere il suo corpo», si è giustificato, precisando di aver ricevuto lo stesso trattamento quand’era piccolo, da un vicino di casa al quale veniva affidato in assenza dei suoi genitori. Una circostanza, questa, che accomuna parecchi uomini accusati di reati terribili e vergognosi come la violenza su bambini in tenera età.
Le testimonianze raccolte dalla polizia, però, sono ben più pesanti rispetto alle sue ammissioni. Il muratore si sarebbe comportato in maniera animalesca con i due piccoli che, vista la tenera l’età e la fiducia che riponevano nei suoi confronti, non potevano rendersi conto che stavano subendo degli abusi. La famiglia, oltre che da un legale, è assistita anche dai servizi sociali per riuscire a superare un trauma durato tanto a lungo e destinato ad avere conseguenze ancora per molto tempo, soprattutto per i ragazzini.
Ora sarà la procura di Vicenza a dover chiudere le indagini per poter fissare il processo, che potrebbe iniziare fra la fine del 2008 e i primi mesi del prossimo anno.




ANCORA ABUSI AL FEMMINILE.
Ma non ci avevano detto che le donne pedofile erano una nostra invenzione???????!
A Porto Sant'Elpidio una allucinante storia di abusi. Un ragazzino affetto da sindrome di down è stato molestato nei bagni di un villaggio turistico da una donna milanese, di 49 anni affetta peraltro da una malattia infettiva.
A cogliere la donna sul fatto, insieme al fratellino seminudo, la sorella del bimbo che ha chiamato subito i carabinieri i quali una volta giunti sul posto sono stati aggrediti dalla predatrice. “La 49enne milanese è stata rinchiusa in carcere fino all'udienza, svolta per violenza sessuale su persona in condizione di inferiorità psichica e resistenza a pubblico ufficiale. Su quest'ultima accusa, la donna ha patteggiato la pena al processo per direttissima svoltosi la mattina dopo l'avvenuto. Ora si trova a piede libero, in attesa che la Procura della Repubblica di Fermo acquisisca tutti gli elementi utili all'incriminazione per violenza sessuale.”

CINICO BLOG. Storie di ordinaria pedo-follia.
Certe storie se ce le inventassimo non sarebbero così tragiche, o forse sarebbe meglio dire …tragicomiche. Un predatore di cui sappiamo solo il nome Alberto C. di 50 anni
residente a Busto Arsizio, prov. di Milano, è stato arrestato per detenzione di materiale pedopornografico ed abusi su di una bambina.
Dopo aver venduto un computer ai suoi genitori con la scusa di essere in procinto di prendere i voti e diventare frate ha avuto il permesso… di passare molte ore (4 mesi) in camera con la piccola, con la scusa di farla pregare.
Meglio, di farle… “raggiungere il Paradiso”. Toccandola e facendosi toccare le “trasmetteva le cellule” necessarie a raggiungere appunto gli angeli, “purificandola” ed alternando molestie a preghiere, “per farla diventare santa”.
La piccola ha trovato la forza di raccontare tutto in un tema intitolato “parlami di un’esperienza negativa”. Le insegnanti hanno mandato subito il tema alla Polizia ed il resto è qua: il bastardo arrestato (ed ora libero…), il suo computer sequestrato (trovate foto pedoporno ed immagini anche della vittima, fotografata nuda), la bimba che ha parlato di minacce, sms erotici, il fatto di averla allontanata da tutte le amichette (altra storia già sentita) e via dicendo. Per quel genio della madre la bimba negli ultimi mesi… era un po’ cambiata. Meno male aggiungo io che poteva pregare…

Se c’è un’immagine che resta di quest’estate e che per non turbare i vacanzieri è stata snobbata dai media nazionali è quella di due bambine, Micelle, di anni 8 e Rose Ron di anni 4.
Micelle sorride all’obbiettivo con quel suo sguardo furbetto, mentre tiene in mano i fiori che il consegnerà il primo giorno di scuola alla sua maestra. Lievemente curva per il suo zainetto rosa. Anche Ron sorride al fotografo. Di rosa ha il cerchietto che detiene i capelli mentre la t-shirt che indossa riporta un personaggio dei cartoni animati che tanto amava.
Michelle è sparita da casa sua il 18 agosto. Il suo corpicino l’hanno ritrovato tre giorni dopo galleggiare in un laghetto in un parco a nord-ovest di Lipsia.
L’autopsia ha confermato gli abusi sessuali.
Il corpicino di Rose Ron invece non è stato ancora trovato.
Pare sia da qualche parte dentro ad una valigia, buttata in un fiume dal suo assassino,
il giovane nonno Ronny.
Allucinante la sua storia.
La madre (ora in carcere) ha pianificato l’omicidio della bimba con Ronny, 45 anni, suo suocero ma ora anche suo amante.
Rose è nata in Francia figlia di Marie e dell’israeliano Ben, entrambi ventenni.
Quando Marie va a trovare i suoceri si innamora di Ronny. Lascia allora la famiglia in Francia e va a vivere in Israele, fino a quando non scopre (nel dicembre’07) che la bimba è finita in ospedale: a causa degli abusi sessuali subiti dal padre.
Facile per lei ottenere subito l’affidamento della bimba che arriva in Israele e si trova catapultata in un mondo nuovo:
non conosce la madre, è ancora sotto shock per gli abusi subiti, non parla la lingua locale ma solo il francese, non ha alcun affetto…
Molti i segnali che lancia. Facilmente curabili con l’amore. Soffocati invece con odio e disprezzo. La bimba piange in continuazione, non mangia, si fa del male… the same old fucking story…
La madre ed il suocero amante non ce la fanno più e decidono di disfarsene.
Ronny arriva con una valigia… il resto è cronaca nera.
Dopo 7 versioni il nonno crolla e confessa l’omicidio. Dice di averla abbandonata in un fiume, alla periferia di Tel Aviv. Fiume che si è ingoiato la piccina. E tutte le sue lacrime mai asciugate.
Anche il capo della polizia che ha seguito le indagini ha dichiarato di non aver mai visto i suoi uomini piangere tanto…
Per soggetti così resta un unico intervento…

IL SOLITO RECIDIVO
A Trento hanno arrestato un pedofilo. Già denunciato a piede libero alcuni giorni fa per atti osceni in una piazza (si era “esibito” coi pantaloni abbassati alle 10 del mattino in una zona centrale della città), ora è finito dietro le sbarre con ben altra accusa:
abusi su di una bimba di anni 6.
Il pedofilo si chiama Giuseppe Gagliano, ha 43 anni, nativo di Palermo e congedato dall’arma dei carabinieri nel 2001.
Anche lui, come tutti i pedofili, era recidivo, avendo già scontato una, ovviamente lieve, condanna nel 2005 per abusi su di una bimba di anni 5 (l’aveva caricata in auto e si era fatto toccare; risultato: patteggiamento a due anni di pena!).
Ma non basta!!!
Nel marzo del 2006 il palermitano era tornato in carcere per un cumulo di pene (aveva patteggiato 4 mesi per essersi masturbato davanti a due ragazzine) e vi è rimasto fino alla fine del 2007. Da dicembre al marzo scorso aveva ottenuto l'affidamento in prova, seguito anche da uno psicologo, del quale ci piacerebbe tanto sapere il nome visto i risultati ottenuti. Ora il pedofilo è in carcere a Verona, in isolamento dato che gli altri detenuti non lo vogliono. Resta da chiedersi: a quando la prossima volta, dato che lì non ci resterà a lungo

Nessun commento:

Posta un commento