Como, 26 novembre 2008 -
Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati all’ergastolo e a tre anni di isolamento per la strage di Erba. La corte ha così accolto le richieste del pm.
Il pubblico presente in aula al processo per la strage di Erba ha accolto con un applauso la sentenza che ha condannato i coniugi Romano all’ergastolo.
AZOUZ MARZOUK
"Finalmente i miei cari possono riposare in pace". Così Azouz Marzouk ha commentato la condanna all’ergastolo emessa questa sera a Como per i coniugi Romano acusati della strage di Erba.
FRIGERIO
Non è presente in aula Mario Frigerio, l’uinico sopravvissuto alla strage di Erba, ma il suo commento arriva dal suo legale Manuel Gabrielli. "È giusta la condanna all’ergastolo, ora, però, separateli. E speriamo che non escano mai più".
Il testimone chiave dell’accusa ha pianto dopo aver saputo della sentenza e si è detto soddisfatto ma avanza un’ultima richiesta: "Olindo e Rosa devono scontare l’ergastolo in due carceri separate".
Frigero, che nella strage ha perso la moglie Valeria Cherubini, non se l’è sentita di affrontare dal vivo l’udienza, in aula però c’erano i suoi figli Elena ed Andrea.
CASTAGNA
Anche nel giorno del verdetto, che condanna Olindo e Rosa Bazzi all’ergastolo per la strage di Erba, Carlo Castagna, che ha perso la moglie, la figlia e un nipotini, esprime la speranza per il pentimento dei due imputati. "La mia speranza - dice - è che trovino il pentimento per loro stessi. Credo che in questi due anni abbiano capito che il carcere può dare anche la possibilità del reinserimento. Il perdono - aggiunte - puo aiutare il cristiano, colui che nel dolore è stato atrocemente colpito. Di fronte ad una dipartita così crudele, se ci si affida all’esercizio del rancore e della vendetta, non si vive".
"Se io e i miei figli ce l’abbiamo fatta in questi anni ad andare avanti - spiega - è stato grazie alla fede. Certo - ammette - in qualche udienza, di fronte a talune testimonianze e video, siamo stati molto provati, abbiamo rischiato di crollare".
Quanto all’atteggiamento apparso spesso strafottente dei coniugi Bazzi, Castagna afferma: "non è che pretendessimo di verderli a capo chino. Credo che la vicinanza tra loro non abbia fatto altro che renderli più forti, in un disegno premeditato dalla strategia difensiva".
Quando, stamane, Olindo ha manifestato dispiacere per le vittime del crimine, Carlo Castagna ha reagito sdegnato. "Ho provato molta rabbia. C’è un limite, quando si gioca con le vittime, si arriva a bluffare. Ricevere le condoglianze da chi è responsabile è stato veramente troppo". Con la voce rotta dal pianto, Castagna ha poi ricordato quando, negli anni scorsi, in questi giorni, "si pensava a festeggiare il Natale con mia moglie, i nipoti e la mia famiglia".
I RISARCIMENTI
Bisognerà attendere il 24 febbraio prossimo, data indicativa, per conoscere le motivazioni della sentenza sulla strage di Erba che ha portato all’ergastolo Rosa Bazzi e Olindo Romano. Il presidente della Corte d’Assise Alessandro Bianchi, che ha letto la sentenza, ha inoltre stabilito le provvisionali per le parti civili: 60.000 euro per Azouz Marzouk, che nella strage ha perso la moglie e il figlio, 300.000 euro per Mario Frigerio, unico sopravvissuto, e 100.000 euro ciascuino per i suoi figli, Elena e Andrea. I coniugi Romano dovranno pagare anche le spese legali. I risarcimenti completi saranno invece stabiliti in sede civile.
IL PM
"L’ergastolo era l’unica stentenza possibile". Così il pubblico ministero ha commentato la condanna all’ergastolo inflitta dai giudici comaschi a Rosa e Olindo Romano questa sera. Una condanna che lui stesso aveva richiesto al termine della sua requisitoria.
LA DIFESA
"Era una sentenza già scritta". Questo il primo commento alla decisione dei giudici di Como di Enzo Pacia, il difensore degli imputati. "Como - ha aggiunto - non era la sede giudiziaria migliore per questo processo e quello che è accaduto stamattina era più che un colpo di scena. Sembrava si stesse aprendo uno spiraglio di verità. Del resto avevamo provato con la ricusazione e con la legittima suspicione a far capire che era una sentenza già scritta". Il legale ha quindi giustificato l’assenza dei coniugi in aula: "Glielo abbiamo consigliato noi di non venire. Sono già persone molto provate, soprattutto lei".
I DUBBI DI AZOUZ
In precedenza la Corte aveva rigettato l’istanza di nuovi accertamenti probatori presentata oggi dalla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, in seguito al fax ricevuto dal pubblico ministero nel quale si riferisce di “dubbi” di Azouz Marzouk, parte lesa, sulla ricostruzione dei fatti.
Secondo i giudici le dichiarazioni fatte oggi in aula da Marzouk in seguito al fax sono “evanescenti e prive di reali spunti investigativi” anche perché non viene identificato in nessun modo il tunisino che avrebbe a sua volta espresso dubbi sulla colpevolezza dei Romano ai genitori di Marzouk. L’udienza continua con la replica del pubblico ministero all’arringa, tenuta due giorni fa, dalla difesa.
OLINDO: SIAMO INNOCENTI
"Io e la Rosa ci siamo amati come il giorno che ci siamo sposati, che ci siamo uniti in matrimonio. Allora come oggi io per mia moglie farei ogni cosa, come lei per me. Se oggi siamo qui è perché quella mattina del 10 gennaio, trasportati, indotti dalla disperazione, confusi, in solitudine, smarriti, ci siamo aiutati a vicenda. Non siamo quelli che ci hanno descritto, siamo persone umane". Ancora una volta Olindo Romano, imputato al processo per la strage di Erba, insieme con la moglie Rosa Bazzi, ha preso la parola per dichiarazioni spontanee e per ribadire come quelle confessioni, rese in carcere nel gennaio dello scorso anno, fossero invenzioni.
"Quella tragica sera ha cambiato la vita di tante persone, ma anche la nostra. Facendoci iniziare un cammino di sofferenza in solitudine". Mentre l’ex spazzino parla, Carlo Castagna manifesta sdegno e sta per perdere la pazienza. Viene trattenuto dal suo avvocato di parte civile Francesco Tagliabue. In aula qualcuno urla ripetutamente "vergogna" inducendo il presidente della corte a invitare all’ordine e al silenzio. Olindo sottolinea quella sua sofferenza spiegando che "questo aspetto nessuno l’ha mai considerato. Così come noi soffriamo, così noi comprendiamo il vostro dolore", dice rivolgendosi ai familiari delle vittime della strage di Erba.
"Ribadisco la nostra innocenza e vorrei esprimere, io e Rosa, il nostro più sincero dispiacere per le persone morte, che ci hanno lasciati, per tutti i loro familiari e per quelli che gli vogliono bene". È questa l’ultima frase a indignare Castagna e le altre parti lese. Il presidente Bianchi dichiara chiuso il dibattimento e si ritira in camera di consiglio con un monito: "quando esco non voglio sentire volare mosca in aula, altrimenti sarò costretto a farla sgomberare".
IL COLPO DI SCENA
Dopo una brevissima camera di consiglio il Presidente della Corte d’Assise, Alessandro Bianchi, ai sensi dell’articolo 507 cpp ha disposto l’esame di Azouz Marzouk ritenendo che "alla luce della nota di servizio pervenuta dal carcere di Vigevano sia necessario chiarire l’esatto tenore delle rivelazioni".
Il riferimento è al fax prodotto dal Pm Asturi nel quale si legge che Azouz esprime dubbi sulla ricostruzione del massacro alla luce di quanto gli avrebbero riferito i genitori in relazione ad uno sconosciuto che si sarebbe recato a casa loro per dire che gli autori della strage di erba, non sarebbero gli attuali imputati. In questi minuti è in corso la deposizione del vedovo tunisino.
Ha il sapore del colpo di scena quanto accaduto alle 9,30 di stamani in apertura dell’ultima udienza per il processo ai coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, accusati di essere gli autori della strage di Erba per la quale entro sera dovrebbe giungere la sentenza. A portarlo è un fax consegnato dal pm Massimo Astori al presidente della corte d’assise Alessandro Bianchi. È una informativa giunta dal carcere di Vigevano.
Vi si legge che "durante il tragitto di rientro al carcere di Vigevano in data 24 novembre del detenuto Azouz Marzouk, lo stesso riferiva agli agenti della polizia penitenziaria di avere forti dubbi sulla ricostruzione dei fatti avvenuti la sera dell’11 dicembre 2006 in via Diaz ad Erba. Tali dubbi - si legge - sorgevano dal fatto che una persona a lui (Azouz, ndr) e ai suoi familiari d’origine sconosciuta si è recata a Zanghouan (Tunisia) presso l’abitazione dei familiari del detenuto, riferendo che i responsabili del massacro non sarebbero gli attuali imputati".
Secondo quanto si legge nel fax, il vedovo avrebbe avuto notizia di questa ‘visita' dai genitori che vivono in Tunisia durante un colloquio telefonico che risalirebbe al 18 novembre scorso.
AZOUZ MARZOUK: NESSUN DUBBIO, HO PAURA PER I MIEI GENITORI
"Io non ho alcun dubbio sulla colpevolezza degli imputati. Sono solo preoccupato per i miei genitori e per questo ho voluto far sapere di quella visita che hanno ricevuto". Lo specifica subito Azouz Marzouk quando, dopo aver giurato davanti alla corte d’assise di Como di dire solo la verità, risponde al presidente che gli chiede se è vero che durante il suo rientro in carcere a Vigevano lunedì scorso abbia manifestato dubbi sugli effettivi responsabili della strage di Erba.
"Nei giorni scorsi ho telefonato ai miei genitori in Tunisia, erano circa le 20. Sia mamma, sia papà, mi hanno spiegato di aver ricevuto la visita di uno sconosciuto che è andato a dir loro che i colpevoli non sono Olindo e Rosa. Quel tipo pare non sapesse neppure che sono in carcere. Voleva un mio recapito telefonico, ma non ha lasciato alcun suo recapito".
Il presidente della corte, Alessandro Bianchi, chiede a Marzouk se qualche sua vicenda personale possa essere fonte di preoccupazione per l’incolumità sua e dei genitori. Gli fa presente che già in passato aveva detto di avere dubbi che, stando ad alcune relazioni di servizio del carcere ‘dei Piccolini', pare abbia più volte manifestato. "Non ho alcuna questione personale che possa preoccuparmi", precisa il tunisino. Prima aveva ripetuto più volte di aver solo espresso una paura per i suoi familiari con i quali ha parlato anche ieri.
Azouz Marzouk, rispondendo alle domande dell’avvocato della difesa dei coniugi, Enzo Pacia, ha spiegato di aver parlato ieri con i suoi genitori ("mamma mi ha detto di avere paura") ma non ha saputo dire se loro sono in grado di fornire un identikit del misterioso personaggio. "Non c’è niente che dimostri l’innocenza di Olindo e Rosa", ha poi ribadito. L’avvocato Pacia ha chiesto alla corte che vengano subito sentiti i protagonisti di questo colpo di scena partendo dagli agenti della penitenziaria fino ai genitori di Azouz.
Il pm Astori ha definito le dichiarazioni in questione di Marzouk "frutto di un suo comportamento scomposto come ci ha abituati". Astori tra le righe ha lanciato il sospetto che si tratti di una sorta di montatura: la presenza del misterioso personaggio potrebbe essere una invenzione. Da parte di chi, Astori non lo ha lasciato intendere. Ha ritenuto superflua l’escussione di nuovi testimoni. Secondo il pm, siamo di fronte a persone sconosciute, forse fantomatiche, la cui esistenza e le cui dichiarazioni comunque non cambierebbero nulla a quanto emerso dal processo. La corte si è ritirata per decidere.
I due imputati, Olindo e Rosa, sono apparsi piuttosto tranquilli, a tratti sorridenti mentre si consultavano con il loro avvocato Enzo Pacia. In aula sono presenti i figli di Mario Frigerio, Elena e Andrea, mentre è assente il padre dei due ragazzi. Sono presenti inoltre Carlo Castagna, con i figli Beppe e Pietro.
Il pubblico presente in aula al processo per la strage di Erba ha accolto con un applauso la sentenza che ha condannato i coniugi Romano all’ergastolo.
AZOUZ MARZOUK
"Finalmente i miei cari possono riposare in pace". Così Azouz Marzouk ha commentato la condanna all’ergastolo emessa questa sera a Como per i coniugi Romano acusati della strage di Erba.
FRIGERIO
Non è presente in aula Mario Frigerio, l’uinico sopravvissuto alla strage di Erba, ma il suo commento arriva dal suo legale Manuel Gabrielli. "È giusta la condanna all’ergastolo, ora, però, separateli. E speriamo che non escano mai più".
Il testimone chiave dell’accusa ha pianto dopo aver saputo della sentenza e si è detto soddisfatto ma avanza un’ultima richiesta: "Olindo e Rosa devono scontare l’ergastolo in due carceri separate".
Frigero, che nella strage ha perso la moglie Valeria Cherubini, non se l’è sentita di affrontare dal vivo l’udienza, in aula però c’erano i suoi figli Elena ed Andrea.
CASTAGNA
Anche nel giorno del verdetto, che condanna Olindo e Rosa Bazzi all’ergastolo per la strage di Erba, Carlo Castagna, che ha perso la moglie, la figlia e un nipotini, esprime la speranza per il pentimento dei due imputati. "La mia speranza - dice - è che trovino il pentimento per loro stessi. Credo che in questi due anni abbiano capito che il carcere può dare anche la possibilità del reinserimento. Il perdono - aggiunte - puo aiutare il cristiano, colui che nel dolore è stato atrocemente colpito. Di fronte ad una dipartita così crudele, se ci si affida all’esercizio del rancore e della vendetta, non si vive".
"Se io e i miei figli ce l’abbiamo fatta in questi anni ad andare avanti - spiega - è stato grazie alla fede. Certo - ammette - in qualche udienza, di fronte a talune testimonianze e video, siamo stati molto provati, abbiamo rischiato di crollare".
Quanto all’atteggiamento apparso spesso strafottente dei coniugi Bazzi, Castagna afferma: "non è che pretendessimo di verderli a capo chino. Credo che la vicinanza tra loro non abbia fatto altro che renderli più forti, in un disegno premeditato dalla strategia difensiva".
Quando, stamane, Olindo ha manifestato dispiacere per le vittime del crimine, Carlo Castagna ha reagito sdegnato. "Ho provato molta rabbia. C’è un limite, quando si gioca con le vittime, si arriva a bluffare. Ricevere le condoglianze da chi è responsabile è stato veramente troppo". Con la voce rotta dal pianto, Castagna ha poi ricordato quando, negli anni scorsi, in questi giorni, "si pensava a festeggiare il Natale con mia moglie, i nipoti e la mia famiglia".
I RISARCIMENTI
Bisognerà attendere il 24 febbraio prossimo, data indicativa, per conoscere le motivazioni della sentenza sulla strage di Erba che ha portato all’ergastolo Rosa Bazzi e Olindo Romano. Il presidente della Corte d’Assise Alessandro Bianchi, che ha letto la sentenza, ha inoltre stabilito le provvisionali per le parti civili: 60.000 euro per Azouz Marzouk, che nella strage ha perso la moglie e il figlio, 300.000 euro per Mario Frigerio, unico sopravvissuto, e 100.000 euro ciascuino per i suoi figli, Elena e Andrea. I coniugi Romano dovranno pagare anche le spese legali. I risarcimenti completi saranno invece stabiliti in sede civile.
IL PM
"L’ergastolo era l’unica stentenza possibile". Così il pubblico ministero ha commentato la condanna all’ergastolo inflitta dai giudici comaschi a Rosa e Olindo Romano questa sera. Una condanna che lui stesso aveva richiesto al termine della sua requisitoria.
LA DIFESA
"Era una sentenza già scritta". Questo il primo commento alla decisione dei giudici di Como di Enzo Pacia, il difensore degli imputati. "Como - ha aggiunto - non era la sede giudiziaria migliore per questo processo e quello che è accaduto stamattina era più che un colpo di scena. Sembrava si stesse aprendo uno spiraglio di verità. Del resto avevamo provato con la ricusazione e con la legittima suspicione a far capire che era una sentenza già scritta". Il legale ha quindi giustificato l’assenza dei coniugi in aula: "Glielo abbiamo consigliato noi di non venire. Sono già persone molto provate, soprattutto lei".
I DUBBI DI AZOUZ
In precedenza la Corte aveva rigettato l’istanza di nuovi accertamenti probatori presentata oggi dalla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, in seguito al fax ricevuto dal pubblico ministero nel quale si riferisce di “dubbi” di Azouz Marzouk, parte lesa, sulla ricostruzione dei fatti.
Secondo i giudici le dichiarazioni fatte oggi in aula da Marzouk in seguito al fax sono “evanescenti e prive di reali spunti investigativi” anche perché non viene identificato in nessun modo il tunisino che avrebbe a sua volta espresso dubbi sulla colpevolezza dei Romano ai genitori di Marzouk. L’udienza continua con la replica del pubblico ministero all’arringa, tenuta due giorni fa, dalla difesa.
OLINDO: SIAMO INNOCENTI
"Io e la Rosa ci siamo amati come il giorno che ci siamo sposati, che ci siamo uniti in matrimonio. Allora come oggi io per mia moglie farei ogni cosa, come lei per me. Se oggi siamo qui è perché quella mattina del 10 gennaio, trasportati, indotti dalla disperazione, confusi, in solitudine, smarriti, ci siamo aiutati a vicenda. Non siamo quelli che ci hanno descritto, siamo persone umane". Ancora una volta Olindo Romano, imputato al processo per la strage di Erba, insieme con la moglie Rosa Bazzi, ha preso la parola per dichiarazioni spontanee e per ribadire come quelle confessioni, rese in carcere nel gennaio dello scorso anno, fossero invenzioni.
"Quella tragica sera ha cambiato la vita di tante persone, ma anche la nostra. Facendoci iniziare un cammino di sofferenza in solitudine". Mentre l’ex spazzino parla, Carlo Castagna manifesta sdegno e sta per perdere la pazienza. Viene trattenuto dal suo avvocato di parte civile Francesco Tagliabue. In aula qualcuno urla ripetutamente "vergogna" inducendo il presidente della corte a invitare all’ordine e al silenzio. Olindo sottolinea quella sua sofferenza spiegando che "questo aspetto nessuno l’ha mai considerato. Così come noi soffriamo, così noi comprendiamo il vostro dolore", dice rivolgendosi ai familiari delle vittime della strage di Erba.
"Ribadisco la nostra innocenza e vorrei esprimere, io e Rosa, il nostro più sincero dispiacere per le persone morte, che ci hanno lasciati, per tutti i loro familiari e per quelli che gli vogliono bene". È questa l’ultima frase a indignare Castagna e le altre parti lese. Il presidente Bianchi dichiara chiuso il dibattimento e si ritira in camera di consiglio con un monito: "quando esco non voglio sentire volare mosca in aula, altrimenti sarò costretto a farla sgomberare".
IL COLPO DI SCENA
Dopo una brevissima camera di consiglio il Presidente della Corte d’Assise, Alessandro Bianchi, ai sensi dell’articolo 507 cpp ha disposto l’esame di Azouz Marzouk ritenendo che "alla luce della nota di servizio pervenuta dal carcere di Vigevano sia necessario chiarire l’esatto tenore delle rivelazioni".
Il riferimento è al fax prodotto dal Pm Asturi nel quale si legge che Azouz esprime dubbi sulla ricostruzione del massacro alla luce di quanto gli avrebbero riferito i genitori in relazione ad uno sconosciuto che si sarebbe recato a casa loro per dire che gli autori della strage di erba, non sarebbero gli attuali imputati. In questi minuti è in corso la deposizione del vedovo tunisino.
Ha il sapore del colpo di scena quanto accaduto alle 9,30 di stamani in apertura dell’ultima udienza per il processo ai coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, accusati di essere gli autori della strage di Erba per la quale entro sera dovrebbe giungere la sentenza. A portarlo è un fax consegnato dal pm Massimo Astori al presidente della corte d’assise Alessandro Bianchi. È una informativa giunta dal carcere di Vigevano.
Vi si legge che "durante il tragitto di rientro al carcere di Vigevano in data 24 novembre del detenuto Azouz Marzouk, lo stesso riferiva agli agenti della polizia penitenziaria di avere forti dubbi sulla ricostruzione dei fatti avvenuti la sera dell’11 dicembre 2006 in via Diaz ad Erba. Tali dubbi - si legge - sorgevano dal fatto che una persona a lui (Azouz, ndr) e ai suoi familiari d’origine sconosciuta si è recata a Zanghouan (Tunisia) presso l’abitazione dei familiari del detenuto, riferendo che i responsabili del massacro non sarebbero gli attuali imputati".
Secondo quanto si legge nel fax, il vedovo avrebbe avuto notizia di questa ‘visita' dai genitori che vivono in Tunisia durante un colloquio telefonico che risalirebbe al 18 novembre scorso.
AZOUZ MARZOUK: NESSUN DUBBIO, HO PAURA PER I MIEI GENITORI
"Io non ho alcun dubbio sulla colpevolezza degli imputati. Sono solo preoccupato per i miei genitori e per questo ho voluto far sapere di quella visita che hanno ricevuto". Lo specifica subito Azouz Marzouk quando, dopo aver giurato davanti alla corte d’assise di Como di dire solo la verità, risponde al presidente che gli chiede se è vero che durante il suo rientro in carcere a Vigevano lunedì scorso abbia manifestato dubbi sugli effettivi responsabili della strage di Erba.
"Nei giorni scorsi ho telefonato ai miei genitori in Tunisia, erano circa le 20. Sia mamma, sia papà, mi hanno spiegato di aver ricevuto la visita di uno sconosciuto che è andato a dir loro che i colpevoli non sono Olindo e Rosa. Quel tipo pare non sapesse neppure che sono in carcere. Voleva un mio recapito telefonico, ma non ha lasciato alcun suo recapito".
Il presidente della corte, Alessandro Bianchi, chiede a Marzouk se qualche sua vicenda personale possa essere fonte di preoccupazione per l’incolumità sua e dei genitori. Gli fa presente che già in passato aveva detto di avere dubbi che, stando ad alcune relazioni di servizio del carcere ‘dei Piccolini', pare abbia più volte manifestato. "Non ho alcuna questione personale che possa preoccuparmi", precisa il tunisino. Prima aveva ripetuto più volte di aver solo espresso una paura per i suoi familiari con i quali ha parlato anche ieri.
Azouz Marzouk, rispondendo alle domande dell’avvocato della difesa dei coniugi, Enzo Pacia, ha spiegato di aver parlato ieri con i suoi genitori ("mamma mi ha detto di avere paura") ma non ha saputo dire se loro sono in grado di fornire un identikit del misterioso personaggio. "Non c’è niente che dimostri l’innocenza di Olindo e Rosa", ha poi ribadito. L’avvocato Pacia ha chiesto alla corte che vengano subito sentiti i protagonisti di questo colpo di scena partendo dagli agenti della penitenziaria fino ai genitori di Azouz.
Il pm Astori ha definito le dichiarazioni in questione di Marzouk "frutto di un suo comportamento scomposto come ci ha abituati". Astori tra le righe ha lanciato il sospetto che si tratti di una sorta di montatura: la presenza del misterioso personaggio potrebbe essere una invenzione. Da parte di chi, Astori non lo ha lasciato intendere. Ha ritenuto superflua l’escussione di nuovi testimoni. Secondo il pm, siamo di fronte a persone sconosciute, forse fantomatiche, la cui esistenza e le cui dichiarazioni comunque non cambierebbero nulla a quanto emerso dal processo. La corte si è ritirata per decidere.
I due imputati, Olindo e Rosa, sono apparsi piuttosto tranquilli, a tratti sorridenti mentre si consultavano con il loro avvocato Enzo Pacia. In aula sono presenti i figli di Mario Frigerio, Elena e Andrea, mentre è assente il padre dei due ragazzi. Sono presenti inoltre Carlo Castagna, con i figli Beppe e Pietro.
da Quotidiano net
Nessun commento:
Posta un commento