venerdì, febbraio 13, 2009

IL MASSACRO DI KATYN: UN CRIMINE COMUNISTA











Il massacro della foresta di Katyń, noto anche più semplicemente come Massacro di Katyń, avvenne durante la seconda guerra mondiale e comportò l'esecuzione di massa, da parte dell'Unione Sovietica, di soldati e civili polacchi. L'espressione si riferì inizialmente al massacro dei soli ufficiali polacchi detenuti del campo di prigionia di Kozielsk, che avvenne appunto nella foresta di Katyn, vicino al villaggio di Gnezdovo, a breve distanza da Smolensk. Attualmente l'espressione denota invece l'uccisione di circa 22.000 cittadini polacchi: i prigionieri di guerra dei campi di Kozielsk, Starobielsk e Ostashkov e i detenuti delle prigioni della Bielorussia e Ucraina occidentali, fatti uccidere su ordine di Stalin nella foresta di Katyn e nelle prigioni di Kalinin (Tver), Kharkov e di altre città sovietiche.
Molti polacchi erano stati fatti prigionieri a seguito dell'invasione e sconfitta della Polonia da parte di tedeschi e sovietici nel settembre 1939. Vennero internati in diversi campi di detenzione, tra cui i più noti sono Ostashkov, Kozielsk e Starobielsk. Kozielsk e Starobielsk vennero usati principalmente per gli ufficiali, mentre Ostashkov conteneva principalmente, guide, gendarmi, poliziotti e secondini. Contrariamente ad una credenza diffusa, solo 8.000 dei circa 15.000 prigionieri di guerra di questi campi erano ufficiali.
L'eccidio di Katyn fa riflettere perché da esso emergono aspetti della dittatura staliniana che è stato a lungo imbarazzante riconoscere, vale a dire il carattere fortemente repressivo e le tendenze imperialistiche. Il massacro rispondeva ad una logica ben precisa di ulteriore indebolimento della Polonia appena asservita. Infatti, poiché il sistema di coscrizione polacco prevedeva che ogni laureato divenisse un ufficiale della riserva, il massacro doveva servire ad eliminare una parte cospicua della classe dirigente nazionale. Tutto ciò nel quadro di una spartizione della Polonia tra Germania ed URSS, due potenze che rappresentano due sistemi culturali ed ideologici opposti ed antitetici, ma che, per circa 2 anni e fino al giugno 1941, furono legate da un patto di alleanza. Il 5 marzo 1940, secondo un'informativa preparata da Lavrentij Beria (capo della polizia segreta sovietica) direttamente per Stalin, alcuni membri del politburo dei SovietStalin, Vyacheslav Molotov, Kliment Vorošilov, e Beria stesso – firmarono un ordine di esecuzione degli attivisti "nazionalisti e controrivoluzionari" detenuti nei campi e nelle prigioni delle parti occupate di Ucraina e Bielorussia. L'ampia definizione del capo d'accusa comportò la condanna a morte di una parte importante dell'intellighentsia polacca, oltre a poliziotti, riservisti e ufficiali in servizio attivo. Morirono oltre 22.000 uomini, compresi circa 15.000 prigionieri di guerra.
La scoperta del massacro nel 1943 causò l'immediata rottura delle relazioni diplomatiche tra il governo polacco in esilio a Londra e l'Unione Sovietica. L'URSS negò le accuse fino al 1990, quando riconobbe nell'NKVD la responsabile del massacro e della sua copertura.




5 commenti:

  1. Come siamo stati ingannati e come ci hanno fatto un bel lavaggio del cervello!Ho sempre pensato sin dai tempi di scuola "per adesso ascolto poi darò una mia opiniome personale su questa storia che ci viene insegnata!" e purtroppo era come pensavo, la verità ci à stata nascosta e continuano a nascondercela!

    RispondiElimina
  2. come qualificare simile barbare
    son un vecchio comunista ialiano. Non so quande volte lo chiamo' a Stalin Compagno.
    CHIEDO PERDONE A DIO.

    RispondiElimina
  3. ma chi dichiarò guerra al resto del mondo

    RispondiElimina
  4. vorrei solo che tutto cio venga spiegato a tanti giovani che sventolano ancora la bandiera con la falce ed il martello

    RispondiElimina
  5. il nazismo è stata una vergogna di tutta l'umanità...ma il comunismo non è da meno...

    RispondiElimina