mercoledì, aprile 29, 2009

27 aprile 1945...pinuccia ghersi




il 27 aprile 45, una bimba savonese di 13 anni, Pinuccia Ghersi fu rapita, stuprata ed ammazzata da 3 criminali psicopatici, appartenti alla polizia comunista partigiana, i cui nomi, rimarranno per sempre nell'immagginario collettivo dell'infamita' piu' terribile e laida.

Questa foto la ritrae nel momento della prima comunione, di li' a poco sarebbe stata rapita...stuprata...assassinata....i genitori, minacciati, epurati, perseguitati. I nomi dei pedofili assassini sono noti..eppure non fecero neppure un giorno di galera...

ho voluto in quella triste ricorrenza accendere 13 piccole candeline per Lei...un piccolo ricordo...


giovedì, aprile 23, 2009

GIUSEPPINA GHERSI - MASSACRATA E STUPRATA DAI PARTIGIANI COMUNISTI

ANCHE QUESTO E' IL 25 APRILE ???

RELIGIOSI UCCISI DAI PARTIGIANI PER MOTIVI POLITICI
AMATEIS Don Giuseppe, parroco di Coassolo (Torino), ucciso a colpi di ascia dai partigiani comunisti il 15 marzo 1944, perché aveva deplorato gli eccessi dei guerriglieri rossi.
AMATO Don Gennaro, parroco di Locri (Reggi o Calabria), ucciso nell’ottobre 1943 dai capi della repubblica comunista di Caulonia.
AMBROSI Don Luigi.
ARINCI Marino: seminarista.
BANDELLI (Bandeli) Don Ernesto, parroco di Bria, ucciso dai partigiani slavi a Bria il 30 aprile 1945.
BARDET (Border) Don Luigi, parroco di Hone (Aosta), ucciso il 5 marzo 1946 perché aveva messo in guardia i suoi parrocchiani dalle insidie comuniste.
BARDOTTI Don Ugo.
BAREL Don Vittorio, economo del seminario di Vittorio Veneto, ucciso il 26 ottobre 1944 dai partigiani comunisti.
BARTHUS Padre Stanislao della Congregazione di Cristo Re (Imperia), ucciso il 17 agosto 1944 dai partigiani perché in una predica aveva deplorato le «violenze indiscriminate dei partigiani».
BARTOLINI (Bortolini) Don Corrado, parroco di Santa Maria in Duno (Bologna), prelevato dai partigiani il 1° marzo 1945 e fatto sparire.
BASTREGHI Don Duilio, parroco di Cigliano e Capannone Pienza, ucciso la notte del 3 luglio 1944 dai partigiani comunisti che lo avevano chiamato con un pretesto.
BEGHE’ don Carlo, Parroco di Novegigola (Apuania), sottoposto il 2 marzo 1945 a finta fucilazione che gli produsse una ferita mortale.
BONIFACIO Don Francesco, curato di Villa Gardossi (Trieste), catturato dai miliziani comunisti Jugoslavi l’11 settembre 1946 e gettato in una foiba.
BOLOGNESI Don Sperindio, parroco di Nismozza (Reggio Emilia), ucciso dai partigiani comunisti il 25 ottobre 1944.
BORTOLINI Don Raffaele, canonico della Pieve di Cento, ucciso dai partigiani la sera del 20 giugno 1945.
BOVO (Bove) Don Luigi, parroco di Bertipglia (Padova), ucciso il 25 settembre 1944 da un partigiano comunista poi giustiziato.
BRAGHINI Dino: Chierichetto.
BULLESCHI Don Miroslavo, parroco di Monpaderno, (Diocesi di Parenzo e Pola), ucciso il 23 agosto 1947 dai comunisti iugoslavi.
BEGNE’ Don Carlo
BUSI Don Gogoli.
CALCAGNO Don Tullio - direttore di «Crociata Italica», fucilato dai partigiani comunisti a Milano il 29 aprile 1945.
CALE’- Don Ernesto.
CAVIGLIA Don Sebastiano, cappellano della GNR, ucciso il 27 aprile 1945 ad Asti.
CERAGIOLO Padre Giovan-Crisostomo, o.f.m., cappellano militare decorato al valor militare, Prelevato il 19 maggio 1944 da partigiani comunisti nel convento di Montefollonico e trovato cadavere in una buca con le mani legati dietro la schiena.
CIOCCHETTI Don Paolo
CORSI Don Aldemiro, parroco di Grassano (Reggio Emilia), assassinato nella sua canonica, con la domestica Zeffirina Corbelli, da partigiani comunisti, la notte del 21 settembre 1944.
CORTIULA Don Virgilio, ucciso con suo padre e Pavine Virgilio.
CRECCHI Don Ferruccio, parroco di Levigliani (Lucca), fucilato all’arrivo delle truppe di colore nella zona, su false accuse dei comunisti del luogo.
CURCIO Don Antonio, cappellano dell’11° Btg. Bersaglieri, ucciso il 7 agosto 1941 a Dugaresa da comunisti croati.
DAMIANI Padre Sigismondo, o.f.m. ex cappellano militare, ucciso dai comunisti slavi a San Genesio di Macerata l’ 11 marzo 1944.
DAPPORTO Don Teobaldo, arciprete di Casalfiumanese (Diocesi di Imola), ucciso da un comunista nel settembre 1945.
DE AMICIS Don Edmondo, cappellano, pluridecorato della prima guerra mondiale, venne colpito a morte dai «gappisti», a Torino, sulla soglia della sua abitazione nel tardo pomeriggio del 24 aprile 1945, e spirò dopo quarantotto ore di atroce agonia.
DIAZ Don Aurelio, cappellano della Sezione Sanità della divisione «Ferrara», fucilato nelle carceri di Belgrado nel gennaio del ‘45 da partigiani «Titini».
DOLFI Don Adolfo, canonico della Cattedrale di Volterra, sottoposto il 28 maggio 1945 a torture che lo portarono alla morte l’8 ottobre successivo.
DONATI Don Enrico, arciprete di Lorenzatico (Bologna), massacrato il 28 maggio 1945 sulla strada di Zenerigolo.
DONINI Don Giuseppe, parroco di Castagneto (Modena). Trovato ucciso sulla soglia della sua casa la mattina del 20 aprile 1945. La colpa dell’uccisione fu attribuita in un primo momento ai tedeschi, ma alcune circostanze, emerse in seguito, stabilirono che gli autori del sacrilego delitto furono gli altri.
DORFMANN Don Giuseppe, fucilato nel bosco di Posina (Vicenza) il 27 aprile 1945.
D’OVIDIO Don Vincenzo, parroco di Poggio Umbricchio (Teramo), ucciso nel maggio ‘44 sotto accusa di filo-fascismo.
ERRANI Don Giovanni, cappellano militare della GNR, decorato al vm., condannato a morte dal CNL di Forli, salvato dagli americani e poi deceduto a causa delle sofferenze subite.
FALCHETTI Don Giovanni.
FASCE Don Colombo, parroco di Cesino (Genova), ucciso nel maggio del ‘45 dai partigiani comunisti.
FAUSTI Don Giovanni, superiore generale dei Gesuiti in Albania, fucilato il 5 marzo 1946 perché Italiano. Con lui furono trucidati altri sacerdoti dei quali non si è mai potuto conoscere il nome.
FERRAROTTI Padre Femando, o.f.m., cappellano militare reduce dalla Russia, ucciso nel giugno 1944 a Champorcher (Aosta) dai partigiani comunisti.
FERRETTI Don Gregorio, parroco di Castelvecchio (Teramo), ucciso dai partigiani slavi ed italiano nel maggio 1944.
FERRUZZI Don Giovanni, arciprete di Campanile, Diocesi di Imola, ucciso dai partigiani il 3 aprile 1945.
FILIPPI Don Achille, parroco di Maiola (Bologna), ucciso la sera del 25 luglio 1945 perché accusato di filofascismo.
FONTANA Don Sante, parroco di Comano (Pontremoli), ucciso dai partigiani il 6 gennaio 1945.
FORNASARI Mauro: seminarista.
GABANA don Giuseppe, della diocesi di Brescia, cappellano della VI legione della Guardia di Finanza ucciso il 3 marzo 1944 da un partigiano comuni sta.
GALASSI Don Giuseppe, arciprete di S. Lorenzo in Selva (Imola), ucciso il 1° maggio 1945 perché sospettato di filofascismo.
GALLETTI Don Tiso, parroco di Spazzate Sassatelli (Imola), ucciso il 9 maggio 1945 perché aveva criticato il comunismo.
GIANNI Don Domenico, cappellano militare in Jugoslavia, prelevato la sera del 21 aprile 1945 e soppresso dopo tre giomi.
GUICCIARDI Don Giovarmi, parroco di Mocogno (Modena), ucciso il 10 giugno 1945 nella sua canonica dopo sevizie atroci da chi, col pretesto della lotta di liberazione, aveva compiuto nella zona una lunga serie di rapine e delitti, con totale disprezzo di ogni legge umana e divina.
ICARDI Don Virgilio, parroco di Squaneto (Aqui), ucciso il 4 luglio 1944, a Preto, da partigiani comunisti.
ILARDUCCI Don Luigi, parroco di Garfagnolo (Reggio Emilia), ucciso il 19 agosto 1944 da partigiani comunisti.
JEMMI Don Giuseppe, cappellano di Felina (Reggio Emilia), ucciso il 19 aprile 1945 perché aveva deplorato gli «eccessi inumani di quanti disonoravano il movimento partigiano».
LAVEZZARI Serafino: Seminarista.
LENZINI Don Luigi, parroco di Crocette di Pavullo (Modena), trucidato il 20 luglio 1945. Nobile, autentica figura di Martire della Fede. Prelevato nottetempo da un’orda di criminali, strappato dalla sua chiesa, torturato, seviziato, fu ucciso dopo lunghissime ore di indescrivibile agonia, quale raramente si trova nella storia di tutte le persecuzioni. Si cercò di soffocare con lui, dopo che le minacce erano risultate vane, la voce più chiara, più forte e coraggiosa che, in un’ora di generale sbandamento morale, metteva in guardia contro i nemici della Fede e della Patria. Il processo, celebrato in una atmosfera di terrore e di omertà, non seppe assicurare alla giustizia umana i colpevoli, mandanti ed esecutori, i quali, con tale orribile delitto, non unico, purtroppo, hanno gettato fango, umiliazione e discredito sul nome della Resistenza Italiana. Ma dalla gloria all’Eternità, come nella fosca notte del Martirio Don Luigi Lenzini fa riudire la ultime parole della sua vita, monito severo e solenne, che invitano a temere e a stimare soltanto il giusto Giudizio di Dio. (N.B. - Volantino fatto stampare a Pavullo l’8 agosto 1965).
LOMBARDI Don Nazzareno.
LORENZELLI Don Giuseppe, priore di Corvarola di Bagnone (Pontremoli), ucciso dai partigiani il 27 febbraio 1945, dopo essere stato obbligato a scavarsi la fossa.
LUGANO Don Placido.
MANFREDI Don Luigi, parroco di Budrio (Reggio Emilia), ucciso il 14 dicembre 1944 perché aveva deplorato gli «eccessi partigiani».
MATTIOLI Don Dante, parroco di Coruzza (Reggio Emilia), prelevato dai partigiani rossi la notte dell’11 aprile 1945.
MERLI Don Ferdinando, mensionario della Cattedrale di Foligno, ucciso il 21 febbraio 1944 presso Assisi da jugoslavi istigati dai comunisti italiani.
MERLINI Don Angelo, parroco di Fiainenga (Foligno), ucciso il medesimo giomo dagli stessi, presso Foligno.
MESSURI Don Armando, cappellano delle Suore della S. Famiglia in Marino, ferito a morte dai partigiani comunisti e deceduto il 18 giugno 1944.
MORA Don Giacomo.
NANNINI Don Adelfo, parroco di Cercina (Firenze), ucciso il 30 maggio 1944 da partigiani comunisti.
NARDIN Don Simone, dei benedettini Olivetani, tenente cappellano dell’ospedale militare «Belvedere» in Abbazia di Fiume, prelevato dai partigiani jugoslavi nell’aprile 1945 e fatto morire tra sevizie orrende.
OBID Don Luigi, economo di Podsabotino e San Mauro (Gorizia), prelevato da partigiani e ucciso a San Mauro il 15 gennaio 1945.
PADOAN Don Antonio, parroco di Castel Vittorio (Imperia), ucciso da partigiani l’8 maggio 1944 con un colpo di pistola in bocca ed uno al cuore.
PAVESE Don Attilio, parroco di Alpe Gorreto (Tortona), ucciso il 6 dicembre 1944 da partigiani dei quali era cappellano, perché confortava alcuni prigionieri tedeschi condannati a morte.
PELLIZARI Don Francesco, parroco di Tagliolo (Acqui), chiamato nella notte del 5 maggio 1945 e fatto sparire per sempre.
PERAI Don Pompeo, parroco dei Ss. Pietro e Paolo di città della Pieve, ucciso per rappresaglia partigiana il 16 giugno 1944.
PERCIVALLE Don Enrico, parroco di Varriana (Tortona), prelevato da partigiani e ucciso a colpi di pugnale il 14 febbraio 1944.
PERKAN Don Vittorio, parroco di Elsana (Fiume), ucciso il 9 maggio 1945 da partigiani mentre celebrava un funerale.
PESSINA Don Umberto, parroco di San Martino di Carreggio, ucciso il 18 giugno 1946 da partigiani comunisti.
PERSICHILLO Don Giovanni.
PETRI Don Aladino, pievano di Caprona (Pisa), ucciso il 2 giugno 1944 perché ritenuto filo-fascista.
PETTINELLI Don Nazzareno, parroco di Santa Lucia di Ostra di Senigallia, fucilato per rappresaglia partigiana l’l 1 luglio 1944.
PIERAMI Giuseppe, seminarista, studente di teologia della diocesi di Apuania, ucciso il 2 novembre 1944, sulla Linea Gotica, da partigiani comunisti.
PISACANE Don Ladislao, vicario di Circhina (Gorizia), ucciso da partigiani slavi il 5 febbraio 1945 con altre dodici persone.
PISK Don Antonio, curato di Canale d’Isonzo (Gorizia), prelevato da partigiani slavi il 28 ottobre e fatto sparire per sempre.
POLIDORI Don Nicola, della diocesi di Nocera e Gualdo, fucilato il 9 giugno 1944 a Sefro da partigiani comunisti.
PRECI Don Giuseppe, parroco di Montalto (Modena). Chiamato di notte col solito tranello, fu ucciso sul sagrato della chiesa il 24 maggio 1945.
RASORI Don Giuseppe, parroco di San Martino in Casola (Bologna), ucciso la notte sul 2 luglio 1945 nella sua canonica, sotto accusa di filo-fascismo.
REGGIANI Don Alfonso, parroco di Amola di Piano (Bologna), ucciso da marxisti la sera del 5 dicembre 1945.
RIVI Rolando, seminarista, di Piane di Monchio (Reggio Emilia), di 16 anni, ucciso il 10 aprile 1945 da partigiani comunisti, solo perchè indossava la veste talare.
ROCCO Don Giuseppe, parroco di Santa Maria, diocesi di S. Sepolcro, ucciso da slavi il 4 maggio 1945.
ROMITI Padre Angelico, o.f.m., cappellano degli allievi ufficiali della Scuola di Fontanellato, decorato al v.m., ucciso la sera del 7 maggio 1945 da partigiani comunisti.
SALVI Don Guido.
SANGIORGI Don Leandro, salesiano, cappellano militare decorato al v.m., fucilato a Sordevolo Biellese il 30 aprile 1945.
SANGUANINI Don Alessandro, della congregazione della Missione, fucilato a Ranziano (Gorizia), il 12 ottobre 1944 da partigiani slavi per i suoi servimenti di italianità.
SLUGA Don Lodovico, vicario di Circhina (Gorizia), ucciso insieme al confratello Don Pisacane il 5 febbraio 1944.
SOLARO Don Luigi, di Torino, ucciso il 4 aprile 1945 perché congiunto del federale di Torino Giuseppe Solaro anch’egli soppresso.
SPINELLI Don Emilio, parroco di Campogialli (Arezzo), fucilato il 6 maggio 1944 dai partigiani sotto accusa di filo-fascismo.
SPOTTI Nerumberto, Chierichetto.
SQUIZZATO Padre Eugenio o.f.m., cappellano partigiano ucciso dai suoi il 6 aprile 1944 fra Corio e Lanzo Torinese perché impressionato dalle crudeltà che essi commettevano, voleva abbandonare la formazione.
TALE’ Don Ernesto, parroco di Castelluccio Formiche (Modena), ucciso insieme alla sorella l’l 1 dicembre 1944.
TAROZZI Don Giuseppe, parroco di Riolo (Bologna), prelevato la notte sul 26 maggio 1945 e fatto sparire. Il suo corpo fu bruciato in un forno di pane, in una casa colonica.
TATICCHIO Don Angelo, parroco di Villa di Rovigno (Pola), ucciso dai partigiani jugoslavi nell’ottobre 1943 perché aiutava gli italiani.
TAZZOLA Don
TERENZIANI Don Carlo, prevosto di Ventoso (Reggio Emilia), fucilato la sera del 29 aprile 1945 perché ex cappellano della milizia.
TERILLI Don Alberto, arciprete di Esperia (Frosinone), morto in seguito a sevizie inflittegli dai marocchini, eccitati da partigiani, nel maggio 1944.
TESTA Don Andrea, parroco di Diano Borrello (Savona), ucciso il 16 luglio 1944 da una banda partigiana perché osteggiava il comunismo.
TORRICELLA Mons. Eugenio Corradino, della diocesi di Bergamo, ucciso il 7 gennaio ‘44, ad Agen (Francia) da partigiani comunisti per i suoi sentimenti d’italianità.
TRCEK Don Rodolfo, diacono della diocesi di Gorizia, ucciso il l° settembre 1944 a Montenero d’Idria da partigiani comunisti.
VENTURELLI Don Francesco, parroco di Fossoli (Modena), ucciso il 15 gennaio 1946 perché inviso ai partigiani.
VIAN Don Gildo, parroco di Bastia (Perugia), ucciso dai partigiani comunisti il 14 luglio 1944.
VIOLI Don Giuseppe, parroco di Santa Lucia di Medesano (Parma), ucciso il 31 novembre 1945 da partigiani comunisti.
ZALI Don Francesco.
ZAVADLOV Don Isidoro.
ZOLI Don Antonio, parroco di Morra del Villar (Cuneo), ucciso dai partigiani comunisti perché durante la predica del Corpus Domini del 1944 aveva deplorato l’odio tra fratelli come una maledizione di Dio.
Bibliografia
I preti sanno morire. La via crucis continua di Mazzolari Primo - EDB 2007
Storia dei preti uccisi dai partigiani di Beretta Roberto - Piemme 2005

martedì, aprile 07, 2009

IL SISMA IN ABRUZZO
















L'Aquila -
da IL GIORNALE
Le strade deserte. Le palazzine abbattute e violate. Terra di nessuno. E il pericolo degli sciacalli. La polizia ha arrestato due persone a Onna. I due sciacalli, italiani, sono stati arrestati con 80mila euro di refurtiva. Proprio questa mattina la polizia ha annunciato la costituzione di una speciale squadra antisciacalli guidata dal vice questore aggiunto Massimo Capozzi. Il gruppo è costituito da 90 agenti che costituiscono pattuglie di 5 poliziotti e che si muovono in raccordo con i vigili del fuoco proprio perchè si trovano ad operare in luoghi spesso di difficile accesso.
I furti nelle abitazioni abbandonate Numerosi furti nelle abitazioni abbandonate sono stati segnalati alla periferia de L’Aquila. La notizia è stata resa nota dalla protezione civile locale che parla di sciacalli provenienti da diverse parti d’Italia. Il pattugliamento notturno, da parte delle forze dell’ordine (guardia di finanza, polizia, carabinieri, forestale e vigili urbani) era stato limitato alla parte centrale della città dove sono ubicati numerosi istituti di credito, gioiellerie e negozi di vario tipo. Al centro della città, inoltre, c’è anche la sede della sezione abruzzese della Banca d’Italia che è stata permanentemente pattugliata.
I controlli effettuati dagli agenti Sono state decine le persone sospette controllate dagli agenti durante la scorsa notte nel corso dei servizi antisciacallaggio. Continuano così senza sosta, secondo quanto riferisce il dipartimento di pubblica sicurezza, i servizi di controllo delle forze dell’ordine per prevenire eventuali episodi di sciacallaggio. La vigilanza diurna e notturna è stata concentrata nei luoghi più colpiti dal terremoto ed in particolare nel centro storico dell’Aquila. La polizia assicura che "la capillare attività, garantita da più di mille operatori delle forze dell’ordine all’interno della città e nei paesi colpiti dal terremoto, ha scongiurato qualsiasi fenomeno criminale". Continua inoltre l’attività delle numerose pattuglie della polizia stradale per la viabilità delle strade urbane ed extraurbane.
Il governo in campo Gli uomini che si stanno adoperando per i soccorsi, per l’assistenza, e per il controllo del territorio, si trovano a dover fronteggiare un fenomeno odioso come quello dello sciacallaggio che ha fatto, se pur per brevissimo tempo, la sua comparsa tra le macerie dei comuni abruzzesi colpiti dal sisma. "E' stata potenziata l’azione delle forze dell’ordine contro gli sciacalli - ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni - per garantire ai cittadini che hanno perso tutto di riposare senza l’angoscia supplementare che qualcuno possa entrare in casa e portar via le poche cose rimaste". Contro gli sciacalli è stato immediato l’intervento di Polizia e Carabinieri e, da oggi, anche la Guardia di Finanza è all’opera per recuperare e custodire i beni di valore rimasti sotto le rovine. "Al primo episodio di sciacallaggio il Capo della Polizia ha mandato dei reparti e così hanno fatto i Carabinieri - ha spiegato il vice capo Dipartimento della Protezione Civile, Marta Di Gennaro - ora anche la Guardia di Finanza si sta facendo carico di recuperare dalle case gli oggetti e i beni di valore per custodirli".





foto C. Fusco ANSA

lunedì, aprile 06, 2009

ALTRA DISCARICA A CIELO APERTO...LA SOLITA VERGOGNA

Un'altra bella discarica abusiva in mezzo alla strada











Non si ferma la mia ricerca ed il ritrovamento di rifiuti ingombranti, abbandonati in mezzo alla strada. Qui siamo su uno spiazzo della strada che collega Bragno a Ferrania, c'e' proprio di tutto : frigoriferi di diversi formati, cucine a gas, mobili, reti di letto, tubi di stufa, damigiane, imballaggi, cestelli di lavatrici, tappeti di cocco, vecchie sedie, pannellature di plastica, vetri in pezzi, specchiere etc e nessuno si sogna di sgomberare questi rifiuti e intanto il mucchio cresce....