martedì, gennaio 12, 2010

BOMBE FASCISTE DI SAVONA : FURONO VERAMENTE TALI ?? E A CHI GIOVARONO ??


Circa 39 anni fa, nell'arco di nove mesi, a Savona , in diversi punti della città e in zone limitrofe avvengono tredici attentati dinamitardi in cui esplodono altrettanti ordigni, in genere tritolo o analoghi esplosivi con miccia :Il primo attentato avviene alle 21 del 30 aprile 1974, in pieno centro, Via Paleocapa, la main street di Savona, tutta portici e vetrine.Al cinema accanto stavano proiettando " Mussolini ultimo atto" del Regista Carlo Lizzani, la bomba viene posizionata nel portone , accanto alla sala , dove abitava un Senatore della D.C. , nessun ferito.Subito , pur non esistendo nessuna rivendicazione di alcun tipo, le "forze politiche democratiche ed antifasciste " si "indignano e protestano" , la definizione di "democratiche ed antifasciste " è autoreferenziale ed è il termine con cui i partiti di sinistra si autodefiniscono, in opposizione a tutti gli altri , che per sillogismo, devono essere forzatamente fasciste e antidemocratiche.IL LAVORO, testata di partito del 24 maggio 1974, afferma che l'autore dell'attentato sarebbe un certo Zani Daniele , 21 anni, accusatosi nel corso di un processo a Varese a "Ordine nero", tuttavia le indagini non confermano questa tesiIl 9 agosto 1974, altra bomba, presso la Centrale ENEL di Vado Ligure, città fortemente comunistizzata all'epoca, nessun ferito e nessuna rivendicazione ;Il 9 novembre 1974 , esplode una bomba, di ben dieci chili, presso il Palazzo dell'Amministrazione Provinciale, Palazzo Nervi, danni ingenti ma nessun ferito, anche in questo caso nessuna rivendicazione. Le cosiddette forze "democratiche ed antifasciste " affermano incontestabilmente e senza tema di smentita, visto che nessuno si azzarda a contrariare il coro, che la bomba va messa in relazione allo scoprimento recentissimo, di un cippo commemorativo dei sei partigiani savonesi fucilati dai nazifascisti . In una città dove i partigiani si sono moltiplicati in modo esponenziale nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1945, anche la vittima di un banale incidente stradale può assurgere all'empireo degli eroi della Resistenza.12 novembre 1974, bomba al tritolo nell'atrio di una Scuola Media, alle ore 18, era da poco terminata una riunione di insegnanti, nessun ferito e nessuna rivendicazione. Ma, visto che la bomba di 5 chili, esplode a pochi metri dalla Camera del lavoro, si decide , anche in questo caso, di attribuire una precisa matrice politica agli autori degli attentati e cioè, il verbo è : fascisti, e soprattutto anti operai.16 novembre 1974, questa volta, la bomba esplode a circa 7 km. da Savona, sulla ferrovia che porta ad Altare, in concomitanza con il prossimo arrivo di un treno da Alessandria, che viene tempestivamente fermato. Nessun ferito e nessuna rivendicazione.Ma nonostante l'assenza di comunicati deliranti di organizzazioni più o meno eversive, le forze "democratiche ed antifasciste " decidono di proclamare la mobilitazione generale popolare, con l'appoggio dei Partiti, di sinistra , e dei sindacati, ovviamente.Le Istituzioni abbozzano preoccupate , manifestando impotenza, i partiti per tradizione non comunisti, come D.C. e P.S.D.I. per non rimanere fuori dal gioco, entrano anche loro in una specie di "arco costituzionale" e si formano delle specie di "ronde", che dovrebbero vigilare sui quartieri in funzione "anti - attentato ", molti ex partigiani che hanno molta nostalgia dei "bei tempi" andati, gongolano e offrono il loro "notevole" contributo di esperienza con entusiasmo giovanile nonostante gli acciacchi della terza età.16 novembre 1974, altra bomba che esplode, nello specifico, al primo piano di uno stabile in collina, nel quartiere della Villetta. Nessun ferito e nessuna rivendicazione . Le "ronde" e i " comitati", continuano la loro vigilanza "antifascista" , nonostante la loro acclarata inefficienza, visto che le bombe continuano ad esplodere.Ed infatti il 20 novembre 1974, alle 17,25 in Via Giacchero, di fronte ad una area a verde pubblico, nel civico 22, esplode un ordigno molto potente, che causa danni imponenti e ferisce 12 abitanti dello stabile e 2 soccorritori.Nello scoppio rimane ferita una donna di 82 anni che muore il giorno successivo per avvenute complicazioni. Del tragico decesso di questa persona, le sinistre si impadroniranno, cinicamente, per farne un mito dell'antifascismo militante , salvo a dimenticarsene appena trascorsa la necessitàAnche in questo caso nessuna rivendicazione. Le successive bombe esplodono a Varazze, il 23 novembre, accanto ai piloni autostradali della Savona - Genova; A Cadibona sulla Autostrada per Torino il 23 novembre ; il 26 febbraio 1975, alle 18,40 nella stradina dietro il Palazzo del Governo, con qualche ferito leggero;il 27 febbraio alle 17,56 salta un traliccio ENEL presso Madonna degli Angeli, un messaggio verbale captato su un canale di una radio citizen band, un baracchino accessibile a chiunque, dice testualmente " Qui Ordine Nero vi faremo a pezzi", tutti lo sanno ma nessuno lo dice : chiunque dotato di una radio ricevente - trasmittente , poteva aver lanciato nell'etere le stesse idiote parole , subito dopo aver sentito il boato dell'esplosione, inoltre il testo della rivendicazione è talmente grottesco e infantile da suscitare molti dubbi e perplessità, tranne che in chi è già fermamente convinto della tesi delle bombe fasciste.Ora, però, le forze " democratiche ed antifasciste " hanno la loro brava rivendicazione e la possono usare come prova del complotto "fascista".Il 31 maggio esplode, l'ultima bomba, lontano dai centri abitati, in un vecchio forte abbandonato sulle alture savonesi. Con questa esplosione si conclude un periodo terribile per i savonesi. I professionisti dell'antifascismo ad oltranza diranno che i dinamitardi neri , sconfitti dalla mobilitazione popolare, hanno scelto altri obiettivi più facili.Al di là del più che naturale cordoglio, per l'unica vittima , ultraottantenne , in ben tredici attentati, non tutti simili tra loro e con scarsissime e poco controllabili rivendicazioni, appare chiaro che le forze politiche "democratiche ed antifasciste " , anche in questo caso, hanno effettuato una magnifica , ma molto ben congegnata , strumentalizzazione , delle bombe , note, grazie a questa strumentalizzazione, come le "bombe fasciste di Savona", anche se la matrice politica non è stata assolutamente dimostrata. Ma va da sé che tutto quanto sia contro i comunisti e i loro sodali è per definizione fascista.I partiti della sinistra di allora, hanno agito con maestria e con grande abilità , giocando sul fatto che le indagini partirono tardivamente e pertanto allo stato attuale delle cose, non sono mai stati scoperti i responsabili di queste bombe "fasciste" che successivamente, scemando l'egemonia mediatica dei notabili comunisti di stampo staliniano , hanno assunto la denominazione, molto più corretta di "bombe senza nome".I soliti opinionisti , sempre appartenenti alle forze "democratiche ed antifasciste " hanno affermato che Savona fu una cavia da esperimento, per la attuazione della strategia della tensione, tesi molto suggestiva e dietrologica, che però accredita una eccessiva importanza ad una cittadina pur sempre di provincia come Savona.I fatti però, tanto per attenersi alla realtà, sono questi : non fu arrestato e processato nessun terrorista di alcun colore politico !nessuna sentenza di condanna emessa! L'inchiesta fu archiviata! Venne anche ripresa ,anni dopo, dalla Commissione Parlamentare Stragi che anch'essa non cavò un ragno da un buco.Vi fu una operazione molto abile e sapiente di strumentalizzazione, da parte dei soliti columnist di sinistra che riuscirono a ottenere il massimo rendimento dalle bombe, qualificandole, vox populi, fasciste !Il P.C.I. riuscì a compattare, con questa situazione di acclamata emergenza, per un breve periodo, subordinandole a sè, molte forze di sinistra sul territorio, nei comitati di vigilanza di quartiere , sorti allo scopo di impedire altri attentati "fascisti", evocando lo spauracchio degli attentatori di "ordine nero". In seguito , verranno manifestate le tesi più diverse : servizi segreti deviati oppure no, servizi nazionali oppure stranieri, massoneria deviata, eversione di varie tonalità dal grigio scuro al nero più profondo, il tutto comunque e sempre, per colpire " Savona, fiera città antifascista ".Ma per dirle tutte , Savona non è solo una città "fieramente antifascista" ma anche la città delle stragi gratuite e per motivi abbietti , compiute a guerra abbondantemente terminata, dai partigiani comunisti.Città dove intere famiglie nel 45 sparivano e i loro beni cambiavano proprietario.Città dove in alcuni quartieri imperavano bande di ex partigiani , con ancora con il mitra sotto il letto. Una città dove si ammazzava a pistolettate , nel 1946, un commissario di polizia venuto apposta , per indagare su una catena di delitti molto poco politici .Una città con ingenti depositi di armi accantonate e nascoste dagli ex partigiani , ancora perfettamente lubrificate e pronte all'uso e magari dove c'erano anche esplosivi. Una città dove i pochi processi per gli omicidi "politici" agli assassini , iniziavano e si svolgevano tra le minacce e si concludevano con le pene estinte dalla amnistia Togliatti.Inoltre, nessuno, ragionò sul vecchio detto latino : cui prodest ? A chi realmente giovò il polverone sollevato dalle bombe di Savona ? Nessuno fece questa riflessione per paura di essere linciato.Facciamo anche noi un gioco complottistico : tanto per fare una ipotesi fantasiosa , se a piazzare o a fare piazzare queste bombe, fosse stato qualcuno del Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti ( KGB ) per creare il pericolo fascista e sfruttare il momento , chi potrebbe negare questa teoria ? basata sul nulla come tutte le altre? Oppure no ?Ciò che rimane, a distanza di tanti anni, è ben poco: un cippo consunto di marmo bianchiccio posto ad un incrocio ,persino lontano dai siti dove esplosero le bombe , con una scritta stinta e semicancellata dal tempo e dalle intemperie, intitolato alla povera signora di 82 anni, morta a seguito delle ferite riportate nel crollo, per la bomba di via Giacchero , in questa scritta poco comprensibile, che lascia molto spazio alla immaginazione , si afferma che "Savona, medaglia d'oro della resistenza, ricorda Fanny Dallari, caduta in uno degli attentati fascisti che nel 1974 - 75 colpirono la città etc etc etc.I passanti frettolosi, non guardano neppure la piccolissima stele, e se gli si chiede chi era la persona con il nome scolpito nel marmo, non sanno rispondereNegli anni a seguire, il nome della povera vittima, finì nel dimenticatoio, dopo essere entrata nella mitologia anti - fascista, senza neppure saperlo. Le "bombe fasciste" di Savona potrebbero essere una delle tante menzogne che , ripetute per anni dai soliti pappagalli obbedienti, diventarono un dogma di fede.
Roberto NICOLICK

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