Il mio amico Chicco
se n’è andato
Chicco Bedini era un mio amico,
anzi, il mio amico, con la A maiuscola, uno che non ti tradiva mai, uno con cui
potevi discutere di qualsiasi cosa ricevendo consigli di buon senso, uno che
c’era sempre quando ne avevi bisogno. La nostra amicizia è di lunga data e
iniziò circa 40 anni fa in un modo comico: entrambi facevamo parte del Gruppo
Scout Savona X, durante un campo estivo, mi imboscai per un impellente bisogno,
dopo qualche minuto, percepii dietro al cespuglio che mi nascondeva un rumore
strano, pensando alla presenza di un animale andai a vedere e trovai un altro
boyscout nella mia stessa situazione. Entrambi, un pochino imbarazzati,
scoppiammo in una sonora risata e da quel momento diventammo amici e anche al
di fuori dello scoutismo ci frequentammo dividendo tante altre cose. Iniziammo
a Frequentare un circolo di Canottaggio , la Società Canottieri Sabazia, e quindi a sudare con i remi e la pagaia.
Poi crescendo, Chicco ebbe una intuizione di
grande civiltà: Istituire a Savona una unità di Protezione Civile, creando un
coordinamento tra i Vigili del Fuoco e gli
scouts più grandi.
Fu un esperimento che ebbe un
grande successo, partecipammo ad un corso di base presso la Caserma di Savona
del 77° Corpo Vigili del Fuoco e iniziammo ad uscire sui mezzi antincendio in
tutta la Liguria. Io e Chicco trascorrevamo il nostro tempo libero, assieme ad
altri volontari Scout, rincorrendo le fiamme tentando si spegnerle oppure,
tutti affumicati a fuggire rincorsi dalle fiamme tra i boschi della Liguria.
Chicco, dotato di un grande humor, aveva sempre una battuta su tutto ed era
capace di farti sorridere anche nei momenti più perigliosi.
In seguito ci trovammo a portare le “casse”
nella Processione del Venerdì Santo, con addosso il tradizionale saio con la
corda stretta in vita, anche in questo caso Chicco era simpaticissimo e sempre
con la battuta pronta.
In un’altra occasione mi convinse
a fargli da secondo nella “corsa delle carrette”, una manifestazione
gogliardica che avveniva ogni anno a Savona. Un certo numero di automezzi
artigianali, fai da te, senza motore, dall’aspetto molto originale, che
effettuavano una corsa in discesa, partendo dalla collina delle Ninfe sino al
centro di Savona.
Chicco era il pilota e io il
secondo, con l’incarico di spingere o frenare a seconda dei casi,
l’abbigliamento mio e di Chicco era decisamente clownesco. Non posso non
ricordare l’impegno politico, civile, e di volontariato che Chicco profuse
sempre e ovunque, e quindi i nostri viaggi a Lourdes come barellieri a tentare di
supportare ed alleviare la sofferenza fisica e morale di tante persone.
Chicco mi fu molto vicino anche
nella stesura dei miei libri, sempre pronto a darmi suggerimenti e a fornirmi
materiale fotografico.
La notizia della sua morte non mi
trova impreparato, sapevo della sua malattia contro cui combatteva, ma a parte
un breve cenno, non ne parlava mai, mostrando il solito humor intelligente e la
solita voglia di scherzare che lo caratterizzava.
Mi rimarrà sempre nella mente la sua figura, in divisa da Scout,
mentre da Capo Branco, Akela per gli iniziati, organizzava i grandi giochi per
i lupetti, nel solito polveroso campetto del Savona X e io che mi occupavo dei
ragazzi più grandi, gli esploratori, lo prendevo in giro bonariamente.
Caro Chicco, dovunque tu sia,
sono certo che tu sorriderai come sempre
a tutti quelli che avranno bisogno di un tuo sorriso.
Roberto Nicolick, amico di
Chicco…
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