martedì, febbraio 24, 2015

L'Italia dove si vive pericolosamente



L'Italia dove si vive pericolosamente
Obbligato a chiudere. Troppo pericoloso, per lui, fare il suo lavoro: Roberto Zancan deve abbassare la saracinesca della sua gioielleria. "Chiusura definitiva per rapine". "Glielo hanno consigliato le autorità", racconta Graziano Stacchio, il benzinaio coraggioso di Ponte di Nanto che lo scorso 4 febbraio dopo aver ingaggiato un conflitto a fuoco, ha ucciso con cinque colpi di fucile un rapinatore rom armato di kalashnikov e che ora è indagato per eccesso di legittima difesa.
Stacchio e Zancan vivono lo stesso dramma nello stesso paesino veneto: quello di una criminalità feroce e aggressiva. In particolare Stacchio, rischia di essere rinviato a giudizio per il suo comportamento coraggioso. Nel caso di Zancan, invece è costretto a smettere di lavorare perché è troppo elevato il pericolo di rapine. "Da noi hanno vinto i criminali"
Il caso di Zancan viene commentato proprio da Stacchio : "Se lo Stato arriva a suggerire a una persona che fa onestamente il proprio lavoro di chiudere la sua attività perché non riesca a garantirgli adeguata protezione, vuol dire che la dà vinta ai delinquenti . Ed è proprio così. Qui hanno vinto loro". Ma non è tutto: nella serata di lunedì, mentre il gioielliere partecipava a una trasmissione televisiva, qualcuno ha lasciato sullo zerbino una lettera con due proiettili per arma corta.
Nella busta anche due nomi: quello di Stacchio e quello di Zancan. Come a dire: occhio !
R.N.

Nessun commento:

Posta un commento