giovedì, luglio 27, 2017

La morte di Stalin


Il 5 marzo del 1953 in una dacia a circa 15 minuti di auto da Mosca, dopo aver assunto quantità industriali di vodka e dopo una vita da tabagista, si spegneva Stalin, uno dei dittatori più sanguinari che la storia ricordi, colpevole di milioni di internamenti nei gulag e di innumerevoli soppressioni di persone innocenti, e con l'innegabile merito di aver salvato la grande Russia dall'invasione delle potenze dell'asse. Avendo solo 3 anni in quella data non ho potuto vivere il momento storico, ma qualcuno recentemente mi raccontò un fatto curioso che avvenne a Vado Ligure, un tempo roccaforte del PCI, alcuni operai comunisti, colpiti dolorosamente dalla dipartita del loro dittatore prediletto, imbastirono un piccolo altarino in prossimità del centro di Vado, con foto del morto incorniciato da bandierine rosse con falce e martello, e in quel posto iniziarono una veglia, ovviamente non di preghiera, digiunando per alcuni giorni. Dopo un po' le mogli convinsero i compagni a tornare con i piedi per terra alla realtà quotidiana, almeno il bel gesto era stato fatto e poteva andare bene così. Il manifesto è abbastanza sintomatico.

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