martedì, gennaio 08, 2019

Requisizione a Calizzano

Requisizioni
Durante il periodo insurrezionale erano frequenti le cosiddette “requisizioni” operate prevalentemente dai partigiani comunisti, che in realtà erano predazioni belle e buone, alla vittima veniva rilasciato un pizzino dal valore legale nullo con la promessa verbale che sarebbe stato ripagato una volta finita la guerra.
Non tutti ci stavano a farsi derubare e capitava quello che è accaduto a questo signore, un agricoltore, Ferrando Giacomo, abitante in una frazione di Calizzano, che si vedeva capitare in casa tre soggetti armati, che si definivano partigiani guidati da un caporione dal soprannome “Zinza”, i quali erano venuti per portargli via le due vacche, che a loro dire sarebbero state usate per alimentare il distaccamento partigiano Bruzzone.
I tre soggetti, per non portare via le vacche al povero Ferrando, chiedevano in cambio , si chiama ricatto o estorsione, una somma , bel diecimila lire dell'epoca da consegnarsi seduta stante. Il contadino correva subito da un vicino e si faceva prestare la somma che consegnava ai tre predoni i quali notata la reticenza del derubato nel consegnare i denari richiesti lo minacciavano di accusarlo di essere fascista e che in tale evenienza sarebbero ritornati con il distaccamento partigiano a svaligiargli tutta la casa. Ecco quello che accadeva i contadini che abitavano in campagna , in case isolate e senza alcuna difesa e quindi alla mercè di queste bande.Con questa dichiarazione firmata da testimoni il derubato avrebbe cercato in un futuro di avere giustizia.

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