Una banda di “patrioti insediata nella frazione di Pievetta, CN
Il capo era soprannominato Oreste con le gambe storte, fra gli altri banditi c'era un certo Mariolino da Ceva, quasi tutti provenivano dalle zone di Viola, Ceva e Battifollo, il vero capo si chiamava Dino Mora, molto noto per le razzie che compiva in zona , in particolare aveva sequestrato un camion con cui i suoi bravi giravano a compiere le loro gesta, sul radiatore del mezzo avevano applicato una stella rossa.
In una cascina di Ceva , lo stesso Mora aveva requisito una coppia di cavalli, li aveva attaccati ad un calesse e ci girava per le sue missioni, era stato soprannominato il calesse della morte. Chiunque giungesse a Pievetta doveva sottostare agli ordini iniqui di questi criminali che agivano sotto lo scudo della resistenza, ma di fatto erano veri e propri briganti.
Non solo furti ed omicidi ma anche stupri di donne: due sorelle del posto, di cognome Lentini dovettero subire le attenzioni sessuali della banda, poi vennero sequestrate in un sottoscala nella loro abitazione di via montegrappa, rasate a zero e con il capo verniciato di rosso minio e costrette a lavare i panni sporchi dei loro sequestratori e violentatori, obbligate a cantare l'inno “bandiera rossa”.
Altre due sorelle sempre di Bagnasco, le Tacchini dovettero subire anch'esse le attenzioni sessuali non perchè fossero fasciste ma solo perchè erano due belle ragazze. Tutto questo stato di cose continuò per mesi, finchè arrivò un distaccamento di partigiani Mauri che disarmarono i sedicenti patrioti e dopo un sommario processo ne fucilarono i capi, Dino Mora e Asteggiano .
I loro corpi furono mostrati alla popolazione presso il campo sportivo, dove le donne del posto ricordando le violenze subite sputarono sui cadaveri dei due predoni.
In una cascina di Ceva , lo stesso Mora aveva requisito una coppia di cavalli, li aveva attaccati ad un calesse e ci girava per le sue missioni, era stato soprannominato il calesse della morte. Chiunque giungesse a Pievetta doveva sottostare agli ordini iniqui di questi criminali che agivano sotto lo scudo della resistenza, ma di fatto erano veri e propri briganti.
Non solo furti ed omicidi ma anche stupri di donne: due sorelle del posto, di cognome Lentini dovettero subire le attenzioni sessuali della banda, poi vennero sequestrate in un sottoscala nella loro abitazione di via montegrappa, rasate a zero e con il capo verniciato di rosso minio e costrette a lavare i panni sporchi dei loro sequestratori e violentatori, obbligate a cantare l'inno “bandiera rossa”.
Altre due sorelle sempre di Bagnasco, le Tacchini dovettero subire anch'esse le attenzioni sessuali non perchè fossero fasciste ma solo perchè erano due belle ragazze. Tutto questo stato di cose continuò per mesi, finchè arrivò un distaccamento di partigiani Mauri che disarmarono i sedicenti patrioti e dopo un sommario processo ne fucilarono i capi, Dino Mora e Asteggiano .
I loro corpi furono mostrati alla popolazione presso il campo sportivo, dove le donne del posto ricordando le violenze subite sputarono sui cadaveri dei due predoni.
Robert Nicolick
Nessun commento:
Posta un commento