mercoledì, giugno 05, 2019

l'omicidio dei Bartolomeo Dalmasso


Bartolomeo Dalmasso
Priola , Cuneo
13 agosto 1944
Bartolomeo era un anziano signore di vecchio stampo, quei Piemontesi con il panciotto, da cui pendeva la catena che tratteneva l'orologio, non lavorando più si tratteneva spesso in piazza del comune a scambiare quattro parole con i suoi compaesani, era un uomo franco e sincero, una persona per bene.
In quegli anni nella zona, imperversava una banda di “patrioti”, meglio noti con il soprannome di Bravi, un po come quelli del Manzoni ma questi avevano i mitra.
Probabilmente il signor Dalmasso in qualche occasione espresse con troppa sincerità, delle opinioni sulle razzie che questi soggetti compivano e forse le sue parole furono riportate ai componenti la banda.
Un pomeriggio , il 13 agosto 1944, lo andarono a prendere in piazza, lo portarono a fare una “passeggiata”in montagna a Mendatica, sopra Imperia, e gli spararono un colpo di pistola alla nuca, uno solo, la classica esecuzione mafiosa, poi per completare l'opera occultarono il corpo del povero Bartolomeo in qualche bosco togliendo anche il conforto di un fiore o di una preghiera.
Solo dopo trentanni , grazie alle confidenze di un capo partigiano, il figlio della vittima andò a scavare sotto un abete a San Bernardo di Mendatica, durante il recupero dei resti, nel panciotto gli venne trovata la pipa ancora carica del tabacco, che i suoi assassini non gli avevano permesso di fumare. In genere al condannato a morte si permette l'ultima sigaretta al povero Bartolomeo neppure l'ultima tirata alla pipa. Fra l'altro il signor Dalmasso aveva una gamba rigida a causa della frattura di un ginocchio quindi immaginate la sofferenza causata dall'essere trascinato su per dei sentieri di montagna sino al luogo del suo assassinio !





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