Bartolomeo Dalmasso
Priola , Cuneo
13 agosto 1944
Bartolomeo era un anziano
signore di vecchio stampo, quei Piemontesi con il panciotto, da cui
pendeva la catena che tratteneva l'orologio, non lavorando più si
tratteneva spesso in piazza del comune a scambiare quattro parole con
i suoi compaesani, era un uomo franco e sincero, una persona per
bene.
In quegli anni nella
zona, imperversava una banda di “patrioti”, meglio noti con il
soprannome di Bravi, un po come quelli del Manzoni ma questi avevano
i mitra.
Probabilmente il signor
Dalmasso in qualche occasione espresse con troppa sincerità, delle
opinioni sulle razzie che questi soggetti compivano e forse le sue
parole furono riportate ai componenti la banda.
Un pomeriggio , il 13
agosto 1944, lo andarono a prendere in piazza, lo portarono a fare
una “passeggiata”in montagna a Mendatica, sopra Imperia, e gli
spararono un colpo di pistola alla nuca, uno solo, la classica
esecuzione mafiosa, poi per completare l'opera occultarono il corpo
del povero Bartolomeo in qualche bosco togliendo anche il conforto di
un fiore o di una preghiera.
Solo dopo trentanni ,
grazie alle confidenze di un capo partigiano, il figlio della vittima
andò a scavare sotto un abete a San Bernardo di Mendatica, durante
il recupero dei resti, nel panciotto gli venne trovata la pipa ancora
carica del tabacco, che i suoi assassini non gli avevano permesso di
fumare. In genere al condannato a morte si permette l'ultima
sigaretta al povero Bartolomeo neppure l'ultima tirata alla pipa. Fra
l'altro il signor Dalmasso aveva una gamba rigida a causa della
frattura di un ginocchio quindi immaginate la sofferenza causata
dall'essere trascinato su per dei sentieri di montagna sino al luogo
del suo assassinio !
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