lunedì, maggio 18, 2020

Ingegner Michele Soliveri 5 maggio 1945 Crescenzago




Ingegner Michele Soliveri
5 maggio 1945
Crescenzago

L'ingegner Michele Soliveri, era un dirigente della Magneti Mrelli di Sesto San Giovanni, di anni 54, sposato con due figli, era un valente tecnico e una persona per bene, l'azienda per cui egli lavorava era stata prima commissariata dai Tedeschi e dopo la liberazione dal CNL, in particolare all'interno dell'azienda vi era un nutrito gruppo di partigiani che chiedevano continuamente somme di denaro all'ingegnere, affermando di essere autorizzati a farlo a nome e per conto del CLN della Fabbrica.
In realtà queste somme di denaro prendevano altre vie che nulla avevano a che fare con la resistenza. L'ingegnere Soliveri forse si accorse di questo fatto e iniziò a fermare le elargizioni, da quel momento iniziò nei suoi confronti una vera e propria persecuzione, fu accusato di aver fornito ai Nazisti gli elenchi degli scioperanti delle agitazioni del 1944, di aver chiamato all'interno della fabbrica i fascisti della Legione Muti allo scopo di mantenere l'ordine fra le maestranze, ovviamente erano tutte accuse false e strumentali.
Nonostante tanto odio indotto nei suoi confronti l'ingegnere che era una persona sincera e specchiata dopo due “processi del popolo” a cui fu sottoposto, venne prosciolto da ogni accusa . Per precauzione la direzione della Magneti Marelli lo obbligò ad occupare uno studio blindato all'interno dell'azienda.
Ma i suoi persecutori non mollavano e la sera del 5 maggio 1945, fu prelevato presso la sua abitazione di Crescenzago, portato nei pressi del cimitero dello stesso paese e assassinato a raffiche di mitra, il suo corpo trafitto da diversi colpi d'arma da fuoco fu trovato in un piccolo rio che costeggiava il muro perimetrale del camposanto, privo del portafogli e dell'orologio.
Le indagini degli inquirenti non partirono subito per le evidenti difficoltà che il contesto storico, politico e sociale presentavano, ma i suoi assassini, che erano usi frequentare osterie e scolare bottiglie di vino in gran quantità, forse sotto l'effetto dell'alcol o preda di un delirio di onnipotenza , si vantarono pubblicamente in uno di questi locali di aver ucciso l'ingegnere Soliveri.
Queste vanterie giunsero sino alla Questura di Milano che nel gennaio del 1953, procedette all'arresto di cinque persone accusate dell'omicidio dell'ingegnere, Emilio Dagari di anni 39 anni, già commissario politico dello stabilimento, l'impiegato Cesare Minussi di anni 44, il meccanico Luigi Beretta di anni 46, l'aggiustatore Aldo Pastrello e l'impiegato Nicola Vaglia di anni 19 tutti abitanti a Sesto San Giovanni.
I motivi che avevano indotto i cinque a sbarazzarsi di lui sembra debbano ricercarsi nel fatto che la vittima era venuta a conoscenza che le somme da egli versate in favore della lotta clandestina, non erano mai state consegnate al CLN .
I disonesti temendo una sua rivelazione decidevano di ucciderlo approfittando del periodo insurrezionale e del momento critico. Nel novembre del 1953, i cinque imputati vennero rinviati a giudizio presso la corte di assise di Milano e lì giudicati, dopo una settimana di udienze, la corte condannò Luigi Berretta, Aldo Pastrello e Nicola Vaglia a 14 anni di detenzione ciascuno di cui 9 condonati e mandò assolti per non aver commesso il fatto, Emilio Dagaro e Cesare Minussi.
A dieci anni della sua infame uccisione, l'azienda per cui egli lavorò decise di dedicargli un busto ed una targa nell'atrio principale della fabbrica , ricordando i trentacinque anni della sua vita che l'ingegnere donò alla Magneti Marelli, “la Magneti Marelli ricorda il suo prezioso collaboratore e addita a tutti la sua vita come esempio di fedeltà, rettitudine e dedizione al lavoro “
Roberto Nicolick
Umile manovale della Libertà

1 commento:

  1. Negli anni 30 andava a caccia con mio padre a ricengo poi lo porto a lavorare alla magneti marelli di Crescenzago.

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