venerdì, aprile 05, 2024

L'eccidio della famiglia Manzoni Ansidei

 

Anche questi crimini sono resistenza ???

L'eccidio della famiglia Manzoni Ansidei

Lugo di Romagna

7 luglio 1945

A luglio del 1945 chiunque avrebbe sperato che tutte le atrocità in coda alla Guerra Civile fossero terminate e ci si apprestava quindi ad entrare in un periodo di riappacificazione ma purtroppo non era così. La sera del 7 luglio 45, un gruppo armato di partigiani comunisti, in un numero che va dai 12 ai 20, raggiungono con degli automezzi la villa dei Conti Manzoni, un fabbricato del sedicesimo secolo in località Frascata alla periferia del comune di Lugo di Romagna. La banda armata di tutto punto si comporta come in una azione di guerra, circonda la villa padronale ed entra armi in pugno. All'interno a quella tarda ora erano presenti : la contessa Beatrice Manzoni una gentile signora sessantenne impegnata nelle Dame di Carità e i suoi figli, Giacomo Maria, Luigi e Reginaldo , rispettivamnete di 41, di 38 e 36 anni, tutti impegnati a vario titolo nella cultura , nell'università e nel corpo diplomatico. Oltre alla famiglia era presente anche la "servente", Francesca Lanconelli di anni 51, che fu la prima ad accorgersi dell'irruzione e gridò per allarmare la famiglia. I Manzoni nonostante un tentativo di resistenza compiuto da uno dei figli che impugnò una pistola, furono sequestrati e portati con due automezzi in altra zona, un fondo agricolo , detto "La Pianta" ad Alfonsine, dove gli aggressori poterono compiere la strage senza testimoni e magari con la connivenza omertosa dei contadini della zona. Contestualmente al sequestro dei Manzoni, la casa venne depredata di tutto, mobili, valori e quant'altro. Le modalità della soppressione dei poveretti furono estremamnte crude e violente, per assassinare i Manzoni e la domestica si usarono armi da fuoco e bastoni usati come clave. Compiuta la strage le vittime vennero sepolte sommariamente all'interno di alcune riservette, denominate “i fortini” che un tempo erano servite ad una batteria di artiglieria, assieme a loro fu eliminato e sepolto anche il cane di famiglia, un setter, per impedire che facilitasse il ritrovamento dei corpi . Ad aggiungere orrore al gesto scellerato , uno dei figli fu sotterrato privo di sensi, e quindi ancora in vita. Diviso il bottino gli assassini sparsero in giro la voce che i Manzoni si erano trasferiti all'estero, in America.

Per tre lunghi anni la strage rimase coperta dal silenzio e dall'omertà poi nel 48 i Carabinieri iniziarono le indagini sulla sparizione della famiglia, i sospetti portarono verso elementi appartanenti alla fazione comunista della resistenza, in alcune case di pertinenza di ex partigiani comunisti furono trovati mobili appartenenti alla casa dei Manzoni, ora vuota e abbandonata. Uno dei sospetti messo sotto pressione dai Carabinieri crollò e raccontò i fatti e indicò il luogo dell'occultamento. I resti dei Manzoni Anzidei furono portati alla luce, erano ancora in buon stato e questo facilitò l'autopsia. I Carabinieri effettuarono diversi arresti tra le file degli ex partigiani comunisti che dopo le opportune indagini vennero rinviati a giusizio e subirono i relativi processi.

Furono processi molto difficoltosi per il clima e le minacce che venivano rivolte ai magistrati e ai giurati, inoltre ci furono dei depistaggi e solenni proclamazioni di innocenza degli imputati, tuttavia le indagini e i dibattimenti, misero in luce le stragi e le ruberie che ex partigiani comunisti avevano creato a sistema in quelle zone.

Tredici imputati, tutti ex partigiani comunisti, erano alla sbarra, una cosa inaudita per quelle zone e per quei tempi. I processi terminaro nel 1953 con la condanna all'ergastolo per tutti gli imputati, ma l'amministia del Guardasigilli Palmiro Togliatti ridusse la pena a 19 anni, e i criminali scontarono effettivamente solo cinque anni nelle patrie galere. Va ricordato che in quella zona denominata   triangolo Bastia-Conselice-Voltana ci furono circa trecento vittime della cosiddetta “giustizia proletaria di classe “ e fino a una decina di anni fa coltivando i campi venivano alla luce frammenti di ossa.

Nonostante le loro responsabilit�acclarate , coperti da comode amnistie tornarono in libert� dopo pochi anni, il loro caporione assunse incarichi politici all'interno del PCI e continu�la sua vita e nonostante avesse le mani sporche di sangue innocente negli anni 2000 i comuni di Conselice e di Lugo gli hanno pure intitolato una via.

Una lapide posta nella Chiesa della Collegiata di Lugo commemora solennemente il martirio della Contessa Beatrice Manzoni Ansidei e la ricorda per il suo impegno costante come Donna di Carità. Nel 2011 il comune di Santagata sul Santerno ( Ravenna ) le ha dedicato una piazza. Per anni un vecchio e tenace sacerdote, Don Francesco Tampieri ogni domenica, con ogni tempo, si recava alla villa dei Manzoni e officiava una S. Messa nella Cappelletta dei Conti Manzoni in suffragio delle povere anime. La villa in seguito fu abitata dagli eredi dei Manzoni, il Conte degli Oddi di Perugia con la moglie i piccola figlia. Lo stesso Conte degli Oddi in diverse occasione avrebbe visto delle fiammelle, come dei fuochi fatui, transitare nei locali e questo fatto accadevo una volta all'anno e in occasione dell'anniversario della mattanza dei Manzoni, proprio quella notte di sangue.





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