domenica, giugno 29, 2025

Luisa Avellino Tagliate di Mallare 4 luglio 1937 Luisa Avellino era una giovane pastorella che aveva il compito di portare le mucche dalla sua casa colonica sita alle Tagliate di Mallare, sino ai pascoli, e così fece anche quella mattina del 4 luglio 1937, ma quel giorno, la giovane non tornò indietro come al solito perché incontrò la morte. Le mucche ritornarono alla stalla da sole a sera inoltrata, senza di lei. Allarmati, i suoi famigliari si misero alla sua ricerca e dopo qualche ora la povera ragazza fu trovata morta in località Pianazzo di Quiliano, uccisa, parrebbe a colpi di pietra. Queste le poche righe riportate da il quotidiano La Stampa Sera, non si conosce la data di nascita della pastorella. Ricerche condotte presso il Comune di Mallare non hanno permesso di trovare alcuna tomba con questo nome, presso l’anagrafe di Mallare non risulta alcun atto di morte e interpellati alcuni Avellino residenti a Mallare, essi hanno dichiarato di non ricordare alcun parente a cui fosse accaduto questo fatto. Insomma una ricerca molto complessa. Inoltre la località Tagliate di Mallare potrebbe essere alla confluenza amministrativa di tre comuni, oltre a Mallare, Altare e Quiliano. La località Pianazzo di Quiliano non è nota. Sono riuscito a contattare una pronipote della vittima che ricorda per sentito dire questo fatto. Riporto integralmente il suo racconto :”Un giovane del luogo, che si era invaghito della pastorella, la seguì mentre la giovane portava le mucche al pascolo, tentò un approccio che finì male , la ragazza resistette alle avances del ragazzo che perse il controllo la colpì con una pietra uccidendola. La signora prosegue nel racconto “Al funerale della ragazza, era presente tutto il paese, compreso l’assassino, i Carabinieri tennero un breve discorso ai presenti, dicendo che il colpevole sarebbe stato arrestato entro brevissimo tempo, perché aveva commesso un errore: aveva ancora le scarpe sporche del sangue della vittima, a queste parole egli di istinto, abbassò il capo per guardare le proprie scarpe e in questo modo si tradì. Fermato dai Carabinieri e messo sotto torchio ammise di aver ucciso la ragazza perché gli aveva resistito.” Ricordo un fatto analogo accaduto nel 1956 a Cosenza, un agricoltore ultrasettantenne, confessò sul letto di morte, di aver ucciso una pastorella. Accadde in questo modo, l’uomo nel 1906, incontrò in un luogo isolato una giovanissima pastorella, la voleva ma lei gli resistette. Allora il bruto con un colpo di accetta la colpì ad un braccio, quasi mozzandolo e la stuprò, poi la gettò da un dirupo. Per decenni l’omicidio rimase insoluto sino alla confessione in articolo mortis. Stessa cosa accadde, ma con un lieto fine, ad una pastorella di appena 10 anni a Cavalese, Claudia Bellante, rapita da un uomo su una 850 e trattenuta per 11 giorni in una baita in montagna. Ci furono battute con un migliaio di uomini e alla fine con l’ausilio dei cani , fu trovata la baita dove l’uomo teneva la bimba. Era un folle tuttavia innocuo e non torse un capello alla piccola.

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