sabato, novembre 08, 2025
Questa è la tomba del Dottor Francesco Negro, noto antifascista, assassinato per aver disapprovato le esecuzioni sommarie dei partigiani comunisti nel Savonese. Dopo il 25 aprile 1945 iniziarono in tutto il Savonese le vendette , spesso personali , le ruberie e le esecuzioni sommarie a danno di presunti fascisti, effettuate da partigiani comunisti i quali con l’uso delle armi avevano creato un nuovo status quo, sanguinario e terroristico. Non tutti gli antifascisti, erano d’accordo con questo tipo di comportamenti che ben poco avevano a che fare con la Resistenza e che al contrario avevano molto del criminale. Uno di questi era un medico, di fede socialista, antifascista e molto amato dal popolo per la sua dirittura morale, accreditato presso il C.N.L. : Francesco Negro, quarantaseienne, nativo di Quiliano, Presidente della Croce Rossa. Negro , in qualità di Ufficiale Sanitario presso il Comune di Savona stilava i certificati di morte delle persone decedute, per qualsiasi motivo, nel territorio di Savona, si era accorto dell’impennata del numero dei morti, uccisi da arma da fuoco o per altra causa violenta, avvenuta dalla data della Liberazione. Il piazzale antistante il Cimitero Savonese , ogni notte ospitava decine di corpi frutto di esecuzioni sommarie compiute dagli squadroni rossi della morte . I morti per lo più civili , benestanti erano prelevati nei campi di prigionia di Segno e Legino, trasportati al Cimitero e passati per le armi. . Poi gli assassini passavano all’incasso nelle abitazioni dei morti per il ristoro economico. Il Dottor Negro aveva ben presente la situazione e incominciò a fare delle riflessioni, inoltre nel corso delle autopsie rilevò segni di torture sui corpi degli uccisi tutti giustiziati arbitrariamente tutte le salme, erano state spogliate di ogni avere : abiti, monili, orologi e addirittura la fede nuziale e le scarpe. Questi omicidi continuarono , almeno sino alla fine del 1950, senza che la giustizia potesse agire in modo efficace , infatti gli autori degli omicidi agivano in un clima omertoso. Il Dottor Francesco Negro non era un vile, e indignato per tutto ciò, iniziò a deprecare con forza anche in pubblico queste atrocità affermando che non avevano nulla a che fare con la Resistenza. A più riprese Francesco Negro, uomo forte e dal portamento nobile che incuteva rispetto, affrontò all’interno di una Società Operaia di Quiliano, le persone che sospettava fossero responsabili di questi delitti. Con il suo comportamento coraggioso , si mise al centro del mirino. Il dottor Francesco Negro, la sera del 10 novembre 1945, si recò ad una vista domiciliare presso l’abitazione di un imprenditore savonese in Corso Ricci, una lunga strada che corre parallela al torrente Letimbro. Negro intorno alle 21,30 uscì dalla casa del suo mutuato, era in sella ad un bicicletta. Quello che accadde dopo lo raccontò lo stesso Negro prima di morire in ospedale: all’altezza del ponte delle ferrovie che valica la strada, due uomini uscirono dall’ombra e lo fermarono. Chiesero se egli era il dottor Negro, e alla sua risposta positiva , gli ordinarono di scendere con loro sul greto del torrente Letimbro per parlare. Negro rifiutò , scambiando i due per rapinatori , offrì loro il suo portafogli ma loro rifiutarono affermando che avevano dei conti da regolare con lui. Compreso il pericolo cercò di allontanarsi in bicicletta ma uno dei due gli esplose contro tre colpi di pistola, quindi i due criminali fuggirono. Negro colpito ad un braccio e all’addome, riuscì a raggiungere una casa vicina e a chiedere aiuto. L’arma usata era una pistola automatica , una beretta cal. 7.65. Trasportato all’Ospedale morì alla mattina successiva, per le gravi ferite riportate senza perdere conoscenza ma senza poter dare utili indicazioni sulla identità degli assassini. Nessuno vide nulla . Essendo Negro un antifascista militante, il 13 novembre 1945, ebbe dei funerali imponenti a Savona, con la partecipazione di tutti gli appartenenti alle formazioni partigiane che sfilarono per la via centrale, le autorità dell’epoca presenziarono al funerale, vi furono discorsi di suffragio che grondavano ipocrisia , molto probabilmente, fra la folla presente c’erano anche i suoi assassini . I discorsi delle autorità non toccarono la vera essenza del delitto Negro come di tanti altri delitti politici di quegli anni turbolenti , anzi evitarono accuratamente di avvicinarsi al problema e cioè che: una banda o più gruppi di partigiani comunisti, agivano a Savona, rubando ed uccidendo, tollerati anzi protetti dai vertici politici comunisti che tutto sapevano. Le uniche indagini su questo delitto, le condusse un coraggioso commissario di polizia, Amilcare Salemi arrivato apposta da Como per indagare sul clima incandescente di Savona. Egli giunse molto vicino ad arrestare i colpevoli ma qualcuno, con i soliti metodi terroristici, lo uccise mentre cenava e qualcun altro in questura faceva sparire le carte delle indagini sull’omicidio Negro. Il calibro della pallottola era lo stesso usata per assassinare Negro. Il Dottor Negro fu un Eroe, prima contro il regime fascista e poi contro i suoi stessi compagni di lotta che avevano perso la via della giustizia per diventare uguali a quelli che avevano combattuto prima della Liberazione, fu la Resistenza tradita.
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