lunedì, aprile 16, 2007

PIAZZA DEL POPOLO AL SABATO













Sabato nel pomeriggio e nella prima serata a piazza del Popolo si incontrano un crogiuolo di razze ed etnie, fra le piu’ diverse. La stessa piazza e’ chiaramente divisa in enclave nettamente delimitate da confini ferrei ed invisibili. Ho provato a girellare incuriosito per i vialetti ed i marciapiedi della piazza,e ho notato queste divisioni: in linea di massima abbiamo il tratto iniziale di Via Paleocapa che fa da spartiacque, sulla parte a monte sostano decine di donne, badanti, russe ed ucraine, alte e robuste, che siedono sulle panchine del settore a monte, parlottano fra di loro e si dissetano da lattine di birra. Sui giardini della parte a monte, di fronte al Riviera Suisse, la zona e’ di pertinenza di barboni e balordi in compagnia dei loro cani, dormono sulle panchine, fanno i loro bisogni nelle aiuole e importunano i pendolari che salgono sui bus , chiedendo soldi a tutti. Il lato mare e’ diviso in tre settori, il chioschetto e’ circondato da decine di sudamericani, uomini e donne, molto vivaci e agitati, siedono sulle panchine a grappoli, devono quantita’ industriali di birra e lo testimoniano le decine di bottiglie e lattine abbandonate sul marciapiede. Quando il tasso alcolico e’ elevato, scoppiano le liti anche per futili motivi, ma pare che la gelosia sentimentale sia una delle principali cause scatenanti. Spesso ci scappa la scazzottatura, che comunque in genere finisce con reciproci abbracci e ulteriori bevute. Hanno auto vecchie scalcagnate. Andando verso il centro, c’e’ un altro ritrovo, i cui avventori, dall’aspetto petroso e ferrigno, siedono ai tavolini fuori. Si tratta di gente di provenienza balcanica, albanesi, macedoni e qualche isolato rumeno.Molto composti e controllati,vestiti con parlano con modi grevi e suoni gutturali, difficilmente alzano il tono della voce. Pare quasi che abbiano paura di far filtrare i loro pensieri, danno l’idea che l’oggetto delle discussioni siano cose riservate.Le loro auto, parcheggiate in divieto, li’ accanto sono grosse, costose e fiammanti, non sicuramente giustificate da redditi bassi o medio bassi. La mia impressione e’ che siano tutti gruppi molto impermeabili, non comunicanti fra di loro, spesso in contrapposizione ma con un unico target: detenere il controllo di una piazza per poter vivere come a casa loro senza pagare dazio alla cultura ed alle tradizioni locali. Ala sera, i rifiuti di queste presenze rimangono come ingombranti reliquie di presenze inquietanti. Resta il fatto che stiamo assistendo ad una replica del quartiere San Salvario di Torino.Una piazza , di cui si parla con insistenza a livello architettonico, che non e’ piu’ a Savona o in Italia, ma e’ un porto franco che sta volando verso l’estero.
Che nostalgia della vecchia piazza con la stazione.....

Nessun commento:

Posta un commento