giovedì, maggio 15, 2008

LA BIMBA DI 14 ANNI DI BUSCEMI ( da Republica )





NISCEMI (Caltanissetta) - "Abbiamo perduto la testa. L'abbiamo perduta quando ci ha detto: sono incinta di uno di voi". Il fidanzato di Lorena e i suoi due compagni hanno confessato. Prima qualche ammissione, tante contraddizioni, poi la verità. A soffocare, bruciare e gettare nel pozzo legata a un masso Lorena Cultraro, 14 anni di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, sono stati tre minorenni, 17, 16 e 15 anni. La ricostruzione e alcune impronte trovate sul luogo del delitto li hanno messi all'angolo. LE FOTO Uno dei tre ragazzi fermati era seguito dai servizi sociali del comune di Niscemi. Uno frequentava il liceo di Niscemi, ma in locali diversi da quelli dove si trova la classe dell'istituto tecnico commerciale di Lorena; gli altri due ragazzi lavorano nei campi agricoli assieme ai rispettivi familiari. "I tre ragazzi - ha detto il sindaco di Niscemi Giovanni Di Martino - appartengono a famiglie normali, il padre di uno di loro era tornato dopo un periodo trascorso all'estero per lavoro". Quel maledetto 30 aprile, Lorena accetta di uscire ancora una volta in compagnia dei tre. Raggiungono un casolare abbandonato, un posto conosciuto molto bene da uno degli indagati, perché il nonno possiede un appezzamento di terreno lì vicino. In scooter arrivano fino alla stradella di Vallo Giummarra e fino al casolare degli orrori, con l'obiettivo di spassarsela. Era accaduto in altre occasioni, in una sorta di gioco assurdo e crudele: non era la prima volta che il fidanzato la "cedeva" agli altri due compagni. "Consenziente" ripetono i tre ai carabinieri sapendo che la povera Lorena non potrà contraddirli. Questa volta però Lorena ha fatto la terribile ammissione: "Sono incinta e di uno di voi". Poi la frase che ha fatto scattare la molla omicida: "Lo dirò che è stato uno di voi".

Perdono la testa i tre ragazzi e pensano che devono metterla a tacere. L'aggrediscono a calci e pugni, le strappano i vestiti, anche il reggiseno trovato bruciacchiato nel casolare. Poi usano un cavo elettrico per strangolarla. Ma non basta: per cancellare le prove pensano che sia meglio bruciarla e, legato al cadavere un masso, la lasciano cadere nel pozzo davanti al casolare, credendo di averla fatta sparire per sempre. Pensano questo mentre prendono la strada per il paese tornando alla vita di sempre. "Era una ragazza allegra e tranquilla", ricorda il padre Giuseppe, 36 anni, imbianchino e vigile del fuoco volontario. "Lorena sembrava non avere problemi ma, sono certo, non era incinta". Erano stati i genitori a denunciare la scomparsa della figlia il 30 aprile scorso. Credevano fosse la classica "fuitina", la fuga d'amore. Era stato rintracciato anche il fidanzato di Lorena ma durante i primi interrogatori aveva giurato di non sapere nulla della sua scomparsa. Stamane, i compagni dell'istituto commericale frequentato dalla ragazza e i loro professori sono scesi in strada, per un corteo spontaneo, un modo semplice e sincero per mostrare solidarietà ai genitori di Lorena e lo sconcerto che è piombato sul paese dopo il ritrovamento del cadavere della loro amica. Lo slogan gridato dai giovani è: "Fuori i mostri di Niscemi". Sugli striscioni hanno scritto: "Giustizia" e "Lorena, hai pagato con la vita per la tua ingenuità".


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