lunedì, agosto 25, 2008

GHERSI ED UGAZIO : DUE CASI UGUALI


Lo scempio della Giuseppina Ghersi a Savona e la strage della famiglia Ugazio , Galliate , provincia di Novara. Due fatti molto simili.

Due efferati crimini , due facce della stessa orrenda medaglia. E’ importante fare chiarezza per costruire un approccio adeguato a due scabrissime vicende , accadute la prima nel 45 e la seconda nel 44. Si tratta a tutti gli effetti di stragi del tutto estranee ai valori, alle necessita’, ai contenuti operativi stessi della Lotta per la Liberazione e che nulla hanno da spartire con la vera Resistenza. Anzi, proprio su questo equivoco e’ stata costruita una disgustosa cappa di omerta’ e rimozione per fatti che hanno come unico denominatore la violenza piu’ bestiale. Crimini orrendi di cui si conoscono in entrambi i casi i colpevoli, sfuggiti come al solito alla giustizia degli uomini, purtroppo molto lenta ed imperfetta, se non addirittura cieca, sorda e muta.

I fatti sono questi: 27 Aprile del 45, guerra finita.
Pinuccia Ghersi, tredici anni, di Savona, quartiere delle fornaci, aveva scritto tempo addietro a scuola un componimento in cui elogiava con toni ingenui il capo del fascismo. La cosa arriva alle orecchie di tre componenti della cosiddetta polizia partigiana comunista, i quali, arrestano i genitori della ragazzina e sotto tortura li constringono a rivelare dove si trova Pinuccia. I tre criminali la sequestrano e per tre giorni la seviziano e la stuprano ripetutamente. Alla fine , ebbri del loro delirio animalesco le sparano un colpo in testa e la abbandonano presso il cimitero di Savona.
A tutt’oggi due del terzetto di delinquenti sopravvivono, immersi nella demenza senile, anche se a suo tempo si erano vantati di cio’ che avevano compiuto.

La famiglia Ugazio, di Galliate, Novara, viveva in campagna, il loro sostentamento arrivava dalla coltivazione dei campi e dalle poche bestie che tenevano. Il nucleo era composto da Giuseppe Ugazio e dalle due figlie Cornelia di 21 anni e Mirka di 13, coetanea della povera Pinuccia Ghersi due angeli accomunati nel destino tragico e orrendo.
Il Giuseppe, aveva l’incarico di responsabile del fascio locale, una colpa gravissima agli occhi di venti “partigiani”, 82° brigata d’assalto garibaldi “osella”,che a fine agosto del 44, si presentano dal poveretto e lo sequestrano, poi vanno a prendersi le due ragazze, quindi raggiungono una cascina isolata, la Negrina, posta tra Galliate e Novara. In mezzo alle risaie.
E’ sera, i venti animali consumano una ricca cena , innaffiata da grandi bevute di vino, poi i balordi legano ad un albero il padre delle ragazze e lo colpiscono a calci e pugni sino a fargli esplodere gli organi interni. Il tutto davanti agli occhi terrorizzati delle due figlie. Il Giuseppe muore per emoraggia interna.
Morto il padre, i venti “partigiani” stuprano ripetutamente, per tutta la notte le due ragazze. Lo scempio della tredicenne e della ventunenne dura circa sette ore.
All’alba le ragazze sono in coma e vengono sepellite ancora vive. Un partigiano, tale Spagnolini, ha raccontato che qualcuno del branco, sentendo le ragazze ancora vive anche se in coma, decide di spaccare il cranio alla piu grande con il calcio del mitra e alla piccola spezzano la carotide con una scarpata sull’esile’ collo.

Un tremendo ed ingiusto destino postumo accompagna le povere vittime di queste due stragi: L’omerta’ e il silenzio hanno fatto da cappa di piombo per coprire, rimuovere, insabbiare e quando il fango ha cominciato ad uscire dal pentolone, ecco la giusta motivazione: si e’ trattata di una regolare esecuzione, La Pinuccia Ghersi era addirittura una spia fascista che girava armata e le due povere sorelle Ugazio erano anch’esse spie al soldo dei fascisti.
Ma, se eramo spie non era meglio processarle invece che stuprarle per sette ore di seguito ? E perche’ alla Pinuccia Ghersi, dopo lo stupro, qualcuno spezzo’ un ditino per poter sfilare un anello d’oro ?? Era forse un esproprio proletario ??
Non e' che ci troviamo di fronte a degli psicopatici assassini ??

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