lunedì, settembre 22, 2008

REGINA VENDRAME



Un’altra povera ragazza “giustiziata” perche’ ritenuta “spia fascista”

Il documento della Divisione d’assalto Garibaldi “Bonfante” operante ad Albenga durante la guerra civile recita testualmente e freddamente : “…Diamo comunicazione della sentenza di condanna a morte e della avvenuta esecuzione, per volonta’ del popolo e del Tribunale militare di Albenga, nei riguardi delle seguenti persone, tutte accusate con fatti incontestabili di aver servito i nazi – fascisti a danno delle Formazioni della Liberta’…”

Segue una lista di nomi e come penultimo appare un nominativo di una donna, VENDRAME Regina.

Il documento prosegue in modo laconico e burocratico : “..la sentenza e’ stata eseguita nei riguardi di ognuno fuori dall’abitato della citta’, Albenga n.d.r., verranno inviati a codesto comando i verbali di condanna a morte emessa da questo Tribunale Militare.

Il verbale viene inviato contestualmente ai vari livelli di comando della formazione partigiana della zona di Albenga e anche alla stazione dei Carabinieri locale.

Ma, chi era Regina VENDRAME e cosa aveva fatto di tanto grave per essere catalogata come collaborazionista e per meritare la morte ? Assolutamente nulla !
Grazie all’aiuto di un ricercatore storico, Piero Bomba, e’ sta fatta luce su questa sventurata ragazza, assolutamente innocente delle accuse mossele. La ragazza, assieme ad altre tre , provvedeva sic et simpliciter alla cucina della mensa dell’aeroporto militare di Albenga.
Mensa a cui mangiavano i militari della guarnigione tedesca dell’aeroporto. Quindi questa povera ragazza non era una ausiliaria dei reparti armati della R.S.I. e tantomeno una pericolosa spia fascista, era unicamente una aiuto cuoca, che a gennaio del 1945, arrivo’ dal Veneto, da una famiglia di 6 figli, ed accetto’ di lavorare nella cucine dei tedeschi per alcuni buoni motivi: per rabbonire le truppe tedesche ed evitare la fucilazione per rappresaglia di dieci ostaggi e per poter mangiare qualcosa, vista la miseria endemica di cibo che stava colpendo tutta la popolazione civile.
La poveretta riusciva a mettere qualcosa sotto i denti e anche a portare un po’ di cibo al fratello diciassettenne Lino Vendrame con cui viveva a Villanova D’Albenga.

La cosa, pero’ non doveva essere stata tollerata dai partigiani , che in seguito agirono nei confronti della Regina VENDRAME con la solita brutalita’, colpevole ai loro occhi di chissa’ quali colpe.
Il giovane fratello della Regina, successivamente assistette terrorizzato a cio’ che i partigiani fecero alla ragazza.
Nel marzo del 1945: arrivo’ un gruppo di partigiani , di notte, presso l’abitazione dei due Vendrame, la ragazza subi’ il taglio dei capelli, e per non perdere l’abitudine, i partigiani razziarono tutto cio’ che poterono nella gia’ povera casa, cibo e coperte, minacciando i giovani di tacere assolutamente pena la morte.
Ma questo era solo il primo round, poi segui’ il resto : il 25 aprile del 45, data storica, Regina Vendrame fu convocata presso il locale C.L.N. vi si reco’ a piedi da Villanova, non immaginando a cosa andava incontro, assieme ad altre ragazze.
Appena giunta, le fu dipinta il capo con della vernice rossa, venne portata sul balcone ed esposta allo scherno della gente presente in piazza, poi costretta a cantare la nota canzone “bandiera rossa”, trascinata per le pubbliche strade di Albenga e successivamente fucilata assieme alle sue compagne di sventura.

Non e’ sicuro il fatto che venne stuprata, anche se in questi casi era un trattamento di prassi, riservato dai partigiani comunisti alle donne accusate di collaborazionismo.

Questa testimonianza appartiene al fratello, Lino Vendrame di appena 17 anni, che si salvo’ dal plotone di esecuzione, grazie al deciso intervento del Parroco che gli fece scudo con il proprio corpo.
Il ragazzo assiste’ a tutti gli eventi, rimanendone terribilmente segnato nell’anima, e ne fece una testimonianza manoscritta, medito’ anche dei sentimenti di vendetta verso chi aveva compiuto l’omicidio della sorella, ma essendo un Cristiano praticante tento’ di perdonare gli assassini.
Regina era una ragazza di poco piu’ di vent’anni, piena di vita, volenterosa, che voleva solo poter svolgere un lavoro, la sua vita venne stroncata da tanta violenza e da una raffica di mitra.

L’assassino della povera Regina Vendrame, aveva come soprannome di battaglia “cimitero”, in nomen omen, ed era un assassino di lungo corso, quello della Regina pare fosse il 26° omicidio. Per il delitto della Vendrame fu processato nel luglio del 1950, e se la cavo’ con soli 22 mesi di detenzione.
Ecco come venne consumata una ennesima atrocita’ , totalmente gratuita, su una giovane ragazza.

Nessun commento:

Posta un commento