giovedì, ottobre 14, 2010

NESSUNA PIETA'


NESSUNA PIETA'
la barbarie oltre ogni limite

Torino - primi di maggio 1945.
"Accanto al reparto dei feriti e congedati della divisione, vi era una
stanzetta dove un Tenente della X Mas, ferito alla colonna vertebrale e
completamente paralizzato dalla vita in giù, se ne stava isolato assieme
alla madre. Era di Trieste e la madre lo curava già da parecchio tempo. Non
aveva che quel figliolo. Un pomeriggio che ricorderò sempre come un incubo,
quattro partigiani armati irruppero in quella stanzetta, afferrarono quel povero
corpo martoriato, lo presero due per le ascelle e due per i piedi e
cercarono di portarlo fuori dal locale.

Nessun medico, nessun infermiere, nessuna sorella cercò di fermarli. La
madre intuì ogni cosa e si gettò, urlando sul figlio e con la forza della
disperazione lottò per stapparlo a quei violenti. Dritta sulla soglia della
stanzetta, a braccia aperte, tentava di impedire il passaggio del corpo del
figlio picchiando a pugni chiusi chi lo trasportava, difendendo disperata la
sua creatura. Era tremendamente sola. La colpirono con un pugno tra gli
occhi ed egualmente la donna, perdendo sangue dal naso, si batteva con la
forza di un leone; a quel punto si gettò a terra tra le gambe di quegli
uomini e allora uno di questi la prese per i capelli e la trascinò per la
corsia. La donna perdeva ciocche di capelli, ma continuava a dibattersi non
cessando mai di invocare aiuto. Poi rialzatasi di colpo, si getto nuovamente
sul corpo del figlio che veniva continuamente strattonato qua e là ed era
ormai seminudo, con le medicazioni pendenti dalla ferita riaperta. Il
tenente non aprì mai la bocca, solo allungò una mano e strinse quella della
madre ricoperta di sangue. Sempre silenziosamente prese ad accarezzare
quella povera mano e poi se la portò alle labbra. Trovava ancora la forza di
tacere. Fu trascinato davanti ai letti dei soldati (...).

Ora gli urli della donna non avevano più nulla di umano. Il triste corteo passò il cortile seguito dagli occhi di decine di persone senza che nessuno intervenisse o sbarrasse il passo a chi trasportava quel ferito. All'uscita
dell'ospedale un gruppo di persone fece cerchio attorno a quei quattro
che ora cercavano invano di far entrare il ferito in un camioncino sporco ed
ingombro di oggetti. Ma non vi riuscivano.

...PIETA', PIETA' PER MIO FIGLIO!

Allora con un moto di stizza e di
rabbia buttarono a terra quel corpo martoriato e scaricarono su di lui i
loro mitra. Spararono tutti e quattro assieme.

Per ore nelle nostre orecchie
risuonò martellante l'urlo della povera madre:

"MALEDETTI, MALEDETTI ASSASSINI"

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