sabato, dicembre 03, 2011

I NUCLEI NBCR


I Nuclei NBCR: chi sono, cosa fanno, come si esercitano, quando entrano in azione

L'attività di un gruppo specializzato dei Vigili del Fuoco chiamato ad intervenire in situazioni veramente eccezionali 


nbcrQuando esiste un fondato pericolo di contagio da sostanze nucleari, biologiche, chimiche o radiologiche, in grado di provocare gravi danni a persone, animali o cose, è chiamato ad intervenire un particolare gruppo di specialisti dei Vigili del Fuoco, il Nucleo NBCR.
Questi pompieri si distinguono immediatamente dagli altri per la particolarità dei loro indumenti. Vestiti di tute colorate, sembrano astronauti o esseri provenienti da altre atmosfere�
Dagli anni '60, con la legge sull'ordinamento del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco 13 maggio 1961, n. 469, sono stati attribuiti al Ministero dell'Interno e al Corpo Nazionale Vigili del Fuoco "� i servizi tecnici per la tutela dell'incolumità delle persone e la preservazione dei beni derivanti anche dall'impiego dell'energia nucleare".
La sigla NBCR non è altro che l'abbreviazione di NUCLEARE - BIOLOGICO - CHIMICO - RADIOLOGICO.
I Vigili del Fuoco NBCR sono stati adeguatamente formati e dotati di strumenti e protezioni idonee ad interventi di questa natura. nbcr astiGli specialisti NBCR sono equipaggiati di particolari tute per la protezione personale, tute "scafandrate", dotate di auto protettori per la respirazione e per l'intervento in ambienti contaminati. Gli NBCR hanno in dotazione anche maschere antigas, rilevatori di sostanze pericolose, sensori elettrochimici e particolari mezzi come l'IVECO-ONE , un'u bari nbcrnità mobile progettata proprio per la rilevazione di agenti chimici e nucleari, per la decontaminazione di persone, veicoli e terreno, nonché per il recupero delle sostanze pericolose.
I corsi di formazione, organizzati in modo continuo da ciascun comando provinciale, tramite le direzioni regionali, hanno registrato negli ultimi tre anni un notevole incremento con la partecipazione di ben 5000 Vigili del Fuoco.
In ogni comando provinciale sono presenti una o più squadre d'intervento, secondo la disponibilità del personale in servizio, mentre a livello regionale è prevista una squadra avanzata e di coordinamento.
E' possibile, tuttavia, in caso di emergenza, trasportare velocemente altri nuclei specialistici o attrezzature da una parte all'altra del territorio nazionale, mediante i nuovi elicotteri da trasporto veloce AB 109 power e il velivolo ad ala fissa, l'aereo P180 avanti.
L'intervento degli specialisti NBCR può essere richiesto in caso di incidenti di tipo industriale, ma anche in caso di incidenti stradali, quando l'impatto tra i veicoli provoca la nbcrfuoriuscita di sostanze pericolose.
Tali episodi sono generalmente causati da un'errata manipolazione di determinate sostanze da parte dell'uomo, ma possono essere provocati anche da eventi naturali, come terremoti, alluvioni, ecc., che ne determinano la dispersione.
I Nuclei NBCR sono chiamati ad intervenire anche in caso di impiego di sostanze pericolose a scopo terroristico.
Un attacco non convenzionale potrebbe essere caratterizzato dalla diffusione nell'ambiente di sostanze assorbibili a livello cutaneo, o ingeribili a seguito della contaminazione di acqua o cibo, oppure assimilabili per inalazione, qualora le sostanze siano allo stato aeriforme.
In caso di incidente è fondamentale il controllo del flusso dei soccorritori, l'adozione di un sistema di comando adeguato, possibilmente unificato, l'attivazione di una comunicazione idonea a coordinare tutte le operazioni di soccorso sanitario e di polizia.
Direttamente sul luogo dell'incidente vengono fornite alcune istruzioni fondamentali, altre vengono diramate dalla Sala Operativa dei Vigili del Fuoco e della Questura. 
zona rossa nbcr
I Vigili del Fuoco devono intervenire delimitando la zona colpita per impedire l'allontanamento delle persone coinvolte e l'accesso dei curiosi e, contemporaneamente, intervenire nel soccorso in zona "rossa o calda", con i dispositivi di protezione in dotazione.
Tra il 2001 e il 2002 sono stati effettuati circa 1.700 interventi di tipo non convenzionale, 130 nel 2003 ed alcune decine nel 2004.
Questi interventi sono stati richiesti in casi sospetti di buste contenenti antrace, ma dopo le procedure d'emergenza e le analisi di laboratorio, si sono rivelati tutti falsi allarmi.
Per essere in grado di svolgere questo particolare compito, i Vigili del Fuoco sono impegnati, in collaborazione con gli altri attori preposti alla difesa civile, in ricorrenti esercitazioni che verificano la loro operatività e la validità dei piani di sicurezza. genova nbcrGli addestramenti sul territorio sono organizzati tenendo conto dei più diversi scenari, compreso quello di un attacco terroristico con immissione nell'ambiente di sostanze non convenzionali, polveri, liquidi, gas tossici, dannosi per l'uomo, gli animali, le cose.
Ciascuna Prefettura-UTG organizza questi test scegliendo gli obiettivi ritenuti sensibili a livello locale e i possibili scenari, prevedendo attacchi con armi chimiche, batteriologiche, radiologiche e nucleari.
Nel 2004 sono state effettuate più di 30 addestramenti che hanno impegnato duramente le squadre di soccorso, per testare ed ottimizzare tutte le procedure d'intervento.
nbcr romaTra le esercitazioni più impegnative si ricordano quelle realizzate negli spettacolari scenari operativi della Stazione Termini di Roma o della laguna di Venezia , ma anche l'esercitazione realizzata a Pordenone , alla quale hanno partecipato circa 500 persone, tra cui 200 Vigili del Fuoco e quella che ha avuto luogo aGenova , dove è stata simulata la presenza di gas nervino nella stazione metropolitana di S. Giorgio.


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Il metronotte Vincenzo Sanna Savona 16 marzo 1964 Vincenzo Sanna era una persona per bene, faceva la Guardia Giurata, il Metronotte per la società “Vigili dell’ordine”, aveva 36 anni, credeva nel lavoro che faceva, a suo modo con una uniforme addosso teneva lontani i malavitosi dai beni della società. Sposato e con una bimba di pochi mesi, Sanna di origine sarda, era nato a Mores ( Sassari ) provenienza di cui andava fiero, si era trasferito prima a Genova e poi a Savona, dove collaborava attivamente con la Questura e con i Carabinieri nelle attività di prevenzione del crimine. Tutte le notti Vincenzo Sanna, armato di una pistola automatica, svolgeva il suo servizio di ronda, con il classico mazzo di chiavi e la torcia in mano, azionando al suo passaggio gli orologi dei vari esercizi commerciali a cui era destinato come guardia di sorveglianza. Questo era il suo lavoro di routine che svolgeva con passione. Con il suo fiuto in oltre due anni di servizio, aveva contribuito a sventare diversi furti e a bloccare un traffico di sigarette che partiva con degli autocarri da Via Tasso a Savona nell’oltre Letimbro, ricevendo anche un encomio ufficiale dal Questore di Savona. Ovviamente tutto questo suo agire, gli aveva creato vivo apprezzamento nelle forze dell’ordine ma purtroppo nel mondo della malavita, numerosi nemici che appena possibile glie la avrebbero fatta pagare. Sabato 14 marzo 1964 verso le 22, Sanna prendeva servizio iniziando la ronda, cosi detto in gergo il giro di sorveglianza, usciva dalla sua abitazione di Via Montenotte, dove viveva con la moglie Francesca La Manna di 34 anni e la figlioletta di appena 4 mesi, e proseguiva per le vie deserte, quella notte pioveva forte, era la classica notte dove si stava bene in casa, mentre gli uomini come Sanna camminavano per la città, eroi solitari del bene. Il turno del Sanna doveva terminare alle 6,30 e a quell’ora doveva essere in sede, in Piazza Mameli, atteso dai suoi colleghi e invece nulla. Alle 8 venivano avvisati i Carabinieri che iniziavano le ricerche. Contemporaneamente alcuni abitanti di Bergeggi rinvenivano un cadavere di un uomo avvolto parzialmente in una coperta, giù da un dirupo sulle alture del paese. Il corpo era in divisa da metronotte. Sul posto arrivavano i Carabinieri e si aveva la conferma che era Vincenzo Sanna. Sul capo presentava numerose ferite da arma da punta e sul dorso si notavano alcune pugnalate, la fondina era vuota, qualcuno si era impossessato dell’arma di ordinanza , una Beretta cal. 7,65, come pure erano scomparse una torcia elettrica e il mazzo di chiavi che usava a scopo professionale. Nessun segno di lotta nella zona fa ritenere che sia stato ucciso altrove. L’ultima volta che è stato visto erano le 2,30 da alcune donne e da una pattuglia della Guardia di Finanza, poi più nulla. Poi si entra nel campo delle ipotesi investigative: qualcuno, sicuramente più di uno, lo aggrediscono buttandogli una coperta sul capo, lo colpiscono con un oggetto appuntito, un punteruolo da ghiaccio o uno scalpello, lo caricano su un’auto e raggiungono questa zona isolata per l’ora e per il maltempo e gettano il corpo giù per il dirupo. Le indagini sono abbastanza difficili e sono state estese anche al Piemonte. Ancora oggi questo rimane un omicidio che non ha colpevoli.