La
strage di Malga Bala
L'eccidio
di 12 carabinieri compiuto dai Partigiani Slavi
La
galleria di Bretto ora Log Pod Mangrtom , si trova a meno 240 metri
s.l.m. ha una lunghezza di 4.844 metri, larga 2,5 metri e 2 di
altezza, collega la miniera a Bretto , sul versante opposto del
Passo del Predil a 626 metri s.l.m.. sulle Alpi Giulie, in
territorio Goriziano.I lavori di costruzione della galleria
cominciarono nell’agosto del 1899 e terminarono nel giugno del
1905. Questa galleria fu anche usata, nel corso della Grande Guerra,
dalle truppe Austriache per trasportare uomini e materiali che
vennero usati nell'offensiva di Caporetto. La galleria
attualmente segna il confine tra l'Italia e la Slovenia. Nel 1944,
vista l'importanza strategica della centrale ad essa collegata, fu
presidiata da un distaccamento di Carabinieri, piazzati presso Bretto
di sotto, in una piccola caserma, facilmente difendibile. Il 24
marzo del 1944, di sera , un reparto di partigiani Slavi
appartenenti al IX Korpus, giunto inosservato, circondò dapprima
l'avamposto, poi sequestrarono il sottufficiale in comando, il
Vicebrigadiere Perpignano e un suo subalterno, il Carabiniere
Franzan, costringendoli a comunicare loro la parola d'ordine con cui
riuscirono ad entrare nel presidio che conquistarono senza sparare un
solo colpo. Da quel momento inizia per i Carabinieri un percorso di
sofferenze e sevizie crudeli che abitualmente gli Slavi,
infliggevano abitualmente agli Italiani. I componenti del presidio
vengono disarmati, l'armeria e il deposito viveri saccheggiati , i
Carabinieri prigionieri vengono caricati come muli con tutto il
materiale e costretti ad evacuare l'avamposto di Bretto. Prima di
allontanarsi gli Slavi minano la caserma e la centrale idroelettrica.
A notte inoltrata quando il gruppo formato dagli slavi armati e dai
carabinieri prigionieri, si inerpica su un sentiero che li porta
prima al Monte
Izgora alto circa 1000 metri, poi verso la
Val
Bausiza, qui in una stalla gli Slavi fecero una sosta e costrinsero i
prigionieri a mangiare un minestrone in cui avevano sciolto della
soda caustica e del sale nero grezzo, con il risultato di ustionargli
la faringe, l'esofago e lo stomaco causando dolori lancinanti mentre
il sale nero produce una dissenteria inarrestabile. Arrivati
all'altipiano di Bala, raggiunsero una costruzione isolata, una
malga, dove questa banda di partigiani Slavi era acquartierato e in
quel posto inizia la parte finale in cui i criminali diedero il
meglio o il peggio di se stessi, manifestando una malvagità senza
limiti.
Compiuto
il massacro i boia slavi si allontanarono dal casolare.
Passarono
una decina di giorni in cui il Comando Italiano trovò la caserma
deserta e diede inizio alle ricerche, all'inizio di aprile 1944, una
pattuglia della Wehrmacht.
mentre
effettuava un pattugliamento si trovò a transitare sull'altipiano e
la attenzione dei militari fu attratta da un grosso masso, posto ad
una decina di metri dalla baita. In particolare quello che incuriosì
i soldati tedeschi, fu uno strano mucchio di neve.
Quando
cominciarono a rimuovere la neve del mucchio, trovarono i corpi
denudati dei poveri Carabinieri, quasi tutti con le orbite prive
degli occhi, alcuni avevano la bocca cucita con del filo di ferro,
tutti erano in posizione inarcata con i polsi e le caviglie strette
da filo di ferro che, particolare orrendo, si connetteva anche i
genitali. Qualcuno era stato castrato e aveva nel cavo orale i propri
genitali, tutti i toraci e i dorsi presentavano profonde ferite da
sfondamento, forse prodotte con un piccone. Gli slavi si erano anche
divertiti a marciare sui poveretti, infatti sulla pelle di tutti i
cadaveri c'erano orme di scarponi chiodati. Non era stato sparato un
solo colpo di arma da fuoco, i Carabinieri erano stati torturati con
grande sadismo e finiti come animali da macello. Il sottufficiale che
comandava il distaccamento dei Carabinieri, aveva avuto un
trattamento diverso ma non migliore, prima che iniziasse il massacro
era stato appeso ad un gancio, a testa in giù, costretto a guardare
lo scempio dei suoi sottoposti poi i macellai Slavi lo avevano finito
a calci.
Gli
stessi militari Tedeschi non avevano mai visto nulla di simile. Il
Comando Italiano venne avvisato e con grande velocità i corpi furono
caricati su un camioncino e ricomposti presso una Chiesa di Tarvisio
e il 4 aprile 1944 vennero officiati dei solenni funerali. Le salme
vennero inumate presso il Camposanto di Manolz di Tarvisio.
Nonostante rastrellamenti effettuati in seguito, i responsabili di
questo scempio non vennero mai presi anche se si conoscevano i
soprannomi di alcuni di questi assassini Socian
e Zvonko.
Tuttavia La
Procura militare di Padova, nel 2002 ha riaperto il fascicolo sulla
strage, individuando i presunti responsabili dell'eccidio. Dalle
indagini emergono i nomi di Franz Pregelj, un ex insegnante che
ricopriva l'incarico di commissario politico del IX Korpus, altri
nomi coinvolti nelle indagini degli inquirenti Italiani sono quelli
di Aloiz Hrovat, che vive in Slovenia, e di Silvio Gianfrante, un
partigiani gappista che operava lungo il confine tra Italia e ex
Jugoslavia.
Molto
tardivamente, nel marzo del 2009, un Presidente della Repubblica
Italiana concesse a questi martiri la medaglia D'oro al merito civile
con questa motivazione : «Nel
corso dell'ultimo conflitto mondiale, in servizio presso il posto
fisso di Bretto Inferiore, unitamente ad altri commilitoni, veniva
catturato da truppe irregolari di partigiani slavi, che, a tappe
forzate, lo conducevano sull'altopiano di Malga Bala. Imprigionato
all'interno di un casolare, subiva disumane torture che sopportava
con stoica dignità di soldato, fino a quando, dopo aver patito
atroci sofferenze, veniva barbaramente trucidato. Preclaro esempio di
amor patrio, di senso dell'onore e del dovere, spinto fino
all'estremo sacrificio.»
Ecco
i nominativi dei 12 appartenenti all'Arma Benemerita trucidati
- V.Brigadiere PERPIGNANO Dino,
- Car. DAL VECCHIO Domenico,
- Car. FERRO Antonio
- Car. AMENICI Primo,
- Car. BERTOGLI Lindo,
- Car. COLSI Rodolfo,
- Car. FERRETTI Fernando,
- Car. FRANZAN Attilio,
- Car. RUGGERO Pasquale,
- Car. ZILIO Adelmino,
- Car. Aus. CASTELLANO Michele,
- Car. Aus. TOGNAZZO Pietro
- V.Brigadiere PERPIGNANO Dino,
- Car. DAL VECCHIO Domenico,
- Car. FERRO Antonio
- Car. AMENICI Primo,
- Car. BERTOGLI Lindo,
- Car. COLSI Rodolfo,
- Car. FERRETTI Fernando,
- Car. FRANZAN Attilio,
- Car. RUGGERO Pasquale,
- Car. ZILIO Adelmino,
- Car. Aus. CASTELLANO Michele,
- Car. Aus. TOGNAZZO Pietro
Roberto Nicolick
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