mercoledì, ottobre 26, 2016

la strage di malga Bala


La strage di Malga Bala
L'eccidio di 12 carabinieri compiuto dai Partigiani Slavi




La galleria di Bretto ora Log Pod Mangrtom , si trova a meno 240 metri s.l.m. ha una lunghezza di 4.844 metri, larga 2,5 metri e 2 di altezza, collega la miniera a Bretto , sul versante opposto del Passo del Predil a 626 metri s.l.m.. sulle Alpi Giulie, in territorio Goriziano.I lavori di costruzione della galleria cominciarono nell’agosto del 1899 e terminarono nel giugno del 1905. Questa galleria fu anche usata, nel corso della Grande Guerra, dalle truppe Austriache per trasportare uomini e materiali che vennero usati nell'offensiva di Caporetto. La galleria attualmente segna il confine tra l'Italia e la Slovenia. Nel 1944, vista l'importanza strategica della centrale ad essa collegata, fu presidiata da un distaccamento di Carabinieri, piazzati presso Bretto di sotto, in una piccola caserma, facilmente difendibile. Il 24 marzo del 1944, di sera , un reparto di partigiani Slavi appartenenti al IX Korpus, giunto inosservato, circondò dapprima l'avamposto, poi sequestrarono il sottufficiale in comando, il Vicebrigadiere Perpignano e un suo subalterno, il Carabiniere Franzan, costringendoli a comunicare loro la parola d'ordine con cui riuscirono ad entrare nel presidio che conquistarono senza sparare un solo colpo. Da quel momento inizia per i Carabinieri un percorso di sofferenze e sevizie crudeli che abitualmente gli Slavi, infliggevano abitualmente agli Italiani. I componenti del presidio vengono disarmati, l'armeria e il deposito viveri saccheggiati , i Carabinieri prigionieri vengono caricati come muli con tutto il materiale e costretti ad evacuare l'avamposto di Bretto. Prima di allontanarsi gli Slavi minano la caserma e la centrale idroelettrica. A notte inoltrata quando il gruppo formato dagli slavi armati e dai carabinieri prigionieri, si inerpica su un sentiero che li porta prima al Monte Izgora alto circa 1000 metri, poi verso la Val Bausiza, qui in una stalla gli Slavi fecero una sosta e costrinsero i prigionieri a mangiare un minestrone in cui avevano sciolto della soda caustica e del sale nero grezzo, con il risultato di ustionargli la faringe, l'esofago e lo stomaco causando dolori lancinanti mentre il sale nero produce una dissenteria inarrestabile. Arrivati all'altipiano di Bala, raggiunsero una costruzione isolata, una malga, dove questa banda di partigiani Slavi era acquartierato e in quel posto inizia la parte finale in cui i criminali diedero il meglio o il peggio di se stessi, manifestando una malvagità senza limiti.
Compiuto il massacro i boia slavi si allontanarono dal casolare.
Passarono una decina di giorni in cui il Comando Italiano trovò la caserma deserta e diede inizio alle ricerche, all'inizio di aprile 1944, una pattuglia della Wehrmacht.
mentre effettuava un pattugliamento si trovò a transitare sull'altipiano e la attenzione dei militari fu attratta da un grosso masso, posto ad una decina di metri dalla baita. In particolare quello che incuriosì i soldati tedeschi, fu uno strano mucchio di neve.
Quando cominciarono a rimuovere la neve del mucchio, trovarono i corpi denudati dei poveri Carabinieri, quasi tutti con le orbite prive degli occhi, alcuni avevano la bocca cucita con del filo di ferro, tutti erano in posizione inarcata con i polsi e le caviglie strette da filo di ferro che, particolare orrendo, si connetteva anche i genitali. Qualcuno era stato castrato e aveva nel cavo orale i propri genitali, tutti i toraci e i dorsi presentavano profonde ferite da sfondamento, forse prodotte con un piccone. Gli slavi si erano anche divertiti a marciare sui poveretti, infatti sulla pelle di tutti i cadaveri c'erano orme di scarponi chiodati. Non era stato sparato un solo colpo di arma da fuoco, i Carabinieri erano stati torturati con grande sadismo e finiti come animali da macello. Il sottufficiale che comandava il distaccamento dei Carabinieri, aveva avuto un trattamento diverso ma non migliore, prima che iniziasse il massacro era stato appeso ad un gancio, a testa in giù, costretto a guardare lo scempio dei suoi sottoposti poi i macellai Slavi lo avevano finito a calci.
Gli stessi militari Tedeschi non avevano mai visto nulla di simile. Il Comando Italiano venne avvisato e con grande velocità i corpi furono caricati su un camioncino e ricomposti presso una Chiesa di Tarvisio e il 4 aprile 1944 vennero officiati dei solenni funerali. Le salme vennero inumate presso il Camposanto di Manolz di Tarvisio. Nonostante rastrellamenti effettuati in seguito, i responsabili di questo scempio non vennero mai presi anche se si conoscevano i soprannomi di alcuni di questi assassini Socian e Zvonko. Tuttavia La Procura militare di Padova, nel 2002 ha riaperto il fascicolo sulla strage, individuando i presunti responsabili dell'eccidio. Dalle indagini emergono i nomi di Franz Pregelj, un ex insegnante che ricopriva l'incarico di commissario politico del IX Korpus, altri nomi coinvolti nelle indagini degli inquirenti Italiani sono quelli di Aloiz Hrovat, che vive in Slovenia, e di Silvio Gianfrante, un partigiani gappista che operava lungo il confine tra Italia e ex Jugoslavia.
Molto tardivamente, nel marzo del 2009, un Presidente della Repubblica Italiana concesse a questi martiri la medaglia D'oro al merito civile con questa motivazione : «Nel corso dell'ultimo conflitto mondiale, in servizio presso il posto fisso di Bretto Inferiore, unitamente ad altri commilitoni, veniva catturato da truppe irregolari di partigiani slavi, che, a tappe forzate, lo conducevano sull'altopiano di Malga Bala. Imprigionato all'interno di un casolare, subiva disumane torture che sopportava con stoica dignità di soldato, fino a quando, dopo aver patito atroci sofferenze, veniva barbaramente trucidato. Preclaro esempio di amor patrio, di senso dell'onore e del dovere, spinto fino all'estremo sacrificio.»
Ecco i nominativi dei 12 appartenenti all'Arma Benemerita trucidati
- V.Brigadiere PERPIGNANO Dino,
- Car. DAL VECCHIO Domenico,
- Car. FERRO Antonio
- Car. AMENICI Primo,
- Car. BERTOGLI Lindo,
- Car. COLSI Rodolfo,
- Car. FERRETTI Fernando,
- Car. FRANZAN Attilio,
- Car. RUGGERO Pasquale,
- Car. ZILIO Adelmino,
- Car. Aus. CASTELLANO Michele,
- Car. Aus. TOGNAZZO Pietro

Roberto Nicolick


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