Carlo Molinari
Molinari Carlo, classe
1884, era un iscritto al P.F.R. E come tale, nonostante la non più
giovane età faceva parte della Brigata Nera Provinciale F. Briatore
di Savona.
E' chiaramente uno che
pagherà le sue scelte ma che non ha paura. Il 6 maggio del 1945, in
piena resa dei conti, un gruppo di partigiani va a casa sua, in Via
Orazio Grassi al civico 7, e lo porta via davanti alla moglie
Caterina.
Molinari è imprigionato
da subito nelle Carceri giudiziarie di Savona, il vecchio S. Agostino
a tutt'oggi funzionante.
Nello stesso giorno,
però, verrà trasferito nel famigerato Campo di internamento di
Legino, una scuola elementare che ha continuato nei settanta anni a
seguire a ospitare alunni nonostante le atrocità che vi sono state
compiute.
Da quel momento Molinari
sparisce e le ricerche fatte dai parenti o dai pochi amici che non si
sono fatti intimidire non hanno dato alcun esito.
C'è un rapporto della
Questura di Savona che dice testualmente “ si ritiene che il
Molinari sia stato prelevato dal detto campo da elementi partigiani
ed ucciso”. Comunque il suo corpo non verrà mai ritrovato.
Il dirigente del campo di
Legino, dove fu anche detenuta ed assassinata giuseppina Ghersi,
purtroppo era il noto Luigi Rossi, detto Partigiano Toni, o Stella
Rossa, il quale dichiarò al Procuratore che svolgeva le indagini
sulla sparizione di Molinari, “di non essere in grado di fornire
alcuna indicazione sulla scomparsa del Molinari, data la confusione
che regnava in quel periodo”.
Rossi era proprio il
soggetto adatto a gestire un campo di prigionia per repubblichini,
non a caso ne morirono molti in strani tentativi di fuga, in seguito
Rossi fu indagato, arrestato, processato e condannato per l'eccidio
della Famiglia Biamonti.
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