sabato, febbraio 25, 2017

La sparizione di Carlo Molinari

Carlo Molinari

Molinari Carlo, classe 1884, era un iscritto al P.F.R. E come tale, nonostante la non più giovane età faceva parte della Brigata Nera Provinciale F. Briatore di Savona.
E' chiaramente uno che pagherà le sue scelte ma che non ha paura. Il 6 maggio del 1945, in piena resa dei conti, un gruppo di partigiani va a casa sua, in Via Orazio Grassi al civico 7, e lo porta via davanti alla moglie Caterina.
Molinari è imprigionato da subito nelle Carceri giudiziarie di Savona, il vecchio S. Agostino a tutt'oggi funzionante.
Nello stesso giorno, però, verrà trasferito nel famigerato Campo di internamento di Legino, una scuola elementare che ha continuato nei settanta anni a seguire a ospitare alunni nonostante le atrocità che vi sono state compiute.
Da quel momento Molinari sparisce e le ricerche fatte dai parenti o dai pochi amici che non si sono fatti intimidire non hanno dato alcun esito.
C'è un rapporto della Questura di Savona che dice testualmente “ si ritiene che il Molinari sia stato prelevato dal detto campo da elementi partigiani ed ucciso”. Comunque il suo corpo non verrà mai ritrovato.
Il dirigente del campo di Legino, dove fu anche detenuta ed assassinata giuseppina Ghersi, purtroppo era il noto Luigi Rossi, detto Partigiano Toni, o Stella Rossa, il quale dichiarò al Procuratore che svolgeva le indagini sulla sparizione di Molinari, “di non essere in grado di fornire alcuna indicazione sulla scomparsa del Molinari, data la confusione che regnava in quel periodo”.

Rossi era proprio il soggetto adatto a gestire un campo di prigionia per repubblichini, non a caso ne morirono molti in strani tentativi di fuga, in seguito Rossi fu indagato, arrestato, processato e condannato per l'eccidio della Famiglia Biamonti.




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