domenica, marzo 12, 2017

Il ferimento a morte di Francesco Dante

Il ferimento a morte di Francesco Dante
Sono le 23 del 24 maggio 1945, un'ora in cui la gente se ne sta in casa senza uscire visti i tempi, ma qualcuno bussa alla porta della famiglia Dante, in Via Dei Del Carretto a Savona, nel quartiere di Villapiana a pochi passi da Piazza Bologna.
In casa vi sono Francesco Dante di anni 52, sua moglie Barbarina Genta sua coetanea e soprattutto il figlio Carlo un bravo giovane appena ventenne, con simpatie per il Regime Repubblichino.
Alla porta si presentano tre persone armate, che si qualificano come appartenenti alla polizia ausiliaria partigiana.
Senta tanti giri di parole, i tre vorrebbero portare via con loro il giovane Carlo. Francesco che ha sentito di tanti omicidi e di tante sparizioni capitate in quel periodo, capisce subito che si tratta di una esecuzione sommaria e che se il figlio esce di casa con quei tre loschi personaggi non farà più ritorno fra di loro. Nasce una discussione che si trasforma in una colluttazione tra i tre sedicenti agenti e Francesco e Carlo che oppongono una fiera resistenza. I due dante sono vigorosi e mettono in difficoltà i tre uomini armati, al che uno dei tre estrae una pistola e spara al padre, poi gli aggressori si danno alla fuga. Carlo soccorre il padre e lo fa portare all'ospedale, è in gravi condizioni con una grave ferita al torace. I medici che lo soccorrono fanno quello che possono ma dopo pochi giorni di sofferenza il povero Francesco muore nel suo letto d'ospedale. Al figlio non rimane altro che fare denuncia e piangere per la morte di un padre che ha donato la sua vita per salvare quella di un figlio.
Roberto Nicolick



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